Il 28 maggio 2016 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, durante il suo pellegrinaggio al Monte Athos, ha visitato lo skit del Vecchio Rusik, seconda dimora in ordine cronologico, dopo lo skit di Ksilurgu, del monachesimo russo sul Monte Athos.

Negli anni 2012-2016 al Vecchio Rusik sono stati effettuati complessi lavori di restauro.

Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha consacrato la cattedrale dedicata al Grande Martire San Pantaleimon e ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa appena consacrata.

Hanno concelebrato con Sua Santità: il metropolita Hilarion di Volokolamsk, Presidente del comitato organizzatore della chiesa ortodossa russa per la celebrazione del 1000° anniversario della presenza russa sul Monte Athos e Presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca (Decr); il metropolita Mark di Ryazan e Mikhailovskij, presidente del Dipartimento economico e finanziario del Patriarcato di Mosca; il vescovo Sergij di Solnechnogorsk, capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca; il vescovo Nazarij di Kronstadt, vicario della Laura della Santa Trinità di Alexander Nevsky; il vescovo Sava di Voskresenskij, vicario del monastero stauropigiale di Novospassk; il vescovo Antonij di Bogorodsk, responsabile dell’amministrazione delle istituzioni all’estero del Patriarcato di Mosca; il vescovo Paramon di Bronnitsy, vicario del monastero stauropigiale Donskoj; lo schema-archimandrita Ilija (Nozdrin); l’arciprete Nikolaj Balashov, vicepresidente del Decr; l’archimandrita Aleksej (Polikarpov), vicario del monastero stauropigiale di San Daniele; l’archimandrita Porfidij (Shutov), vicario del monastero stauropigiale della Trasfigurazione del Signore alle Solovki; l’archimandrita Tikhon (Sekretarev), vicario del monastero della Dormizione delle Grotte di Pskov; l’archimandrita Sava (Fateev), vicario del monastero stauropigiale di San Savino di Storozhevsk; l’archimandrita Sergij (Voronkov), vicario del monastero stauropigiale di San Iosif di Volokolamsk; l’archimandrita Paissij (Chekan), vicario del monastero dell’Ascensione del Nuovo Neamet di Chiţcani; l’archimandrita Pimen (Adarchenko), vicario del monastero dei Santi Martiri Regali a Ganina Yama; l’archimandrita Feofilakt (Bezukladnikov), vicario del monastero stauropigiale della Resurrezione della Nuova Gerusalemme; l’igumeno Varfolomej (Petrov), vicario del monastero stauropigiale di San Nicola di Ugresha; lo ieromonaco Makarij, confessore del monastero russo di San Panteleimon sull’Athos; l’arciprete Igor Yakymchuk, segretario del Decr per i rapporti inter-ortodossi; l’arciprete Andrej Maruschak, chierico della cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca; il sacerdote Aleksandr Volkov, capo del Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’; lo ieromonaco Ilija, economo del Vecchio Rusik.

I canti liturgici sono stati eseguiti dal coro della Laura della Santa Trinità di San Sergio, diretto dall’archimandrita Gleb (Kozhevnikov).

Nel tempio erano presenti il capo del gruppo di lavoro del Presidente della Federazione Russa per la preparazione della celebrazione del 1000° anniversario della presenza russa sul Sacro Monte Athos, rappresentante plenipotenziario del Presidente nel Distretto Federale Centrale, A.D. Beglov, il presidente del Dipartimento sinodale per i rapporti della chiesa con la società e i media V.R. Legojda, e i benefattori del monastero.

Dopo la litania della «supplica intensa» Sua Santità il Patriarca Kirill ha pregato per la pace in Ucraina.

Sono state elevate preghiere per il riposo dell’anima del defunto metropolita Feodosij (Protsjuk), recentemente scomparso.

A nome dei confratelli, il confessore del monastero di San Panteleimon, ieromonaco Makarij, ha presentato in dono a Sua Santità il Patriarca un quadro con l’immagine del Vecchio Rusik, realizzata dal noto artista contemporaneo V.I. Nesterenko.

A nome degli iconografi che hanno eseguito la pittura della cattedrale, V.I. Nesterenko si è rivolto a Sua Santità. L’artista ha donato un quadro del Vecchio Rusik al rappresentante plenipotenziario del Presidente della Federazione Russa nel Distretto federale centrale, A.D. Beglov.

Il Primate della chiesa Russa si è rivolto ai presenti con la parola primaziale, in cui ha condiviso i suoi ricordi delle precedenti visite al Vecchio Rusik. Per la prima volta, Sua Santità il Patriarca Kirill ha visitato il Vecchio Rusik nei primi anni ‘70. «Ricordo che in quel periodo viveva qui un monaco, e ricordo che l’abitazione era fatiscente. Ma a quel tempo c’era ancora un certo ordine, si potrebbe dire che c’era ancora un barlume di vita», ha detto Sua Santità. Nei decenni successivi il monastero cadde sempre più in rovina, e c’era la minaccia che «lo skit e il nostro grande patrimonio qui al Monte Athos potessero essere persi definitivamente».

«Come presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, ho avuto una conversazione con il padre igumeno e con il padre Makarij. E poi fu deciso che era necessario, tra le priorità più urgenti associate al restauro del monastero di San Panteleimon, restaurare anche il Vecchio Rusik, così come lo skit di Ksilurgu», ha detto Sua Santità il Patriarca, esprimendo la sua gioia per il fatto che questa rinascita sta avvenendo oggi.

Il Primate della chiesa Russa ha ringraziato di cuore l’artista Vasilij Nesterenko e tutti coloro che hanno dipinto la chiesa. «Qui tutto è in armonia, in modo corretto, con l’architettura e lo stile. Dio voglia che questa bellezza sia conservata il più a lungo possibile», ha augurato Sua Santità, esortando i responsabili del monastero di San Panteleimon «a compiere ogni sforzo per garantire che l’eremo cominci a vivere la propria vita monastica in modo autonomo».

«Sono rimasto molto contento nel sentire che qui sarà celebrato il culto in maniera regolare. Le porte del tempio dovrebbero essere aperte, occorre dire ai nostri pellegrini di visitare questo skit, il Vecchio Rusik, luogo da cui in realtà è iniziata la vita del monastero di San Panteleimon», ha detto Sua Santità, parlando poi delle tappe più significative del monachesimo russo sul Monte Athos e di alcune pagine di storia del Vecchio Rusik.

«A questo luogo sono legati molti importanti e straordinari eventi storici, spiritualmente significativi – ha detto il Primate della chiesa Russa. – È ben noto che qui è stato tonsurato monaco San Sava della Serbia. Qui l’igumeno Isaija ha tradotto in slavo il «Corpus Areopagiticum», con le interpretazioni di San Massimo il Confessore. L’igumeno Isaija, che conosceva bene il metropolita di Kiev e di tutta la Rus’ Cipriano, ha passato il testo slavo del «Corpus Areopagiticum» al metropolita Cipriano, e solo attraverso lui questi meravigliosi testi si sono diffusi in tutta la Rus’».

«La notevole storia dei nostri monasteri è stata accompagnata da un particolare interesse per questi luoghi del nostro popolo e dei sovrani che hanno governato il nostro Paese – ha proseguito Sua Santità il Patriarca. – Qui non si può dimenticare la grande storia gloriosa della nostra chiesa, con tutti i suoi alti e bassi, con i dolori e le sofferenze… Anche quando c’era davvero tanto male in Russia, qui c’era una comunità monastica attiva. Mi ha molto commosso celebrare la Liturgia sull’antimension firmato dal vescovo Antonij (Khrapovitskij), metropolita di Kiev e della Galizia, nel 1920. A partire da allora siamo rimasti uniti, giorno dopo giorno, sin da quando il Primate della chiesa russa all’estero ha celebrato la grande consacrazione di questo tempio».

«Con la misericordia di Dio, le conseguenze della rivoluzione e dalla guerra civile sono ormai superate e la Chiesa non porta in sé nessuna ferita; noi oggi, tutti insieme, siamo una sola voce e un solo cuore, indipendentemente dalla nostra nazionalità, dal luogo di residenza e opinioni politiche, noi glorifichiamo il Signore – ha detto Sua Santità. – La chiesa Russa apre le sue braccia a molti Paesi e popoli, senza chiedere nulla per sé, senza ricevere alcun vantaggio materiale o politico. Agisce secondo la legge dell’amore, perché quando si dà agli altri, si ottiene di più».

Secondo Sua Santità, ciò è ben capito dalla gente, che infatti oggi dedica il proprio tempo ed energie al restauro di chiese e monasteri. «Queste persone sono ben consapevoli del fatto che più si dà, più si riceve, e non solo materialmente, anche se ciò non è escluso. Hanno compreso il significato della vita, il ritmo gioioso del cuore, hanno la consapevolezza che la vita non va vissuta invano. Il Signore accetta il nostro sacrificio sincero e perdona i nostri peccati. Quindi tutta la nostra Chiesa Russa svolge questo suo servizio sacrificale, non chiede nulla se non l’amore e la fedeltà», ha detto il Primate.

Come dono alla cattedrale, Sua Santità il Patriarca Kirill ha presentato l’icona di Iviron della Madre di Dio e un uovo di Pasqua.

Dopo aver visitato gli edifici del Vecchio Rusik, Sua Santità il Patriarca Kirill è tornato al monastero di San Panteleimon, dove ha condiviso il pasto fraterno con i monaci.

 

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Lo skit del Vecchio Rusik è il secondo monastero in ordine di tempo, da quando è iniziata la vita monastica russa al Monte Athos. Nel 1169, su richiesta dei fratelli della comunità monastica russa guidata dall’igumeno Laurentius, ci fu il trasferimento nel monastero dei Tessalonicesi con il tempio in onore di San Panteleimon.

In questo monastero è stato tonsurato monaco San Sava della Serbia.

Nel corso dei secoli benefattori del monastero furono i re serbi, moldavi, i principi valacchi e autocrati russi.

Nel XVII secolo i fratelli si spostarono più vicino al mare, dove oggi si trova il monastero russo di San Panteleimon.

All’inizio del XIX secolo iniziò un periodo di declino del Vecchio Rusik, che durò fino al 1868, quando nel suo territorio furono costruite le chiese del Grande Martire e Taumaturgo San Panteleimon e dell’icona della Madre di Dio di Pochaev. I templi e il nucleo centrale dello skit furono costruiti grazie alle generose donazioni russe nella seconda metà del XIX secolo. A quel tempo vi erano circa 20 monaci, alla morte dei quali lo skit rimase di nuovo vuoto.

Gli eventi storici legati alla Prima guerra mondiale e alla rivoluzione del 1917 hanno lasciato un’impronta pesante sul destino di tutto il monachesimo russo sul Monte Athos. Il Vecchio Rusik cadde in rovina.

Negli anni 2012-2016 nel Vecchio Rusik sono stati effettuati complessi lavori di riparazione e restauro: la cattedrale di San Panteleimon è stata completamente dipinta (la pittura del tempio è stata effettuata da un gruppo di iconografi sotto la guida di V.I. Nesterenko), è stata restaurata la dimora dei monaci, è stato reso più confortevole tutto il territorio dello skit. È stata restaurata la cella con la chiesa dell’icona della Madre di Dio di Pochaev.