Il Presidente del Decr, metropolita Hilarion, ha concesso un’intervista all’agenzia stampa russa Interfax sugli ultimi sviluppi dei rapporti interecclesiali con luterani e cattolici.

 

Recentemente l’arcivescovo luterano di Turku Kari Mäkinen ha dichiarato che la Chiesa ortodossa russa ha sospeso il dialogo con la Chiesa Evangelico-Luterana di Finlandia, da lui diretta, a causa di disaccordi sulla situazione delle minoranze sessuali e di genere. Può commentare questa affermazione?

Il dialogo della Chiesa ortodossa russa con la Chiesa evangelica luterana di Finlandia è iniziato nel 1970. Durante questo periodo, sono state discusse molte questioni teologiche e altre, sono stati adottati diversi documenti comuni che riportano i punti di vista delle due Chiese su varie questioni teologiche e sociali. Tema della sessione di dialogo prevista dovevano essere questioni di antropologia cristiana, cioè la dottrina riguardante l’uomo e il suo rapporto con Dio e il mondo.

Negli ultimi anni, le Chiese protestanti in Occidente si trovano ad affrontare una grave crisi dovuta alla revisione, da parte di diverse comunità, dell’insegnamento teologico e morale. L’influenza del secolarismo liberale nella vita della Chiesa ha portato al fatto che alcune comunità protestanti in Occidente hanno deciso di istituire il sacerdozio e l’episcopato femminile. Ciò ha notevolmente complicato la gestione del dialogo teologico con loro, che aveva lo scopo di una convergenza, e non della separazione tra le Chiese ortodosse e le comunità protestanti. Il passo successivo è stata la decisione, da parte di un certo numero di comunità protestanti, di benedire le unioni di persone dello stesso sesso, cosa che per noi ha reso impossibile la prosecuzione del dialogo.

Tale pratica è in diretta contraddizione con la morale cristiana, con le norme morali che sono alla base dell’insegnamento del Vangelo. L’abbandono delle norme etiche fondamentali rende incerto il confine tra peccato e virtù, priva la persona degli orientamenti morali e la rende impotente di fronte alle proprie passioni.

Nella Chiesa evangelica luterana di Finlandia negli ultimi anni si è intensificato il dibattito su queste questioni. La discussione di questi temi nell’ambito del dialogo teologico con la Chiesa ortodossa russa avrebbe potuto dare un contributo allo sviluppo di argomenti pertinenti. Purtroppo, i partner finlandesi non erano pronti a discutere di tali argomenti nel linguaggio della teologia, né in termini di praticità, a partire dalla tradizione comune della Chiesa e dalla dottrina cristiana della moralità.

Come ha fatto notare il Patriarca di Mosca e tutta le Rus’ Kirill in occasione dell’incontro con l’arcivescovo Kari Mäkinen, che ha avuto luogo il 2 settembre di quest’anno a Mosca, oggi ognuna delle Chiese si trova ad affrontare una scelta morale grave – se rimanere fedeli a Cristo, oppure eludere la sua vocazione storica, che è quella di condurre gli uomini alla salvezza. La risposta a questa scelta dovrà essere data davanti alle generazioni future e a Dio.

Un dialogo teologico su larga scala con la Chiesa evangelica luterana di Finlandia, come è stato nei decenni precedenti, ora sembra impossibile. Tuttavia, la Chiesa ortodossa russa spera di mantenere e sviluppare le relazioni con questa Chiesa relativamente al servizio sociale, al mantenimento della pace e in altri campi.

Il 16 settembre nella capitale giordana di Amman ha iniziato i suoi lavori la XIII sessione plenaria della Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa ortodossa e Chiesa cattolica romana. Qual è lo scopo della commissione? Quali domande saranno prese in considerazione alla sessione plenaria della Commissione mista all’inizio dei suoi lavori ad Amman?

La Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa ortodossa e Chiesa cattolica romana è stata fondata nel 1979 come una piattaforma per la discussione di questioni teologiche rilevanti per le due Chiese. La Commissione, che è composta da un numero uguale di rappresentanti delle Chiese ortodosse e della Chiesa cattolica romana, ha iniziato la sua attività nel 1980.

Durante i suoi oltre 30 anni di lavoro, la Commissione mista ha adottato una serie di documenti congiunti: “Il Mistero della Chiesa e dell’Eucaristia alla luce del mistero della Santa Trinità”, “La fede, i sacramenti e l’unità della Chiesa”, “Il sacramento del sacerdozio nella misteriosa struttura della Chiesa”, che hanno rivelato numerosi punti in comune nell’insegnamento delle due chiese sui sacramenti. Di particolare importanza è il documento firmato nel 1993 a Balamand, “L’uniatismo come un metodo di unità del passato e la ricerca della piena unità nel presente,” in cui i cattolici per la prima volta formalmente hanno convenuto che l’Unione, vale a dire la politica di Roma per sottomettere le Chiese orientali, non solo non ha contribuito al ravvicinamento tra ortodossi e cattolici, ma, al contrario, li allontana ulteriormente gli uni dagli altri. Il documento condanna fermamente qualsiasi forma di proselitismo nei confronti degli ortodossi da parte dei cattolici.

Purtroppo questo documento, pur buono da un punto di vista teorico, non ha potuto risolvere i problemi nel rapporto tra ortodossi e greco-cattolici, sorti in conseguenza della rinascita delle strutture della Chiesa uniata in Ucraina Occidentale, in Romania e altri paesi, tra la fine degli anni 1980 e i primi anni ‘90 . L’aggravamento dei rapporti tra ortodossi e cattolici, avvenuto proprio in quel periodo, ha interrotto a lungo il lavoro della Commissione Mista, che è stato ripreso solo nel 2006.

Attualmente, la Commissione si occupa di discutere la dottrina del primato e della sinodaità della Chiesa, in cui tra cattolici e ortodossi ci sono molte differenze. Nelle chiese cattolica e ortodosse lungo i secoli si sono formati modelli ecclesiologici distinti: uno centralizzato e basato sul riconoscimento della giurisdizione universale del Papa, e l’altro basato sull’idea di una comunione conciliare tra Chiese autocefale locali. La Commissione deve individuare le differenze tra i due modelli e mostrare quanto essi abbiano in comune.

In fase di preparazione della riunione, la Chiesa ortodossa russa ha elaborato una posizione ufficiale sulla questione del primato nella Chiesa universale. Un documento in merito è stato adottato durante la riunione del Santo Sinodo del 25 dicembre del 2013. Esso esprime il tradizionale punto di vista ortodosso su questo tema, che si basa su ampie fonti patristiche.

A nostro parere, il risultato di questa riunione della Commissione mista dovrebbe essere non l’adozione di un documento di compromesso, ma piuttosto l’onesta e teologicamente corretta identificazione delle differenze tra la dottrina del primato e della sinodalità nelle due tradizioni, ortodossa e cattolica, e la ricerca delle cose comuni che possono essere la base per un ulteriore dialogo in futuro.

Inoltre, penso sia importante che la Commissione riconsideri il tema dell’uniatismo, la cui discussione è rimasta incompiuta nel 2000, a causa delle forti divergenze tra le parti circa le conseguenze pastorali e canoniche dell’unione. Dal momento che l’uniatismo resta una ferita sanguinante sul corpo del cristianesimo universale, come ci mostrano gli ultimi avvenimenti in Ucraina e le forti ed estremamente politicizzate dichiarazioni dei leader greco-cattolici, su questo argomento occorre ritornare.

Infine, essendoci incontrati in Medio Oriente, in un paese che confina, tra l’altro, con l’Iraq e la Siria, non si può non parlare della terribile situazione in cui oggi versano i cristiani del Medio Oriente. In Iraq è in corso un genocidio della popolazione cristiana, che per la maggior parte è stata costretta a fuggire dal paese dopo il rovesciamento del regime di Saddam Hussein, mentre quanti sono rimasti sono perseguitati dagli islamisti radicali. In Siria, i cristiani patiscono la più grave persecuzione nei territori occupati dai militanti. Fino ad ora, non si sa niente del destino del metropolita di Aleppo Paul, rapito un anno e mezzo fa, che era membro della Commissione mista per il dialogo ortodosso-cattolico, e del metropolita Mar Gregorios Ibrahim, che era nella stessa auto con lui al momento del rapimento.

Mentre noi discutiamo le nostre differenze teologiche, migliaia di cristiani – ortodossi, cattolici, protestanti – spargono il loro sangue per la fede in Cristo. Un’assemblea così rappresentativa come la Commissione mista, riunita ad Amman, non può tenersi in disparte dalle loro sofferenze e deve alzare la sua voce autorevole in loro difesa.