Il 22 gennaio 2016 nel centro ortodosso del Patriarcato ecumenico di Chambésy ha avuto inizio la riunione dei Primati delle Chiese ortodosse locali. Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill si è rivolto ai partecipanti con un discorso.

All’inizio del suo intervento, Sua Santità ha detto che ogni riunione dei Primati delle Chiese ortodosse è un evento che ha un significato speciale. “E’ un’occasione per scambiare opinioni e discutere le questioni di interesse per noi, per prendere decisioni comuni sulle problematiche di rilevanza pan-ortodossa. Ma prima di tutto è una opportunità di sentire ancora una volta la nostra unità, soprattutto quando ci comunichiamo allo stesso calice, riconoscendoci tutti un solo corpo in Cristo”, ha detto Sua Santità che ha inoltre espresso la propria gratitudine a Sua Santità il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, iniziatore e organizzatore della riunione.

Il discorso di Sua Santità il Patriarca Kirill ha affrontato vari aspetti del lavoro di preparazione del Concilio Pan-ortodosso.

“Raccogliendoci insieme, noi professiamo chiaramente che la nostra Chiesa è Una e Cattolica, e che il mantenimento e il rafforzamento della sua unità è una preoccupazione principale, che è la base di tutto il nostro ministero. Il Santo e Grande Concilio è chiamato ad essere una testimonianza visibile, chiara e convincente dell’unità della Chiesa ortodossa, e tutti noi capiamo che il Concilio può essere tale solo se rifletterà veramente l’unanimità delle Chiese ortodosse locali. Per raggiungere tale unanimità tutti noi dovremo lavorare sodo nel periodo pre-conciliare”, ha detto il Primate della Chiesa russa.

In questo contesto, Sua Santità ha rilevato con soddisfazione che “la preoccupazione per la mancanza di riconoscimento da parte di tutta l’ortodossia del Metropolita Rostislav in quanto Primate della Chiesa Ortodossa delle terre ceche e della Slovacchia, espressa più volte dal Patriarcato di Mosca e da altre Chiese, è stata ascoltata, e Sua Beatitudine oggi è presente in mezzo a noi, avendo ricevuto il dovuto riconoscimento di tutte le Chiese locali”.

Parlando dei problemi che impediscono la piena unanimità tra le Chiese ortodosse locali, il Patriarca Kirill ha espresso rammarico per la rottura della comunione tra i Patriarcati di Antiochia e di Gerusalemme. La ricostituzione di tale comunione, secondo il parere di Sua Santità, è un compito urgente in questi giorni, in cui il mondo intero segue con preoccupazione gli sviluppi in Medio Oriente, perché “è prima di tutto dalle comunità religiose in questa regione che la gente aspetta un esempio di coesione e disponibilità a superare i contrasti”.

Durante il suo discorso, Sua Santità si è soffermato sulla situazione della Chiesa in Ucraina. “Oggi con la forza sono stati presi più di 30 templi della Chiesa ortodossa ucraina, almeno altri dieci sono sotto minaccia di attacco da parte di scismatici e nazionalisti, che giustificano le proprie azioni qualificando gli eventi come presunti passaggi volontari dei fedeli al cosiddetto Patriarcato di Kiev – ha detto Sua Santità. – In realtà, si tratta di veri e propri assalti di banditi: si organizzano riunioni di persone non appartenenti alla comunità in questione, poi con l’aiuto delle autorità si falsificano i documenti statutari della parrocchia, poi la chiesa viene presa d’assalto dai militanti nazionalisti, e la comunità insieme al sacerdote viene gettata in mezzo alla strada”.

Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha espresso profonda preoccupazione per le azioni di alcuni vescovi del Patriarcato di Costantinopoli, che, visitando l’Ucraina, hanno espresso il loro sostegno agli scismatici, secondo quanto da essi affermato, a nome di Sua Santità il Patriarca di Costantinopoli, e in tal modo hanno causato scandalo tra i fedeli e il clero ucraini.

E’ inimmaginabile, ha affermato il Patriarca Kirill, che in Svizzera, Grecia o in un altro paese europeo in una chiesa ortodossa possano presentarsi rappresentanti di altre confessioni e “prendere la decisione” che da allora in poi tale chiesa apparterrà a loro. “In Ucraina, questo è ora una realtà. Le comunità dell’unica Chiesa canonica, espulse dai propri luoghi di culto, vincono tutte le cause che intentano in tribunale, ma gli scismatici e le loro milizie di banditi non si curano delle decisioni dei tribunali”, ha notato con rammarico il Patriarca.

Come esempio di odio palese dei nazionalisti nei confronti dei fedeli della Chiesa canonica in Ucraina, il patriarca Kirill ha menzionato la situazione nel villaggio di Ptichija della regione di Rovno, sottolineando che gli scismatici “seminano il male, provocano deliberatamente conflitti interconfessionali, dividendo la società ucraina”.

“Di recente uno dei loro sostenitori ha dichiarato pubblicamente che se il metropolita Onufrij appartiene ancora alla Chiesa canonica, ciò è solo perché non hanno ancora trovato adeguati strumenti di tortura, come un saldatore o un ferro da stiro. E’ terribile immaginare che cosa succederebbe se questi banditi ricevessero una qualche legalizzazione canonica e si unissero a noi!”, ha detto Sua Santità.

Sua Santità ha espresso la sua gratitudine alle Chiese sorelle locali – in particolare a quelle di Alessandria, Antiochia, Gerusalemme, Serbia, Bulgaria e Polonia – per le preghiere e il sostegno da esse espresso alla Chiesa ortodossa ucraina. “Sua Santità il Patriarca serbo Ireneo mi ha scritto parole molto giuste circa gli scismatici ucraini: ‘Queste persone appartengono all’Ortodossia solo di nome, e il loro disprezzo per le norme della morale cristiana, la loro prontezza all’odio, alla menzogna e allo spargimento di sangue ne sono prove evidenti. Per queste persone, la sola strada che porta alla Chiesa passa necessariamente attraverso il pentimento. Ci è stato chiesto il motivo per cui noi non vogliamo unirci con loro, qualcuno vorrebbe imporci di avviare un dialogo tra pari. Ma quale intesa può mai esserci tra Cristo e Beliar?”

“Il popolo ortodosso dell’Ucraina continua a sostenere la Chiesa canonica – ha detto Sua Santità il Patriarca, raccontando di una processione che ha raccolto migliaia di fedeli a Kiev nel giorno della celebrazione della memoria di San Vladimiro. – Credo nel futuro della Chiesa ortodossa ucraina: i suoi fedeli sono uniti nel condannare lo scisma, e la violenza e il male non fanno che rafforzare il loro impegno eroico di amore e di fede”.

Il Patriarca Kirill ha poi osservato che il processo di preparazione del Concilio pan-ortodosso negli ultimi tempi si è notevolmente intensificato. Sua Santità si è soffermato sulle ragioni della non attuazione di un certo numero di decisioni della precedente riunione dei Primati nel quadro dell’attività della Commissione Speciale inter-ortodossa e della Quinta Consulta Preconciliare Panortodossa e, in particolare, ha sottolineato l’importanza di prendere in considerazione le posizioni di tutte le Chiese locali, che svolgono la loro missione in condizioni diverse. A questo proposito, sono state menzionate alcune proposte, finora non soddisfatte, riguardanti i temi all’ordine del giorno del Concilio Panortodosso, che negli ultimi due anni sono state avanzate da alcune Chiese locali, tra cui la Chiesa di Antiochia, e quelle Russa, Georgiana, Serba, Bulgara.

Il Primate della Chiesa russa ha espresso la sua convinzione della necessità di rivedere la bozza del documento riguardante la questione del calendario, sostenendo che il tema di “determinare con maggiore precisione la data della Pasqua” è assolutamente inattuale per la Chiesa ortodossa e può soltanto seminare discordia tra molti credenti.

Altrettanta preoccupazione, secondo le parole di Sua Santità, suscita la bozza del documento su “Gli impedimenti al matrimonio”, che contiene solo un elenco di ostacoli canonici e non riflette la posizione della Chiesa riguardo l’istituzione della famiglia nel mondo moderno.

Il Patriarca Kirill ha definito come una delle più importanti direzioni di lavoro il tema della autocefalia e dei modi del suo ottenimento, ed ha proposto in merito di adottare al Concilio l’accordo di principio già raggiunto nel corso delle riunioni della Commissione preparatoria inter-ortodossa, secondo il quale la formazione di nuove Chiese autocefale deve rappresentare un atto di livello panortodosso che richieda il raggiungimento del consenso di tutte le Chiese ortodosse locali per ogni caso specifico.

È stata inoltre sottolineata la necessità di uno studio preliminare della bozza del documento conciliare riguardante “l’Ortodossia e la diaspora”.

Oggetto di particolare attenzione nel discorso di Sua Santità è stata la questione circa il luogo di svolgimento del Concilio, che era già stata sollevata da Sua Santità il Patriarca Irinej della Serbia nel suo intervento.

“Come si può vedere, dobbiamo ancora risolvere insieme numerosi problemi al fine di rendere possibile la convocazione del Grande e Santo Concilio della Chiesa ortodossa. Sono sicuro che la vera ragione per cui, per molti dei documenti, non si è ancora giunti a un accordo, non sta nella diversità di opinioni tra le Chiese, ma nell’inefficacia della metodologia di preparazione del Concilio”, ha detto Sua Santità. A questo proposito, Sua Santità ha condiviso la sua esperienza dell’attività della Commissione interconciliare della Chiesa ortodossa russa, che lavora in un formato di discussione aperta, che consente a qualsiasi membro interessato della Chiesa di esprimere la propria posizione.

“Ritengo che d’ora in poi la preparazione del Concilio debba avvenire proprio in questa maniera, aperta, se siamo realmente interessati al suo svolgimento”, ha detto il Primate della Chiesa russa, sottolineando l’importanza di rendere pubbliche le bozze dei documenti conciliari e superare la carenza di informazioni affidabili, che suscita sospetto in molti fedeli.

“Sono convinto che la tanto attesa pubblicazione delle bozze dei documenti conciliari e la possibilità di una libera discussione in merito, non solo non ostacoli lo svolgimento del Concilio, ma anche mostri a noi stessi e al mondo il carattere veramente sinodale della nostra Chiesa, e contribuisca a rafforzare l’unità pan-ortodossa”, ha detto il Patriarca Kirill, esortando tutti i presenti a pregare insieme il Signore per chiedere il suo sostegno nell’impegno comune per il bene della Chiesa e nel superamento delle difficoltà che insorgono nella preparazione del Concilio pan-ortodosso.