Il 13 novembre 2012, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, durante la sua visita in Terra Santa dal 9 al 14 novembre, ha visitato la città di Nazareth. Sua Santità era accompagnato dall’arcivescovo Mark di Berlino, Germania e Gran Bretagna, dal rappresentante del Patriarca di Gerusalemme presso il trono Patriarcale di Mosca, archimandrita Stefan (Dispirakis), e dai membri della delegazione ufficiale della Chiesa ortodossa russa.

Sulla piazza davanti al tempio dell’Annunciazione il Patriarca ha incontrato il metropolita di Nazareth Kiriak, il sindaco Ramez Dzhirassi, il presidente del consiglio d’amministrazione della parrocchia ortodossa di Nazareth Azmi Hakim, il capo del Dipartimento per le comunità cristiane del Ministero degli Affari Interni Cesar Margie, i capi dei consigli di amministrazione locali, cittadini onorari e scout, molti residenti locali. Tra i presenti c’erano inoltre i rappresentanti di diverse confessioni cristiane e altre comunità religiose, in particolare l’imam sceicco Ahmad Abu Dia, il capo della comunità drusa di Israele Muafak Tarif, il vicario del Patriarca Latino di Gerusalemme a Israele, mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo.

Nel tempio, il Primate della Chiesa ortodossa russa si [ lavato le mani con l’acqua della sorgente sacra del sito dell’Annunciazione. Successivamente è stato tenuto un Moleben. Nel suo discorso al termine del servizio, Sua Santità, rivolgendosi al metropolita Kiriak e a tutti i presenti, ha detto:

“Sono profondamente colpito dalla calorosa accoglienza che ho avuto pochi minuti fa sulla piazza antistante la cattedrale. Ho visto volti luminosi, gli occhi felici delle persone. Sono sentimenti che non si possono mettere in scena, perché vengono dal cuore. Vi ringrazio di cuore per questo e per la preghiera comune che abbiamo appena fatto.

L’Annunciazione, che ha dato il nome a questo sacro tempio, è un messaggio che attraverso la Vergine Maria si è diffuso in tutto il mondo. In questo luogo, il divino si è unito con l’umano: la mente e la volontà divine si sono unite con la mente e la volontà umane. E’ qui che il genere umano ha liberamente accettato la missione di salvezza che Dio ha voluto compiere per tutte le persone. La Madre di Dio a nome di tutto il mondo e di tutti gli uomini ha detto, rivolgendosi all’Arcangelo Gabriele che le annunciava l’incarnazione del Figlio di Dio: “Sia fatto secondo la tua parola”. E noi – quelli che hanno accolto la buona  novella – portiamo nel cuore la fede, continuiamo l’opera che ha iniziato la Madre di Dio. Noi con la mente e il libero arbitrio, accettiamo consapevolmente il Vangelo.

Dio avrebbe potuto salvare la razza umana senza la nostra partecipazione, nello stesso modo in cui, senza la partecipazione delle persone, ha creato il mondo. Ma lui voleva che la libertà umana non fosse compromessa in una così grande causa, come la salvezza. Perciò noi, assieme alla Madre di Dio, accettiamo il dono che Dio ha fatto a tutta l’umanità attraverso Suo Figlio.

In effetti, il luogo in cui ci troviamo è santo. E questo santuario suscita una gioia particolare nei cuori delle persone che lo visitano con fede. Per questo è con speciale rispetto e amore che mi rivolgo a Lei, come vescovo di questa santa diocesi, e ai pastori che si prendono cura delle persone in questo luogo santo.

Voglio testimoniare con gioia che in questo luogo persone di diverse nazionalità, di diverse religioni vivono insieme in pace. Nel nostro tempo, molto spesso la religione e la nazionalità sono cause di conflitto. Ma la comunità religiosa di Nazareth mostra un esempio di come vivere insieme nel rispetto reciproco e nell’armonia.

Auspico di cuore la prosperità a questa città e alla diocesi di Nazareth. La salute e l’aiuto di Dio a Voi, Vostra Eminenza, al Vostro clero, alla città e a tutti gli abitanti. Sono contento che ho incontrato anche i rappresentanti delle altre chiese cristiane. In effetti, il luogo in cui il mondo ha ricevuto la buona notizia della salvezza deve essere un luogo di pace, amore e comprensione”.

Come dono alla chiesa dell’Annunciazione, il Patriarca Kirill ha presentato una lampada.

Sulla piazza di fronte alla chiesa di Nazareth il sindaco Ramez Dzhirassi ha accolto il Primate della Chiesa russa. “Le relazioni russo-palestinesi sono dovute a legami storici, iniziati secoli fa. Queste relazioni si sono sviluppate principalmente attraverso il pellegrinaggio dei fedeli cristiani della Russia”, ha detto il primo cittadino. “Sono state fondate istituzioni religiose, culturali e scientifiche in molti luoghi della Terra Santa, e, in particolare, a Nazareth – ha continuato Ramez Dzhirassi. – È stata riaperta la scuola russa, che nei secoli scorsi aveva formato una serie di figure di spicco della cultura e della letteratura araba”. Il sindaco ha detto che molti abitanti di Nazareth sono anche grati al popolo russo per aver avuto la possibilità di studiare in università russe e dare un contributo prezioso allo sviluppo della società, nei tempi in cui per gli arabi era difficile conseguire un titolo accademico presso le università di Israele.

“Come parte della nazione araba e come cittadini di Israele, stiamo facendo del nostro meglio per raggiungere l’uguaglianza civile e nazionale nella nostra terra, e trovare una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese”, ha assicurato il sindaco, ringraziando il Patriarca Kirill per la visita a Nazareth.

Sua Santità ha ringraziato il metropolita Kiriak, i leader della città, i rappresentanti delle comunità religiose per la calorosa accoglienza, sottolineando di vedere in questo la manifestazione dei buoni sentimenti verso la Chiesa ortodossa russa e tutto il popolo russo, che ama veramente la Terra Santa.

Da parte sua, Sua Santità ha ricordato gli stretti legami che legano la Chiesa ortodossa russa e la Russia a Nazaret: “Le attività della Missione ortodossa russa e della Società Imperiale Ortodossa di Palestina sono state ideate per aiutare la popolazione araba e garantire ai palestinesi l’istruzione, l’assistenza medica e la sicurezza”.

“Ci sono ancora problemi irrisolti nelle relazioni israelo-palestinesi. Io credo che questi problemi saranno risolti”, ha affermato il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Egli ha detto di aver affrontato i  problemi per risolvere i conflitti e la possibile strada per la pace in un incontro con il presidente palestinese Mahmoud Abbas. “Su entrambi i lati molto sangue è stato versato, ed è tempo di cercare di realizzare pacificamente i propri obiettivi. In questo senso, la città di Nazareth è un meraviglioso esempio di coesistenza pacifica di persone di diverse nazionalità e religioni, – ha ribadito il Primate della Chiesa russa. – Non può essere diversamente, perché ci troviamo in una città santa – la città da cui è partita la grande notizia della salvezza di tutti. A ricevere tale notizia è stata la Vergine Maria, proprio nel luogo dove siamo in questo momento, e la notizia si è diffusa in tutto il mondo, aiutando moltissime persone a capire il senso della vita, l’importanza della sua dimensione spirituale, l’importanza del vivere in armonia con gli altri”.

Sottolineando che il popolo russo, i figli della Chiesa ortodossa russa, amano la Terra Santa, il Patriarca ha concluso: “Oggi, ancor più che nel XIX o agli inizi del XX secolo, dobbiamo  sviluppare i pellegrinaggi. Centinaia di migliaia di persone di Russia, Ucraina, Bielorussia, Moldova vengono qui in Terra Santa, senza bisogno di visto. Essi esperimentano qui un amore per i luoghi santi e per le persone che vivono qui. Quanti vengono qui in pellegrinaggio diventano un fattore molto potente nelle relazioni tra nazioni e popoli. I pellegrini sono ambasciatori in tutto il mondo”.

“Nei luoghi santi ci avviciniamo gli uni agli altri”, ha chiosato Sua Santità, augurando prosperità a Nazareth, alla diocesi ortodossa e alla comunità cittadina, e a tutti pace e comprensione.