Il 15 novembre 2011 il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill ha incontrato a Beirut il Patriarca maronita Boutros Beshara Al-Rai.

Alla riunione erano presenti anche i Patriarchi cattolici che partecipavano al Consiglio delle Chiese cattoliche d’Oriente, in corso in quei giorni nella residenza del Patriarca della Chiesa maronita nel monastero di Bkerke. Tra di essi, il Patriarca caldeo di Babilonia cardinale Emmanuel III Delly, il patriarca della Chiesa cattolica copta cardinale Antonio Naguib, il Patriarca della Chiesa greco-cattolica (melchita) Gregorio III Laham, il Patriarca siro-cattolico di Antiochia Ignatius Joseph III Younan, il Patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal. Tra i partecipanti, anche il Nunzio Apostolico in Libano Mons. Gabriele Giordano Caccia, e il Patriarca maronita emerito, cardinale Nasrallah Boutros Sfeir.

Il Patriarca Kirill era accompagnato dai membri della delegazione della Chiesa ortodossa russa: il presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, il direttore della Segreteria amministrativa del Patriarcato, vescovo Sergio di Solnechnogorsk, il vice presidente del Dipartimento per le relazioni esterne, arciprete Nikolaj Balashov, l’assistente del presidente del Decr arcidiacono Vladimir Nazarkin, il capo della segreteria personale di Sua Santità il Patriarca Kirill, M. Kuksov.

Il Patriarca maronita Butros Beshara Al-Rai ha rivolto parole di benvenuto al Patriarca Kirill e al suo seguito. Ha illustrato a Sua Santità le questioni che sono state discusse nel corso della ventesima Conferenza dei Patriarchi Cattolici d’Oriente, dedicata quest’anno alla situazione dei cristiani nella regione del Medio Oriente. Il Patriarca maronita ha sottolineato la necessità di una cooperazione tra i cristiani di diverse confessioni al fine di preservare la presenza cristiana in Medio Oriente.

Ha anche espresso la preoccupazione che gli eventi che si svolgono in diversi paesi della regione potrebbero destabilizzare l’intero Medio Oriente. Tutto ciò minaccia la coesistenza di diverse religioni e fedi in questa terra e potrebbe provocare nuovi atti di violenza da parte di estremisti che agiscono sotto pretesti religiosi.

Da parte sua, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto di aver visitato con grande entusiasmo questa terra santa, intrisa fin dai tempi antichi del sangue dei martiri per la fede.  “Per noi, per il popolo russo, il Libano fa parte della Terra Santa. Così abbiamo sempre percepito il Libano in passato, e così lo percepiamo oggi”- ha detto Sua Santità.

Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha condiviso con i presenti i ricordi della sua visita nel mese di ottobre 1987, durante la quale aveva incontrato il cardinale Nasrallah Boutros Sfeir, predecessore dell’attuale patriarca maronita: “Mi ricordo il suo dolore per le sofferenze del popolo libanese, che sono culminate nel calvario della guerra civile. Questa guerra civile e gli sviluppi successivi hanno portato molti cristiani, compresi molti figli della vostra Chiesa, ad emigrare dal Libano. Lo stesso vale per gli ortodossi, che hanno lasciato il Libano, così come ora stanno lasciando gli altri paesi del Medio Oriente”.

“Per noi, la diminuzione della presenza cristiana in questa terra costituisce più di un problema. Questo fenomeno sta causando grande dolore nei cuori del popolo ortodosso russo. Credo che sia giunto il momento, soprattutto alla luce degli eventi nella regione del Medio Oriente, di elevare la nostra voce comune per la pace e la giustizia in Medio Oriente, al fine di preservare la presenza cristiana qui”, ha detto il Patriarca.

Egli ha osservato che tra il Patriarcato di Mosca e la Chiesa maronita ci sono buoni rapporti. La Chiesa maronita è la Chiesa cattolica dell’antica tradizione antiochena, che risale ai grandi Padri della Chiesa, ha ricordato Sua Santità. “Il nostro comune patrimonio patristico e ascetico può e deve svolgere un ruolo importante nel dialogo cattolico-ortodosso”, ha detto Sua Santità.

Riferendosi alle difficili questioni teologiche, che sono attualmente oggetto del dialogo cattolico-ortodosso, Sua Santità ha espresso la convinzione che il dialogo teologico non è l’unica via per la cooperazione tra cattolici romani e ortodossi. Sua Santità crede che sia importante, parallelamente al dialogo teologico, lavorare insieme per preservare i valori cristiani nel mondo moderno, l’ambiente e la giustizia sociale, come anche affrontare le sfide filosofiche che riguardano il cristianesimo dell’era moderna.

“Particolarmente doloroso sta diventando il problema della cristianofobia, che esiste non solo in Oriente ma anche in Occidente, per risolvere il quale c’è bisogno di uno sforzo comune da parte dei cristiani delle diverse confessioni”, ha aggiunto il Patriarca di Mosca e di tutta Russia Kirill.

“Negli Stati Uniti sono state espresse dichiarazioni sul fatto che si dovrebbe evitare di usare la parola Natale, per non offendere i non-cristiani. Anche queste affermazioni sono un segno di cristianofobia – ha detto Sua Santità. – Ho parlato con alcuni musulmani di ciò che sta accadendo oggi in Occidente, e ho chiesto se è difficile per loro ascoltare la parola Natale. Hanno risposto: “Sarebbe una cosa molto brutta se questa parola fosse bandita dalla vostra cultura”. Nemmeno le comunità non-cristiane in Occidente hanno sollevato un simile problema. Allora qual è la fonte della cristianofobia nei paesi occidentali? Abbiamo a che fare non col pluralismo religioso, ma con un liberalismo laico aggressivo che scaccia la religione dallo spazio pubblico. Anche in Oriente la cristianofobia costituisce un grande pericolo. La violenza, gli omicidi di sacerdoti in Iraq, Pakistan, Egitto, ci mettono di fronte al problema generale: dobbiamo difendere la presenza cristiana in Medio Oriente. Dobbiamo risvegliare la coscienza pubblica. La nostra risposta deve essere pacifica e non deve provocare l’estremismo, ma allo stesso tempo deve essere molto ferma e potente grazie alla nostra solidarietà, se impariamo a parlare una lingua comune, se ci rendiamo conto che nessuno dovrebbe dividerci, quando parliamo su argomenti del genere. Di fronte a tali sfide, noi tutti siamo cristiani”.

Sottolineando che la Chiesa ortodossa russa attribuisce grande importanza al tema della cristianofobia, Sua Santità ha annunciato che dal 30 novembre al 1 dicembre di quest’anno si svolgerà a Mosca una conferenza internazionale sul tema, e ha invitato il capo della Chiesa maronita a parteciparvi e a visitare Mosca.

“Sono contento di incontrare tutti i patriarchi e i rappresentanti delle Chiese cattoliche orientali. Sono profondamente convinto della necessità dei nostri sforzi comuni, con la partecipazione attiva della Chiesa ortodossa antiochena, affinché la situazione in Medio Oriente cambi in meglio. Questo diventa particolarmente importante in relazione agli eventi politici che stanno accadendo oggi in Medio Oriente e nel Nord Africa”, ha detto il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill.

“La gente attende di vedere cambiamenti positivi”, ha continuato Sua Santità, sottolineando che è impossibile cercare di ottenere un cambiamento attraverso lo spargimento di sangue, la violenza e la divisione delle persone. Questo percorso rischia di dividere ulteriormente le società negli stati mediorientali, e può causare un lungo conflitto, doloroso e sanguinoso. “Con la divisione interna della società non può esistere lo stato”, – ha detto Sua Santità.

Durante la riunione sono stati affrontati anche i rapporti israelo-palestinesi. Si è fatto riferimento alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 1948 che dice che sui territori palestinesi deve esistere la pace e la sicurezza tra i due stati.

Ma i conflitti interni promuoveranno il processo di pace in Medio Oriente mentre dividono i popoli del Medio Oriente e del Nord Africa? Il Patriarca Kirill ritiene che l’attuale situazione non solo crea problemi per la vita interna di questi popoli, ma mette a repentaglio anche la prospettiva di risolvere il conflitto israelo-palestinese.

“Viviamo in un momento particolare, e nessuno di noi può esimersi dalle proprie responsabilità, – ha detto il primate della Chiesa Ortodossa Russa, rivolgendosi ai partecipanti della riunione. – I cristiani ovunque vivano, in Libano o Russia, sono legati alla Terra Santa, la regione del mondo dove Dio si è incarnato e ha aperto una nuova era nella storia umana. Siamo tutti responsabili dell’era cristiana, e dobbiamo mobilitare i nostri sforzi per la difesa dei valori cristiani nel mondo di oggi e la presenza cristiana in Medio Oriente”.

In memoria dell’incontro, Sua Santità ha donato al Patriarca maronita una coppa d’argento con le immagini delle reliquie principali della città di Mosca. Inoltre, ogni partecipante ha ricevuto una copia del libro di Sua Santità “Libertà e Responsabilità”, pubblicato in arabo.

Al termine dell’incontro, alla presenza dei rappresentanti dei mass media, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha rilasciato una dichiarazione. Esprimendo soddisfazione per il fatto che l’incontro è coinciso con la conferenza cui partecipavano i capi delle Chiese cattoliche orientali, Sua Santità ha detto: “Ci vuole una conferenza speciale questa volta, cruciale per il Medio Oriente e, naturalmente, per la presenza cristiana nella regione. E la mia preoccupazione, se ho capito bene, coincide con la preoccupazione dei partecipanti del nostro incontro di oggi. Si tratta, innanzitutto, della situazione dei cristiani in Medio Oriente e nel Nord Africa. Siamo di fronte a casi di discriminazione diretta e di violenza contro i cristiani, a causa della instabilità in diversi paesi della regione. I cambiamenti che si verificano vorrebbero costruire una società più giusta. Ma la grande preoccupazione è che queste buone intenzioni sono spesso accompagnate da violenze terrificanti, spargimento di sangue, discriminazione e persino persecuzioni dei cristiani. Non possiamo rimanere indifferenti a questi avenimenti. E facciamo appello al mondo intero affinché presti attenzione alla situazione che in alcuni paesi sta vivendo oggi la Chiesa cristiana. Voglia Dio che la presenza cristiana in Medio Oriente a seguito degli eventi che si stanno verificando non sia ridotta. Assistiamo già alla fuga della popolazione cristiana dalla regione.

Il Medio Oriente non dovrebbe perdere la sua unicità, insita nel fatto che qui da più di mille anni cristiani e musulmani vivono insieme. Nella nostra epoca illuminata, che dichiara il suo impegno per i diritti umani, non ci dovrebbero essere persone espulse dal loro luogo di nascita per motivi di fede.

Insieme a tutta la Chiesa ortodossa russa, prego che i luoghi santi siano rispettati, che in nessun modo siano trasformati in musei, e che quindi ci sia sempre una comunità cristiana. Per raggiungere questo obiettivo, noi siamo pronti a collaborare con tutte le comunità cristiane in Medio Oriente.

Alla luce di tutto questo si può capire che per me, l’incontro di oggi è motivo di gioia e mi dà una grande opportunità. Penso che tutti noi, la Chiesa ortodossa in Medio Oriente di Alessandria, Antiochia, il Patriarcato di Gerusalemme, e le altre comunità, dobbiamo lavorare insieme per la pace e la giustizia in questa regione del globo, col sostegno della comunità cristiana mondiale”.