È iniziata il 14 novembre 2014 la visita ufficiale di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill alla Chiesa ortodossa serba.

Della delegazione che accompagnava Sua Santità il Patriarca durante la visita facevano parte: il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk; il capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergij di Solnechnogorsk; il presidente del Dipartimento sinodale per l’Informazione V.R. Legojda; il vicepresidente del Decr, arciprete Nikolaj Balashov; il segretario del Decr per le relazioni inter-ortodosse, arciprete Igor Yakymchuk; l’assistente del presidente del Decr, arcidiacono Vladimir Nazarkin; il capo del protocollo del Patriarca, arciprete Andrej Milkin; il capo del servizio stampa del Patriarca, diacono Alexander Volkov.

All’aeroporto di Belgrado «Nikola Tesla» il Primate della Chiesa ortodossa russa è stato accolto da Sua Santità il Patriarca serbo Irinej, dal ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Serbia Ivica Dacic, i rappresentanti dell’episcopato e del clero della Chiesa serba, l’ambasciatore della Federazione Russa in Serbia A.V. Chepurin, l’ambasciatore della Repubblica della Bielorussia in Serbia V.N. Chushev, il rettore della Rappresentanza della Chiesa ortodossa russa a Belgrado, arciprete Vitalij Tarasov, e altri funzionari.

Dopo la cerimonia di benvenuto, i Primati delle Chiese ortodosse della Serbia e della Russia si sono rivolti ai rappresentanti dei media.

Sua Santità il Patriarca serbo Irinej ha ringraziato Sua Santità il Patriarca Kirill per essere venuto in visita di pace alla Chiesa serba ed ha osservato che la Russia e la Serbia, i popoli serbi e russi, hanno relazioni fraterne speciali.

In risposta, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto:

«Grazie, Santità, per le parole gentili con cui mi accogliete all’aeroporto di Belgrado. Vorrei esprimere la mia grande e sincera gioia di poter visitare questa terra, vicino al cuore russo, come Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’.

Quando molti russi arrivano in Serbia si sentono davvero come a casa. La fede comune, la cultura comune, i legami storici molto stretti, il sangue che è stato versato in nome di vittorie comuni – tutto ciò unisce strettamente i nostri popoli. E non sono solo parole che usiamo quando parliamo gli uni con gli altri, queste parole riflettono la realtà spirituale, storica, culturale.

Al centro della nostra comunione c’è la fede comune, un sistema comune di valori morali, l’amore per la propria terra natale, il popolo, ogni prossimo. Questo è qualcosa che unisce i nostri popoli. E la Chiesa è chiamata a contribuire al mantenimento della pace, e in questo senso le visite dei capi delle Chiese ortodosse tra loro sono di grande importanza, sia per le due Chiese che per i relativi popoli.

Mi auguro che le nostre comuni preghiere, le nostre conversazioni ci aiutino ad andare avanti insieme con maggiore fiducia, tenendoci per mano ed aprendoci reciprocamente il cuore.

Vorrei augurare alla Chiesa ortodossa serba, all’intero popolo serbo, allo Stato serbo pace, prosperità e concordia».