In una recente intervista concessa al canale televisivo VGTRK Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha parlato dell’esito della riunione dei Primati delle Chiese ortodosse ad Istanbul.

 

– In primo luogo, l’assemblea era rivolta ai problemi del mondo contemporaneo e ha espresso la sua posizione sulla situazione in Medio Oriente e nel Nord Africa, pronunciando parole molto forti in relazione a ciò che sta accadendo in Siria. È stata un’espressione di solidarietà verso le minoranze ortodosse cristiane oppresse oggi, con migliaia di vittime innocenti, il cui sangue è sparso in Siria e in altri Paesi, soprattutto in Medio Oriente e Nord Africa.

I partecipanti alla riunione hanno inoltre discusso della situazione in Ucraina. Nel messaggio rilasciato al termine della sinassi, sono espressi tre ammonimenti molto importanti su questo tema: il primo riguarda l’appello alla pace, affinché i problemi siano risolti con mezzi pacifici; il secondo è la richiesta che nessuno occupi con la forza chiese e monasteri, perché la forza militare o la forza fisica non devono partecipare alle controversie tra le Chiese; col terzo ammonimento, che è senza dubbio molto importante, si rivolge un appello alle persone che sono nello scisma a ritornare in seno alla Santa Chiesa Ortodossa. Naturalmente, questo appello presuppone di ripristinare l’unità canonica della Chiesa in Ucraina.

Il tema principale della riunione ha riguardato la preparazione del Concilio Panortodosso. Non si tratta di un Concilio Ecumenico, come alcuni credono, ma è un Concilio delle Chiese ortodosse. Questo Concilio è di importanza storica perché non ha precedenti, in quanto saranno rappresentate tutte le Chiese ortodosse locali.

È estremamente importante che le decisioni del Concilio verranno prese per consenso, cioè di comune accordo. Nessuna votazione sarà effettuata in seno al Concilio. Nello stesso tempo, nel documento che è stato formulato in questo incontro appena concluso, si dice che ogni Chiesa ha un voto. Ciò significa che non può rappresentare due punti di vista diversi, che la posizione della Chiesa locale dovrebbe essere formulata in modo da esprimere il parere generale di tutto il suo episcopato, del clero e dei fedeli. Questo è estremamente importante per evitare divisioni, affinché non ci sia nulla che possa portare a contrasti. Il Concilio deve unirci tutti, deve renderci più efficaci di fronte ai problemi che esistono nel mondo e riunire coloro che sono nello scisma.

Noi, naturalmente, abbiamo insistito che al Concilio Panortodosso partecipi il maggior numero possibile di vescovi. Ma circostanze esterne, legate allo svolgimento del Concilio a Costantinopoli, previsto per il 2016, non permettono di invitare tutti i vescovi. Pertanto è stato deciso che, poiché le decisioni verranno prese per consenso, la quantità di vescovi presenti non è determinante. In rappresentanza di ciascuna Chiesa prenderanno parte al Concilio 24 vescovi. Le Chiese che hanno meno di 24 vescovi, invieranno tutti i vescovi che hanno.

Riteniamo che entro il 2016 tutte le questioni relative alla preparazione dei documenti, alle decisioni sulle questioni procedurali, amministrative e tecniche, potranno essere risolte e, se il Signore vorrà, nel 2016 le Chiese ortodosse si pronunceranno con una sola bocca e un solo cuore su quello che oggi pensano sulla loro vita e il loro impegno pastorale, sul loro atteggiamento verso le questioni più importanti del nostro tempo.