I capi delle Chiese Ortodosse sulla pace in Siria
I Primati e rappresentanti delle Chiese Ortodsse locali, riuniti al Fanar (Istanbul) dal 6 al 9 marzo per discutere della preparazione del Concilio Panortodosso, hanno rivolto un messaggio ai fedeli ortodossi in tutto il mondo, ai cristiani di altre confessioni e a tutte le persone di buona volontà. In esso si esprime il sostegno delle Chiese ortodossto ai martiri e il compiacimento per la testimonianza data al mondo dai cristiani del Medio Oriente, dell’Africa e altre regioni del pianeta in cui essi subiscono persecuzione.
“Abbiamo ben presente – dice il testo – la loro doppia testimonianza di martirio: sia per la fede, che per i buoni rapporti costruiti lungo la storia, da molte generazioni, con fedeli di altre religioni. Noi condanniamo la mancanza di pace e stabilità che costringe i cristiani ad abbandonare la terra dove è nato il nostro Signore Gesù Cristo e da dove la Buona Novella si è diffusa in tutto il mondo”. Il messaggio è stato letto il 9 marzo nel corso della Divina Liturgia ceebrata nella cattedrale di s. Giorgio della residenza del Patriarca di Costantinopoli del Fanar.
I Primati delle Chiese Ortodosse hanno espresso la loro solidarietà a tutte le vittime della tragedia in corso in Siria e hanno condannato duramente il terrorismo di tutte le matrici e ogni tipo di diffamazione della religione. Riguardo ai rapimenti dei due metropoliti Paulos e Yohanna Ibrahim, di altri chierici e delle monache di Maalula (che al momento della dichiarazione non erano ancora state liberate), i capi dell’Ortodossia mondiale hanno affermato che essi costituiscono per loro una ferita, aggiungendo: “esigiamo la loro immediata liberazione”.
Rivolgendosi a tutte le parti in conflitto, i capi dele Chiese ortodosse hanno chiesto un sollecito cessate il fuoco, la liberazione di tutti gli ostaggi e lo stabilimento della pace attraverso trattative.
“I cristiani del Medio Oriente sono un lievito di pace. La pace per tutti significa anche pace per i cristiani”, dice la dichiarazione, che esprime sostegno al Patriarcato di Antiochia nella sua missione spiritule e umanitaria e nei suoi sforzi di ricostruire quanto è andato distrutto e di garantire il ritorno dei fuggiti.
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