L’8 marzo 2014 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, che ha compiuto una visita ad Istanbul per partecipare alla riunione dei Primati e rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, ha incontrato i connazionali che vivono in questa città. Alla riunione hanno partecipato anche l’ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica di Turchia A.G. Karlov e il console generale della Russia ad Istanbul A.V. Erkhov.
Rivolgendosi ai partecipanti all’incontro, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto: «Signor ambasciatore, cari fratelli e sorelle!
Sono lieto di avere questa bella opportunità di incontrare i rappresentanti della comunità russa ad Istanbul. Noi sappiamo come le cose stanno cambiando in questa città, come un numero crescente di nostri compatrioti risiede qui temporaneamente o permanentemente. Questa tendenza si osserva in tutta la Turchia, e per noi, ovviamente, la domanda più importante è come organizzare la vostra vita spirituale.
In città ci sono i metochion (rappresentanze) dei monasteri del Monte Athos, essi sono russi, ma non rientrano nella giurisdizione del Patriarcato di Mosca. Ora c’è il metochion del monastero russo di San Panteleimon.
Inoltre, come sapete, al momento abbiamo consacrato la chiesa della residenza estiva dell’ambasciatore a Büyük Dere. Anche questo è un luogo dove spero sarà possibile raccogliervi in preghiera.
Mi piacerebbe sentire da voi cosa sta succedendo nella vostra vita, quali sono i problemi».
I rappresentanti della diaspora russa hanno chiesto a Sua Santità il Patriarca Kirill informazioni sul destino dei metochion del Monte Athos, che nel XX secolo appartenevano alla Russia, e poi a causa della situazione politica sono divenuti greci. Attualmente la chiesa di Sant’Elia è minacciata di essere venduta e distrutta, analoga situazione si prevede per il metochion di Sant’Andrea. I fedeli russi non possono nemmeno provvedere al restauro perché non ottengono il permesso.
Continuando la conversazione sul destino dei luoghi sacri, che un tempo erano stati organizzati per la cura del popolo ortodosso russo, Sua Santità il Patriarca Kirill ha condiviso con gli interlocutori la storia del suo padre spirituale, il metropolita Nikodim (Rotov), che nel 1959 visitò lo skit di Sant’Andrea, che una volta era il più grande monastero russo sul Monte Athos. Il metropolita Nikodim fu per diversi decenni il primo sacerdote russo a riuscire ad andare sulla Sacra Montagna. In questa antica dimora c’era un solo monaco russo, che era preoccupato del fatto che per secoli in questo luogo erano stati custoditi i santuari e i paramenti sacri, donati dalla famiglia imperiale. Dopo la sua morte, nello skit è stato rimosso tutto.
«Ora, per grazia di Dio, questo skit è stato restaurato dal monastero di Vatopedi, al quale adesso appartiene, – ha detto Sua Santità. – Ho visitato lo skit di Sant’Andrea; ci sono monaci greci e russi, un bel numero. Lo skit non può essere restaurato rapidamente come vorremmo, non abbiamo nessun diritto su di esso. Come per lo skit di Sant’Andrea, anche nello skit di Sant’Elia, che ora appartiene al monastero del Pantokrator, vivono monaci russi, che lo custodiscono, come in passato. Ma legalmente, questi monasteri sono greci». Il patriarca ha richiamato l’attenzione degli interlocutori su un fattore importante per l’ulteriore sviluppo dei monasteri, quello di non allentare il legame storico con la Russia, con la Chiesa russa, con la cultura russa e il patrimonio, di cui sono eredi.
I rappresentanti dei connazionali hanno testimoniato il loro interesse per la conservazione e il restauro degli edifici dei metochion. Essi hanno inoltre discusso l’iniziativa di aprire scuole russe ad Istanbul. «La nostra diaspora si sta sviluppando attivamente, ora ci sono migliaia di bambini, – hanno detto. – Al momento stiamo discutendo in reti sociali sulla necessità delle scuole russe».
L’Assemblea ha inoltre sollevato la questione dell’esigenza del lavoro pastorale per i russi che giungono in Turchia. «Abbiamo bisogno di sostenere i giovani che vengono qui, assicurare loro un sostegno nella fede», – hanno detto i rappresentanti della diaspora al Primate della Chiesa ortodossa russa.
Al termine dell’incontro, ogni partecipante ha ricevuto da Sua Santità il Patriarca Kirill un dono in ricordo della riunione – l’icona di Kazan’ della Madre di Dio.