Recita del Canone di Sant’Andrea di Creta alla chiesa russa di Roma
Il 19 marzo 2013 il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, ha visitato la parrocchia di obbedienza patriarcale della Cheisa ortodossa Russa a Roma, dedicata a Santa Caterina di Alessandria. Il metropolita era accompagnato dai membri della delegazione della Chiesa Ortodossa Russa che in questi giorni hanno partecipato alle celebrazioni per l’insediamento del Papa Francesco: il metropolita Antonij di Boryspil, amministratore delegato della Chiesa Ortodossa Ucraina e rettore delle scuole teologiche di Kiev, il metropolita Platon di Feodosia e Kerch e lo ieromonaco Antonij (Sevrjuk), rettore della chiesa di Santa Caterina a Roma.
Durante la celebrazione della Compieta solenne è stato letto il Grande Canone penitenziale di Sant’Andrea di Creta. Al servizio ha partecipato anche il metropolita Amfilohij del Montenegro e Primore (Chiesa Ortodossa Serba).
Al termine del servizio, il metropolita Hilarion si è rivolto ai fedeli con un sermone, nel quale ha detto tra l’altro:
“Solo nel Grande Canone penitenziale di Sant’Andrea di Creta sentiamo queste parole: “Madre di Dio, custodisci la tua città che per Te regna nella fede, per Te trionfa”. Queste parole sono state scritte nella città che ha fondato il grande imperatore Costantino, città che fu chiamata seconda o Nuova Roma, perché era stata costruita come seconda capitale, capitale orientale dell’Impero Romano.
Oggi, abbiamo ascoltato queste parole nella prima Roma, dove hanno predicato gli apostoli Pietro e Paolo e vi hanno fondato la Chiesa Locale. In questa città siamo riuniti oggi per partecipare all’insediamento del vescovo di Roma.
Noi – come delegati delle Chiese Ortodosse Locali – questa mattina abbiamo presenziato alla messa solenne in piazza San Pietro, e ora, a quest’ora della sera, siamo riuniti nella nostra Chiesa ortodossa di Santa Caterina per offrire al Signore le nostre preghiere e leggere le parole del Grande Canone di penitenza, come sempre nella prima settimana di Quaresima. Esse ci spingono a riflettere sulla vita e sul suo significato, a comprendere i valori su cui si fonda la nostra vita.
Un tempo le cattedre della vecchia e della nuova Roma costituivano una sola Chiesa. Ogni città aveva la propria tradizione liturgica e teologica, ma le Chiese, nonostante la grande distanza, conservavano l’unità. Poi, a causa della superbia umana, di dissensi politico-ecclesiali, l’unità tra i cristiani d’Oriente e d’Occidente è andata perduta. Oggi, il Patriarca della Nuova Roma è presente all’insediamento del vescovo di Roma come ospite, non però come un ospite a una festa di un estraneo, in quanto noi non possiamo percepire la Chiesa cattolica come estranea a noi. Le sue sofferenze sono anche nostre, perché viviamo nello stesso mondo e affrontiamo le stesse tentazioni e sfide. Per un ortodosso è importante mantenere un rapporto sereno e di rispetto verso la Chiesa cattolica, astenendosi sia dall’eccessiva ammirazione per lo splendore del rito cattolico, che dai giudizi nei confronti dei nostri fratelli occidentali. La cosa più importante per noi è mantenere saldamente e strettamente il tesoro della fede ortodossa, che alcuni di noi hanno ricevuto dai genitori e antenati, e altri hanno acquisito nella propria esperienza di vita.
Noi amiamo la nostra Santa Chiesa Ortodossa perché ci dà la salvezza, ci dà la forza di portare la nostra croce nella vita. È nella Chiesa che noi ci uniamo a Dio attraverso il sacramento della Santa Eucaristia e la partecipazione agli altri Sacramenti, attraverso i riti e la preghiera.
La Chiesa Ortodossa è come l’arca di Noè, che conduce ognuono di noi nel Regno dei Cieli in mezzo alle onde furiose del mondo. Non dobbiamo dubitare del carattere salvifico della nostra fede ortodossa. Ma non possiamo giudicare quanti sono fuori da questa nave: dobbiamo affidarli alla volontà di Dio. Dobbiamo essere loro amici, rispettarli, e soprattutto essere per loro e per quanti ci circondano un esempio di autentica vita cristiana.
La Quaresima è un tempo in cui riflettiamo sul significato della nostra vita, sulle sue basi. Un tempo in cui non dobbiamo limitarci a ricordare le nostre cattive azioni e a fare penitenza, ma dobbiamo esaminare tutti i nostri punti di riferimento, rivolgerci a Dio, chiedere perdono per i peccati passati e cercare di non ripeterli in futuro. Il Signore durante la Quaresima ci chiama al pentimento, ma non vuole che scaviamo continuamente nel passato, ripensando agli errori commessi, ma piuttosto che cerchiamo di cambiare noi stessi ed eliminare ciò che ci separa da Dio, per avanzare sulla via della perfezione cristiana. Dio ci chiama al pentimento, e se noi non riusciamo immediatamente a sbarazzarci di tutti i nostri peccati e difetti, durante la Quaresima dobbiamo fare almeno un passo in avanti sulla via della salvezza”.
il metropolita Hilarion ha ricordato quanto sia importante durante la Quaresima guardare con attenzione nel profondo della propria anima, ascoltare le parole dei testi liturgici quaresimali, leggere con attenzione a casa la Sacra Scrittura e gli insegnamenti dei santi padri, al fine di capire come correggere la propria vita, come fare un passo in avanti sulla strada verso il Regno dei Cieli.
“La Quaresima è un tempo di penitenza, un tempo per ripensare e valutare la nostra vita – ha ricordato il metropolita. – Chiediamo al Signore di aprire i nostri occhi spirituali, di aiutarci a guarire dai nostri peccati come da una malattia, lui che è vero medico delle anime e dei corpi, e di darci la forza di compiere quanto ci affida la Chiesa”.
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