Il 30 maggio, festa di tutti i santi, il Capo della Chiesa Ortodossa Russa e quello della Chiesa Ortodossa di Costantinopoli hanno concelebrato da divina liturgia nella basilica di s. Isacco a Pietroburgo.

Prima dell’inizio della funzione, alcuni vescovi e numerosissimi chierici di entrambe le Chiese hanno accolto il Patriarca Bartolomeo e il Patriarca Kirill nel lungomare dell’Ammiragliato, da dove è cominciata la processione verso la chiesa. Nella basilica attendevano migliaia di fedeli.

Coi due Patriarchi hanno concelebrato: i metropoliti Kallistos di Diocleia, Michael dell’Austria, Irinaios di Myriophyton e Peristasis, e Emmanuel della Gallia, del Patriarcato di Costantinopoli, e i metropoliti Vladimir di Kiev e tutta l’Ucraina, Vladimir di Pietroburgo e Ladoga, l’esarca patriarcale di tutta la Bielorussia Filarete di Minsk e Slutsk, Juvenalij di Krutitsy e kolomna, Vladimir di Kishinau e tutta la Moldavia, il cancelliere del Patriarcato di Mosca Varsonofij di Saransk e della Mordovia, il Presidente del per le relazioni esterne Hilarion di Volokolamsk, Agafangel di Odessa e Izmail, gli arcivescovi Lev di Novgorod e Staraja Rus, Pavel di Vyshgorod, Ionafan di Abakan e Kyzyl, Jelisej di Surozh, Markell di Beltsy e Feleshty, Nazarij di Vyborg, i vescovi Sergij di Solnechnogorsk e Aleksandr di Perejaslavl’Khmelnitskij, del Patriarcato di Mosca, e numerosi chierici di entrambe le Chiese.

Alla fine della liturgia il Patriarca Kirill ha rivolto al Patriarca Bartolomeo e al suo seguito un discorso di commiato, nel quale ha messo in evidenza  i tratti che accomunano le città di Pietroburgo e Costantinopoli, sottolineando in particolare la fedeltà alla Chiesa, e ha detto in conclusione:

“La festa che celebriamo oggi, caro santissimo confratello, è dedicata all’unità della Chiesa universale. Noi due ci conosciamo già da lungo tempo, e sono felice che ogni volta che ci incontriamo diventiamo più vicini, che i rapporti delle nostra Chiese locali si rafforzano, che la santità e la pienezza dell’Ortodossia superano ogni divisione.

Abbiamo la stessa devozione per i luoghi santi, la stesa santità. E ci è caro il fatto che siate venuti a venerare i nostri santuari, i monasteri e le chiese di Mosca e Pietroburgo.  I monaci della laura della Trinità di san Sergio e del monastero di Valaam la ricorderanno nelle loro preghiere.

Tempo fa, alla fine di una sua precedente visita in Russia, nel 1993, Lei ha detto che avrebbe riportato a casa solo metà del suo cuore, perché l’altra metà la lasciava qui. Noi speriamo che questa volta il suo cuore resterà qui tutto intero! Ma poiché il suo è il cuore del Capo della Chiesa Ortodossa di Costantinopoli, esso sarà anche interamente con la sua Chiesa. Vivremo nell’unità dei nostri cuori, riscaldando l’un l’altro e i nostri popoli col nostro amore reciproco. E il mio cuore e quello dei nostri fedeli resterà sempre con lei, nelle preghiere e nell’unità della nostra Santa Chiesa universale. Cristo è in mezzo a noi!

In ricordo della preghiera comune il Patriarca Kirill ha fatto dono al Patriarca di Costantinopoli di una grande icona della Madre di Dio “Fedorovskaja”, arricchita di pietre preziose, ricordando che con quest’icona era stato benedetto prima della sua incoronazione il primo zar della dinastia Romanov, Michail Fedorovich.

Il Patriarca Bartolomeo ha risposto con un discorso nel quale ha ritracciato la storia della città di Pietroburgo e di sant’Isacco il Dalmata cui è dedicata la chiesa in cui si trovavano. Ha detto in conclusione:

“Abbiamo più volte parlato della generosa ospitalità e dell’amore del Santissimo Patriarca di Mosca e tutte le Russie, il nostro amato fratello Kirill, della generosità del metropolita Vladimir di Pietroburgo e Ladoga, di come ci ha accolto il vostro popolo fedele e benedetto da Dio.

Di tutto cuore vi ringraziamo per tutto ciò che abbiamo sentito e provato. Vi benediciamo con entrambe le mani. Preghiamo il Signore che conceda a tutti voi, pastori e gregge, salute e forze per il compimento di ogni opera buona con cui è glorificato il purissimo e altissimo nome del nostro Padre celeste.

Dopo il duro inverno ecco che la primavera è arrivata nella terra russa, una “primavera spirituale, primavera delle anime”, come diceva il nostro predecessore, s. Gregorio il teologo nel suo sermone pasquale.

Restate inflessibili nella santa fede ortodossa. Noi chiediamo le vostre preghiere per la Chiesa madre di Costantinopoli, sofferente e crocifissa per molti secoli. Pregate, perché mai venga a mancare l’olio nella lampada del Fanar che un giorno illuminò anche voi, perché per la mancanza dell’olio non divenga mai un “lucignolo fumigante” (Mt 12, 20). “La nostra speranza è il Padre, il nostro rifugio è il Figlio, la nostra protezione è lo Spirito Santo!” (dalle preghiere della sera).

Confidiamo, che mai smetterete di pregare per la grande Chiesa di Cristo. Solo questo vi chiediamo, cari e amati figli nostri nel Signore. Chiediamo le vostre preghiere, vi ringraziamo, amato santissimo Patriarca di Mosca e tutte le Russie Kirill, per tutto il suo amore per noi e i nostri accompagnatori, la ringraziamo per le tre concelebrazioni cha testimoniano dell’unità delle nostre Chiese nel vincolo della pace. Benediciamo il popolo di Dio dalla Chiesa madre di Costantinopoli. Lasciamo qui, come lei ha detto, il nostro cuore, in questa terra, con questa Chiesa e questo popolo. Che la nostra unità e la nostra fratellanza sia sempre a gloria di Dio e in favore della pace in tutto il mondo. Cristo è in mezzo a noi, sempre!”