Messaggio del Sinodo dei Vescovi
Il Sinodo dei Vescovi, tenutosi a Mosca il 2-3 febbraio 2016, ha inviato un messaggio al clero, ai monaci e a tutti i fedeli della Chiesa ortodossa russa.
Reverendi padri amati nel Signore, venerabili monaci e monache, cari fratelli e sorelle!
Il Sinodo dei Vescovi che si è tenuto nella città di Mosca il 2-3 febbraio 2016, si rivolge a voi con il saluto apostolico: «La Grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù nostro Signore» (1 Tim 1: 2) siano con voi senza sosta.
La Parola del Signore «che tutti siano una cosa sola» (Gv. 17, 21) risuona per noi oggi con maggior forza di fronte ad un mondo sempre più diviso. L’apostolo Paolo ammonisce: «Vi esorto fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d’intenti» (1 Cor 1,10). La cura per il mantenimento dell’unità della Chiesa è il dovere di ogni cristiano ortodosso: vescovo, chierico, religioso o laico.
Un’espressione di questa unità sono stati i Concili, a partire dal primo – il Concilio degli Apostoli a Gerusalemme, le cui decisioni erano precedute dalle parole: «Piacque allo Spirito Santo e a noi» (At 15, 28). È in fase di preparazione il Concilio Pan-ortodosso, al quale parteciperanno i vescovi di tutte le Chiese ortodosse autocefale. La sua apertura è prevista a Creta quest’anno, nel giorno di Pentecoste. I vescovi che rappresenteranno la Chiesa ortodossa russa al Concilio Pan-ortodosso, seguendo fedelmente la verità di Cristo e in conformità con la tradizione patristica, custodita da più di mille anni nella nostra Chiesa, dovranno, insieme con i rappresentanti delle altre Chiese locali, dare risposte ai problemi che si pongono a tutta la pienezza dell’Ortodossia. A voi chiediamo di offrire ferventi preghiere affinché il Signore riveli la Sua santa volontà ai membri del prossimo Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa e il suo svolgimento serva alla gloria di Dio, al beneficio dell’Ortodossia universale, al rafforzamento della sua unità e al mantenimento della purezza della nostra santa fede (cfr. Gd 1, 20).
La prova del legame indissolubile tra la Chiesa celeste e quella terrena è la canonizzazione appena avvenuta in codesto Sinodo dei Vescovi dell’arcivescovo Serafim di Boguchar (Sobolev, 1881-1950), che ha svolto il suo ministero episcopale in Bulgaria, dove ha concluso il suo cammino terreno. Questo servo di Dio ha rivelato un esempio di vita retta, un tenero e sincero amore per il suo gregge, ed è stato glorificato dal Signore durante la sua vita con doni di grazia, e dopo la sua morte con miracoli. Convincenti, forti e luminose sono le sue parole sulla necessità di mantenere con fermezza la fede ortodossa: «Un aspetto importante della Chiesa – ha scritto San Serafino – è l’immutabilità della sua dottrina dogmatica, morale e canonica, che proviene da Dio stesso, il Signore Gesù Cristo <… >. In questa immutabilità della dottrina della Chiesa ortodossa, che mantiene in totale purezza la fede degli apostoli, consiste l’importante e significativa differenza con tutte le altre confessioni cristiane». Da questa comprensione è guidata e sarà guidata la Chiesa ortodossa russa.
Nel gioire per l’aumento della venerazione dei santi di Cristo tra il popolo di Dio, il Sinodo ha benedetto a livello della Chiesa intera il culto di un gruppo di santi prima venerati a livello locale, compreso il medico-martire Evgenij (Botkin), ucciso insieme ai martiri della famiglia imperiale. La sua esaltazione a livello di tutta la Chiesa è particolarmente importante oggi, quando la Chiesa cerca di fare piena chiarezza sulle circostanze dell’uccisione della famiglia reale.
Attualmente è iniziata una nuova fase nello studio dei resti trovati a Ekaterinburg e attribuiti alla famiglia reale. Il Sacro Consiglio dei Vescovi insiste su un esame scientifico equo e approfondito, perché i resti dei martiri per la Chiesa sono sante reliquie. Questi resti, trovati a Ekaterinburg, possono essere riconosciuti tali solo se è possibile fugare ogni minimo dubbio sulla loro autenticità.
La Chiesa ortodossa russa prega per il dono della pace nella sofferente terra ucraina, dove continua il conflitto armato nel Sud-Est. In un contesto di sequestri di chiese e vessazioni nei confronti dei figli della Chiesa canonica, il Sinodo chiede di intensificare la preghiera per l’episcopato, il clero, i religiosi e i laici della Chiesa ortodossa ucraina.
Suscitano preoccupazioni le violenze in corso in Medio Oriente sulla popolazione e la persecuzione dei cristiani, che sono sottoposti a torture ed espulsi dalle loro zone di residenza. I templi vengono distrutti e gli oggetti santi profanati. La nostra preghiera oggi è rivolta alla soluzione pacifica dei conflitti in questa regione.
La Chiesa ortodossa esercita sempre il suo ministero salvifico, predicando il Vangelo di Cristo, morto e risorto, a vicini e lontani. Tutti noi siamo chiamati a questa testimonianza con la vita e la parola: i gerarchi, il clero, i religiosi e i laici. «Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la Sua volontà, operando in voi ciò che a Lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo» (cfr. Eb. 13, 20).
Amen.