Consiglio supremo ecclesiastico
Il 29 dicembre 2016 nella sala del Consiglio supremo ecclesiastico della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, sotto la presidenza di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, si è tenuta l’ultima riunione del 2016 del Consiglio supremo della Chiesa ortodossa russa.
All’inizio della riunione il Primate della Chiesa ortodossa russa ha rivolto alcune osservazioni introduttive ai membri del Consiglio supremo ecclesiastico.
«Le nostre attività ecclesiastiche sono state effettuate sullo sfondo di eventi molto difficili nel mondo», ha sottolineato Sua Santità il Patriarca, osservando che «la Russia e alcuni altri Paesi, dove si estende la responsabilità canonica della Chiesa ortodossa russa, nel corso dell’ultimo anno sono stati in una situazione difficile».
«Ma alla fine del 2016 si ha l’impressione che, nonostante le molte difficoltà e sofferenze, che sono state affrontate, questo è stato un anno di successo», ha detto il Primate della Chiesa Russa.
«Ora, per grazia di Dio, stiamo risolvendo i problemi che sono sorti nel nostro Paese e nel mondo intero, – si è augurato Sua Santità. – Innanzitutto mi riferisco alla situazione politica molto pericolosa che si è sviluppata in Medio Oriente e in Siria».
Secondo Sua Santità, in questo anno «ci sono stati cambiamenti che hanno portato la crisi stessa e l’intero genere umano verso uno sviluppo politico molto pericoloso».
«Se parliamo della nostra Chiesa, delle difficoltà che abbiamo dinanzi, dobbiamo capire che la Chiesa Russa non è solo la Chiesa della Federazione Russa – ha proseguito Primate. – In questo senso, non dobbiamo mai dimenticare che le nostre azioni e le parole che diciamo e quello che facciamo devono andare a beneficio di tutti i popoli a cui si estende la responsabilità canonica della Chiesa ortodossa russa. Nelle circostanze in cui viviamo oggi, questo servizio ha dinanzi a sé molte difficoltà. Con la grazia di Dio sono state evitate azioni che avrebbero peggiorato la situazione, e, al contrario, credo che molto è stato fatto nell’anno che sta per finire affinché la gente possa credere nel sincero mantenimento della pace della nostra Chiesa».
Nel suo intervento, Sua Santità il Patriarca Kirill ha prestato particolare attenzione al servizio della Chiesa ortodossa ucraina «che fa parte del Patriarcato di Mosca, che per tutto quest’anno ha realizzato il suo servizio di pace, nonostante i pericoli e le difficoltà che sono sorte nel suo percorso».
«In particolare vorrei ricordare la processione di tutta l’Ucraina, che è stato un evento eccezionale non solo nella vita della Chiesa, ma anche nella vita del popolo ucraino e dello Stato – ha detto Sua Santità il Patriarca. – L’Ucraina e il mondo intero hanno visto la vera posizione di pace della Chiesa, che è ben lungi dal fare politica e sfruttare in qualche modo la situazione politica nel Paese, ma ha come obiettivo la cessazione delle ostilità».
«Penso che il rilascio dei prigionieri, che si è verificato alla fine di questo anno su richiesta del metropolita Onufrij, è stato un segnale importante per tutti coloro che veramente cercano la pace in Ucraina. La Chiesa ortodossa ucraina non solo prega, ma anche lavora per la pace nella terra ucraina», ha detto Sua Santità.
Cambiando discorso, Sua Santità il Patriarca Kirill ha detto che «il nuovo anno è associato al centenario dei tragici eventi nella storia della nostra Patria. In questo anno dobbiamo tenere speciali preghiere per i nostri popoli, per i Paesi che un tempo costituivano un unico Stato, e ora sono sovrani, ma collegati tra loro da legami storici, spirituali e culturali».
Secondo Sua Santità, nel 2017 bisogna pregare per i nostri Paesi e i popoli. «Allo stesso tempo, penso che dovremmo riflettere su ciò che è accaduto al nostro popolo, il senso di tutti questi sconvolgimenti, qual è il significato di questi sconvolgimenti e quali conclusioni spirituali possiamo trarre dalla storia tragica del XX secolo», ha detto Sua Santità il Patriarca sottolineando l’uso improprio del termine «celebrazione» in connessione con il centesimo anniversario degli eventi del 1917.
«Non si tratta di celebrare il 100° anniversario della tragedia, ma di come celebrare consapevolmente questa data, con riflessioni profonde e preghiere sincere, in modo che gli errori commessi 100 anni fa possano insegnare al nostro popolo come evitare errori simili nell’attuale fase di sviluppo», ha concluso il Primate della Chiesa Russa.
Poi Sua Santità il Patriarca Kirill ha annunciato l’ordine del giorno, comprendente l’attuazione delle decisioni del Consiglio supremo ecclesiastico e del Consiglio dei vescovi, la relazione del vescovo Panteleimon di Orekhovo-Zuevo sulla riorganizzazione della struttura diocesana e la modifica dello statuto della Chiesa ortodossa russa nel funzionamento dei consigli diocesani, la relazione del vescovo Irinarkh di Krasnogorsk sulle proposte concernenti le attività dell’assistente capo degli organi territoriali del servizio penitenziario federale, nonché la discussione di altre questioni di attualità della vita della Chiesa.