Il 13 settembre 2016, con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, il metropolita Aristarkh di Kemerovo e Prokopyevsk ha visitato la Chiesa ortodossa serba e ha preso parte agli eventi dedicati al 75° anniversario della tragedia di Jasenovac.

Nel 1941, il movimento nazionalista e fascista croato dell’Ustascia creò il più grande sistema regionale di campi di concentramento a Jasenovac.  In pochi anni furono uccise circa 700 mila persone, di cui mezzo milione di serbi ortodossi, 40 mila rom, 33 mila ebrei. Il campo ha anche inviato a morte coloro che erano sospettati di attività anti-nazista. Secondo alcuni dati, tra le vittime ci sono stati anche 20mila bambini di età inferiore ai dodici anni.

Molti serbi del luogo subirono a Jasenovac il martirio per la loro fedeltà all’Ortodossia.

Nel 2012, il Consiglio dei Vescovi della Chiesa serba ha canonizzato i martiri di Jasenovac; i loro nomi sono stati inclusi anche nel menologio della Chiesa ortodossa russa con l’istituzione della celebrazione della loro memoria il 31 agosto (13 settembre), come stabilito nella Chiesa ortodossa serba.

Le commemorazioni di questi eventi tragici, che hanno avuto inizio il 9 settembre, sono state guidate da Sua Santità il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli e Sua Santità il Patriarca Ireneo di Serbia. I Primati delle due Chiese hanno officiato un servizio di preghiera presso la Cappella di San Sava della Serbia nel liceo ortodosso di Zagabria, in Croazia. La cappella, la scuola e il cortile erano gremiti di fedeli.

Poi, nella sala delle riunioni del liceo si è tenuto il convegno «I nuovi martiri: prospettive II». L’evento è stato aperto da un discorso di Sua Santità il Patriarca Bartolomeo. Il metropolita Aristarkh di Kemerovo e Prokopyevsk ha parlato dei «Nuovi Martiri della Chiesa di Cristo – un esempio di eroismo morale».

Il 10 settembre il metropolita Aristarkh ha concelebrato la Divina Liturgia nel Monastero di San Giovanni Battista nella città di Jasenovac. Il rito è stato presieduto da Sua Santità il Patriarca Bartolomeo e Sua Santità il Patriarca Ireneo e gli ospiti delle Chiese ortodosse polacche e rumene.

Dopo la Liturgia, nei pressi di una fossa comune del campo di concentramento sono stati commemorati tutti i cristiani ortodossi, vittime dell’eccidio.