Nell’ambito della 69ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 21 e 22 aprile si è tenuto alla sede dell’ONU a New York un dibattito di alto livello sul tema: «Promuovere i principi di tolleranza e integrazione: sostenere la pace e società inclusive per contrastare l’estremismo violento». L’evento è stato aperto dal presidente della 69ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, Sam Kutesa, insieme con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e con il sostegno dell’Alto Rappresentante per l’Alleanza delle civiltà delle Nazioni Unite Nassir Abd al-Aziz Al-Nasser.

Nella sala dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, i rappresentanti di 56 Paesi hanno condiviso le loro opinioni sulle sfide per sconfiggere l’estremismo e stabilire una pace duratura. Hanno tenuto le loro relazioni i membri dell’Unione europea, del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, dell’Assemblea parlamentare dei Paesi del bacino del Mediterraneo e dell’Organizzazione per la cooperazione islamica. Per la Russia è intervenuto il rappresentante permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite V.I. Churkin.

Il secondo giorno del dibattito di alto livello presso le Nazioni Unite sono intervenuti i rappresentanti delle diverse religioni. Tra i relatori c’erano rappresentanti delle confessioni cristiane, dell’ebraismo, dell’islam, dell’induismo e del buddismo. Per la Chiesa ortodossa russa ha partecipato l’amministratore delle Parrocchie Patriarcali negli Stati Uniti, vescovo Ioann di Naro-Fominsk. Nel suo discorso, il vescovo ha presentato la visione della Chiesa russa in materia di risoluzione dei conflitti esistenti nel mondo oggi. Particolare attenzione è stata posta al problema della violazione dei diritti dei cristiani in Medio Oriente, Africa e in altre regioni del mondo. Il vescovo Ioann ha invitato i leader politici ad affrontare la questione specifica della cristianofobia e ad adottare «un approccio più responsabile e determinato per risolvere i conflitti esistenti con l’immediata cessazione dello spargimento di sangue e delle violenze contro civili innocenti».

Il rappresentante del Patriarcato di Mosca ha parlato anche degli sforzi per attirare l’attenzione della comunità internazionale sui problemi del mondo contemporaneo, intrapresi da Sua Santità il Patriarca Kirill e dalla Chiesa ortodossa russa negli incontri con leader politici, autorità pubbliche e religiose, con i mass media e in varie sedi e forum internazionali. È stata sottoposta all’attenzione dei presenti la positiva esperienza della Chiesa Russa nel condurre il dialogo interreligioso nel quadro del Consiglio Interreligioso della Russia, del Consiglio Interreligioso della CSI, nella commissione bilaterale russo-iraniana per il dialogo «Ortodossia-Islam».

In conclusione, il vescovo Ioann ha espresso fiducia nel fatto che il dialogo dei leader religiosi e dei leader politici, anche nell’ambito delle Nazioni Unite, possa effettivamente aiutare a superare molti conflitti.

Secondo quanto riporta il sito della Chiesa ortodossa russa negli Stati Uniti, il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha espresso la speranza che i leader religiosi continueranno a svolgere un ruolo attivo nel risolvere i conflitti e stabilire una pace duratura.