Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha incontrato il 15 aprile 2015 il ministro della Difesa della Grecia e leader del partito «Greci Indipendenti», Panos Kammenos, presso la residenza patriarcale e sinodale nel Monastero di San Daniele.

Alla riunione hanno partecipato il vice presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, arciprete Nikolaj Balashov, e il dipendente del Segretariato per le relazioni interortodosse del Decr, diacono Anatoly Churyakov.

«Sono lieto di incontrarla durante la settimana di Pasqua», ha detto Sua Santità il Patriarca Kirill nel ricevere l’ospite, aggiungendo di aver incontrato di recente anche il primo ministro greco Alexis Tsipras.

Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha rilevato l’importanza dello sviluppo delle relazioni russo-greche, sottolineando che la maggioranza degli abitanti dei due Paesi sono cristiani ortodossi. «Il fattore ortodosso gioca un ruolo molto speciale nelle relazioni tra la Grecia e la Russia. Sia nel nostro Paese che nel Vostro sono cambiati governi, partiti, perfino i regimi politici, ma le relazioni tra le due nazioni sono sempre state buone perché costruite sul fondamento dell’Ortodossia», ha testimoniato Sua Santità.

Il Patriarca Kirill ha ricordato che Panos Kammenos ha avviato la costituzione del gruppo interparlamentare greco sulle questioni riguardanti l’Ellenismo e l’Ortodossia, e ha detto all’ospite che nell’attuale Duma di Stato della Federazione Russa è stato creato un gruppo interparlamentare di deputati in difesa dei valori cristiani. Inoltre, come sottolineato da Sua Santità, esiste l’Assemblea interparlamentare sull’Ortodossia, in cui lavorano insieme deputati provenienti da Grecia, Russia e altri Paesi.

Nel corso della conversazione, Sua Santità ha sottolineato la posizione di Panos Kammenos sul supporto (anche finanziario) delle attività del clero della Chiesa greco-ortodossa, che svolge un lavoro educativo e sociale molto importante, soprattutto nelle aree rurali, dove la Chiesa è il vero centro della vita comunitaria.

Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha sottolineato la necessità di una comune azione di solidarietà panortodossa e pancristiana. «Oggi credo che la principale preoccupazione per tutti i cristiani dovrebbe essere la situazione della popolazione cristiana in Medio Oriente e nel Nord Africa», ha detto.

«Ricevo regolarmente segnalazioni di crimini terribili che avvengono lì contro i cristiani, soprattutto nel Nord dell’Iraq, – ha continuato Sua Santità. – Mi è capitato di essere in quei luoghi, e mi ricordo quante chiese e monasteri c’erano. Solo a Mosul c’erano 45 chiese. Ora neanche una. In Siria sono state distrutte 400 chiese. Questo è un disastro. Chi ricostruirà questi luoghi di culto? Ma la cosa peggiore è il fatto che la gente è in fuga dalle regioni controllate dallo «Stato islamico». E se si va avanti così in Medio Oriente non ci sarà più nessuna presenza ortodossa e cristiana; i cristiani saranno espulsi dai luoghi in cui è sorto il cristianesimo». Questo, secondo il Primate della Chiesa ortodossa russa, cambierà l’equilibrio e causerà un’ulteriore radicalizzazione della società islamica, perché «la presenza della minoranza cristiana è stato un fattore che ha determinato la tolleranza e le buone relazioni tra cristiani e musulmani».

Il Patriarca Kirill ha condiviso i ricordi della sua visita in Siria, che si è svolta all’inizio della guerra: «Da tutte le parti ho sentito parole di sostegno al presidente Assad. L’argomento principale era «che tutti noi qui siamo sempre vissuti in pace». E i cristiani dicevano: «Noi siamo protetti. I nostri cittadini ortodossi servono nell’esercito, ci sono generali ortodossi. Ci sono anche ministri ortodossi nel governo e professori nelle università». Questa stessa gente ritiene ora che vi sia una terribile minaccia. I radicali islamici distruggono le chiese, le persone vengono espulse, le donne violentate e i bambini uccisi». Sua Santità ha inoltre rilevato l’importanza della posizione dello Stato russo sulla questione siriana.

«Credo che tutti noi dovremmo prestare particolare attenzione alla situazione dei cristiani nella regione, anche nel dialogo con i governi islamici, – ha detto Sua Santità. – Oggi i cristiani sono perseguitati e oppressi per la fede. La stessa cosa accade in Nigeria, in Pakistan e in Nord Africa. Anche in alcuni Paesi europei è vietato indossare la croce sul lavoro e, in nome della tolleranza, non si usano le parole «Natale» o «Pasqua», e si parla invece di vacanza invernale o festa di primavera. Pertanto, abbiamo qualcosa su cui lavorare, anche a livello internazionale e nel dialogo con i governi di altri Paesi».

Con grande dolore il Patriarca ha evidenziato i gravi fatti che stanno accadendo oggi in Ucraina. «Eventi di rilievo hanno messo in moto un meccanismo di guerra civile, e diverse forze si sono scontrate in un terribile combattimento mortale – ha dichiarato Sua Santità. – La nostra Chiesa oggi si trova in una posizione molto difficile, perché il suo gregge si trova sia ad est che ad ovest, e a Kiev». La Chiesa deve cercare di mantenere la pace, ha detto con fermezza Sua Santità. Non può perdere questa capacità, non può assumere una posizione politica contro un’altra posizione politica. Ad esempio, la Chiesa greco-cattolica ucraina e lo scismatico «Patriarcato di Kiev» hanno preso una posizione nel conflitto e questo accende gli animi.

«Noi stiamo cercando di fare tutto il possibile per armonizzare le parti ostili e ripristinare le relazioni tra le persone. E qualcosa siamo stati in grado di fare – ha detto il Patriarca. – Ma ogni situazione di pace è sempre vulnerabile, perché ciascuna delle parti vuole avere nella Chiesa una giustificazione e il sostegno della propria posizione. Tuttavia, continueremo questo servizio, perché verrà il tempo in cui sarà necessario raccogliere le pietre. Sorprendentemente, oggi in Ucraina non c’è alcuna organizzazione che possa farlo, tranne la Chiesa. Perciò noi portiamo la nostra croce, ma con piena consapevolezza dell’importanza di questa missione».

Il ministro della Difesa della Grecia si è detto onorato di incontrare il Primate della Chiesa ortodossa russa e ha testimoniato il suo rispetto.

Secondo quanto affermato da Panos Kammenos, il suo partito politico è a favore della tutela dei valori tradizionali cristiani.

Egli ha sostenuto la posizione di Sua Santità il Patriarca Kirill sulla situazione in Medio Oriente. «Sta accadendo proprio così. Le persone vengono crocifisse, uccise, torturate – possiamo parlare di nuovi martiri cristiani, – ha detto. – Non è un caso che all’inizio degli eventi in Siria siano stati rapiti due gerarchi cristiani. Ancora non conosciamo la loro sorte». L’ospite ha sottolineato l’importanza di aiutare le persone nella regione e fare tutto il possibile per proteggere i santuari cristiani.

Egli ha anche rilevato la necessità di una soluzione pacifica in Ucraina, esprimendo sostegno agli sforzi di pace della Chiesa ortodossa russa e alla preoccupazione per il caso del sequestro delle chiese ortodosse.

Durante la conversazione, Panos Kammenos ha affrontato il tema dell’Anno della lingua e cultura greca in Russia e della lingua e cultura russa in Grecia, che si celebrerà nel 2016. Nello stesso anno, si celebrerà il 1000° anniversario della presenza russa sul Monte Athos. «Voglio assicurare a Vostra Santità che faremo tutto quanto in nostro potere per celebrare questo evento con la grandezza che merita», ha detto il capo del Ministero della Difesa greco, sottolineando l’importanza della ricorrenza del Monte Athos e dello sviluppo le relazioni greco-russe.

Al termine della conversazione le parti si sono scambiate i doni.