Il 31 ottobre 2014 il metropolita Hilarion, Rettore della Scuola di dottorato e alti studi teologici della Chiesa ortodossa russa e presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha presieduto la cerimonia di conferimento del diploma di dottore honoris causa al Prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio (Italia).

La decisione di conferire ad Andrea Riccardi il titolo di dottore honoris causa è stata presa dal Consiglio Accademico della Scuola di dottorato e alti studi teologici della Chiesa ortodossa russa intitolata ai santi Cirillo e Metodio, e ratificata dal Patriarca di Mosca e tutta la Rus’ Kirill.

Da parte della Chiesa ortodossa russa alla cerimonia hanno partecipato il presidente del Dipartimento sinodale per la Carità e il ministero Sociale, vescovo Panteleimon di Orechovo-Zuevo, il rettore dell’Università Teologica Ortodosso “San Tichon”, arciprete Vladimir Vorobiev, il presidente della Commissione patriarcale per la famiglia e la protezione della maternità, arciprete Dimitrij Smirnov, l’amministratore delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, archimandrita Antonij (Sevrjuk).

La Chiesa Cattolica era rappresentata dal Nunzio apostolico in Russia, arcivescovo Ivan Jurkovic.

Erano presenti anche rappresentanti del corpo diplomatico, l’Ambasciatore di Malta presso la Federazione Russa Carmelo Brincat, il Ministro Consigliere dell’Ambasciata d’Italia in Russia Michele Tommasi, l’ex ambasciatore della Federazione russa presso la Santa Sede N. Sadchikov, l’Addetto Culturale della Nunziatura Apostolica a Mosca Giovanna Parravicini, diversi esponenti del mondo della cultura, i membri del Consiglio Accademico, gli insegnanti e studenti della Scuola di dottorato e alti studi teologici.

La laudatio è stata tenuta dallo stesso Rettore della Scuola di dottorato, metropolita Hilarion. Egli  ha sottolineato i meriti scientifici del prof. Riccardi, “amico di lunga data della Chiesa Ortodossa Russa, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, intellettuale di spicco, figura pubblica e politico italiano”.

Dopo aver brevemente analizzato alcune delle pubblicazioni del Riccardi, riguardanti principalmente la storia della Chiesa nell’età moderna e contemporanea, il metropolita Hilarion ha considerato che “la storia non è mai stata per il Prof. Riccardi un mero oggetto di ricerca accademica. La storia come parte di noi stessi, e noi come parti della storia – questo è ciò che ha sempre preoccupato e interessato A. Riccardi. La tensione a realizzare la vocazione cristiana nel contesto storico specifico, la fede nella forza di trasformazione della Chiesa in questo mondo, sono alla base dell’impegno sociale dell’illustre professore”.

Il metropolita ha quindi illustrato l’impegno sociale a favore dei poveri di Andrea Riccardi e della comunità di Sant’Egidio, lodandone il radicamento nella Scrittura e nella preghiera, il dialogo con le altre Chiese cristiane, le altre religioni e la cultura laica. In particolare, il Rettore della Scuola di dottorato della Chiesa Russa ha sottolineato i progetti di sviluppo portati avanti dalla comunità di Sant’Egidio in Africa e l’importante impegno di mediazione per la pace in diversi paesi del mondo.

Si è poi svolta la cerimonia di conferimento del diploma, durante la quale sono intervenuti il Nunzio apostolico in Russia arcivescovo Ivan Jurkovic e il Ministro Consigliere dell’Ambasciata d’Italia in Russia Michele Tommasi.

Andre Riccardi ha poi tenuto la sua lectio magistralis sul tema “Il Novecento: un secolo di martiri”, nel corso della quale ha ricordato come “la Chiesa russa sa, nelle sue profonde fibre spirituali, che cosa sia essere una Chiesa di martiri”, e che “la vicenda dei cristiani russi è una storia di resistenza cristiana al male”, in quanto “la persecuzione antireligiosa è stata una realtà della modernità e lo è stata in modo particolare nel cuore dell’esperienza propostasi come l’avanguardia della modernità, quella bolscevica in Russia”. Ciò nonostante, la Chiesa russa ha resistito alla persecuzione facendosi “autentico rifugio di umanità” e dimostrando come “carità e martirio smuovano forze profonde nella storia dei popoli, avvicinando, ricreando, proteggendo, un mondo spesso sconvolto”.

La cerimonia si è conclusa con un breve concerto del Coro Sinodale della Chiesa Russa e un rinfresco.