Il 3 settembre 2014 l’Arcivescovo Elisey di Surozh, ordinario della Chiesa Ortodossa Russa per la Gran Bretagna, ha partecipato alla riunione dei capi e rappresentanti delle Chiese cristiane della Gran Bretagna e delle Chiese del Medio Oriente. L’incontro, di cui è stato iniziatore il vescovo Angelos, ordinario della Chiesa copta nel Regno Unito, si è tenuto a Lambeth Palace ed è stato presieduto dall’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby.

A conclusione della riunione è stata adottata la seguente dichiarazione congiunta, che esprime solidarietà e sostegno ai cristiani in Iraq, Siria e in tutto il Medio Oriente, vittime di violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali a causa della loro professione di fede:

«In Medio Oriente esiste una situazione di emergenza per i cristiani e le altre minoranze religiose ed etniche. L’esacerbazione della violenza e dell’aggressione ha portato a gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella regione. Oggi ci siamo riuniti come cristiani, compresi alcuni di noi provenienti dal Medio Oriente, per esprimere solidarietà e sostegno ai nostri fratelli e sorelle che professano la loro fede nelle terre della loro permanenza secolare.

Il Medio Oriente è la culla del cristianesimo e la sede ancestrale delle comunità cristiane, che costituiscono parte integrante della sua storia. Nonostante le difficoltà, la presenza dei cristiani nella regione porta stabilità e pace. Oggi, specialmente in Iraq e in Siria, i cristiani sono oggetto di violenza da parte di persone che professano ideologie estremiste che vogliono precludere loro ogni futuro. Il Medio Oriente corre il pericolo di perdere per sempre una parte importante della propria identità, patrimonio e cultura.

Assisitamo oggi alla manifestazione di un’ideologia religiosa estremista che non conosce limiti nella persecuzione degli appartenenti ad altre culture e religioni. Occorre protestare contro quanti dimostrano tale intolleranza ed esigere che gli autori di violenze rispondano del proprio operato. La sofferenza di coloro che sono sottoposti a terrore ci chiama all’azione e a testimoniare della loro sorte, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica o religiosa. In accordo con i nostri fratelli nella religione, dobbiamo portare conforto e sicurezza a quanti hanno perso le loro case e sono in pericolo per la loro vita. Dobbiamo inoltre intervenire presso coloro che possono garantire la sicurezza dei sofferenti.

In questa riunione congiunta, e nella preghiera, esprimiamo la nostra gratitudine ai nostri fratelli e sorelle che continuano a professare la fede cristiana. Ci impegniamo a restare uniti a loro nella preghiera, a continuare a esigere la libertà dalla persecuzione per i cristiani e le altre comunità religiose e le minoranze non religiose che vivono nella regione. Invitiamo inoltre il Governo di Sua Maestà a impegnarsi presso la comunità internazionale per garantire sicurezza ai sofferenti.

Ai nostri fratelli e sorelle nel Medio Oriente dichiariamo: siamo “partecipi con voi della tribolazione, del regno e della costanza in Gesù” Cristo (cf. Ap. 1, 9) ».

Dopo la discussione e l’approvazione della dichiarazione durante la tavola rotonda, è stata fatta una preghiera di ringraziamento per i cristiani in Medio Oriente, e in memoria delle vittime della persecuzione. E’ poi stata tenuta una breve conferenza stampa.