L’8 aprile 2014 il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, ha incontrato il capo del Dipartimento per le relazioni estere della Presidenza degli affari religiosi della Repubblica di Turchia Mehmet Pachadzhi.

Il Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca è stato rappresentato dal segretario per i Paesi esteri, arciprete Sergij Zvonarev, dal prorettore della Scuola di dottorato e alti studi teologici dei Santi Cirillo e Metodio, ieromonaco Ioann (Kopeinin), e dal responsabile per le relazioni interreligiose del Decr, sacerdote Dimitry Safonov. La parte turca era rappresentata dal dipendente del Dipartimento per le relazioni estere Ömer Faruk Savuran e dal consigliere dell’Ambasciata turca in Russia, Fahri Saglik.

Mehmet Pachadzhi è arrivato a Mosca a capo della delegazione turca per partecipare alla seconda riunione del gruppo di lavoro della Chiesa ortodossa russa e del Dipartimento per le relazioni estere della Presidenza degli affari religiosi della Turchia.

Il metropolita Hilarion ha trasmesso i migliori auguri di Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus’ al presidente del Dipartimento per le relazioni estere della Presidenza degli affari religiosi della Turchia Mehmet Görmez. Il presidente del Decr ha parlato della difficile situazione dei cristiani in Medio Oriente e nel Nord Africa e ha condiviso la sua preoccupazione per l’esodo di massa dei cristiani dalla regione. Il metropolita ha sottolineato che il destino del cristianesimo in Siria suscita particolare preoccupazione alla Chiesa ortodossa russa. Egli ha ricordato ai presenti che il destino dei metropoliti di Aleppo Paulos e Grigorios Yohanna Ibrahim, rapiti il 22 aprile dello scorso anno, rimane ancora sconosciuto.

Il presidente del Decr ha dichiarato che il dialogo portato avanti dal gruppo di lavoro promuoverà misure concrete per la difesa delle minoranze religiose nei Paesi in cui sono perseguitati e discriminati.

M. Pachadzhi ha condiviso la sua visione sul conflitto siriano, rilevando che tutto il popolo siriano soffre per le azioni militari, indipendentemente dalla nazionalità e dalla religione. In particolare, molte moschee sono state distrutte. Egli ha convenuto sulla necessità di lavorare insieme per contrastare l’estremismo e facilitare la soluzione dei problemi sociali attuali in Medio Oriente.