Il 30 marzo, quarta domenica di Quaresima, dedicata a San Giovanni Climaco e festa di Sant’Alessio, Uomo di Dio, il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca (Decr), metropolita Hilarion di Volokolamsk, ha celebrato la Divina Liturgia di San Basilio Magno nella chiesa dedicata all’icona della Madre di Dio «Gioia di tutti i sofferenti», sulla via Bolshaya Ordynka del centro di Mosca.

Hanno concelebrato con il metropolita Hilarion l’arcivescovo Nifon di Filippopoli, rappresentante del Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, il vescovo Antonij di Moravich, rappresentante del Patriarca serbo presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, l’archimandrita Stefan (Dispirakis), rappresentante del Patriarca della Città Santa di Gerusalemme e di tutta la Palestina presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, l’archimandrita Feoktist (Dimitrov), rappresentante del Patriarca bulgaro presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, l’archimandrita Aleksandr (Pihach), rappresentante della Chiesa Ortodossa in America, l’archimandrita Filaret (Bulekov), vicepresidente del Decr, l’igumeno Filipp (Ryabykh), rappresentante del Patriarcato di Mosca al Consiglio d’Europa e rettore della parrocchia stavropigiale di Tutti i Santi a Strasburgo, i chierici dipendenti del Decr e della parrocchia.

Al servizio di culto ha partecipato il Nunzio Apostolico nella Federazione Russa, arcivescovo Ivan Jurkovič.

Il sermone prima della comunione è stato tenuto dallo ieromonaco Ioann (Guaita).

Al termine della Liturgia, l’arcivescovo Nifon di Filippopoli, a nome dei rappresentanti delle Chiese ortodosse locali presso il Trono Patriarcale di Mosca, si è congratulato con il metropolita Hilarion per il quinto anniversario della nomina a presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, sottolineando in particolare: «Con la nomina a questa carica avete aperto una nuova pagina nella storia del Dipartimento, fondato nel 1946».

«Ho conosciuto personalmente molti dei presidenti del Decr, a partire dal sempre memorabile metropolita Nikolaj (Yarushevich), ho concelebrato con loro, sono stato testimone delle loro difficoltà, ho potuto constatare la loro saggia diplomazia e altre qualità speciali, – ha continuato l’arcivescovo. – Quando parlo con Lei, Eminenza, mi colpisce profondamente la sua formazione veramente enciclopedica. Il Signore Le ha dato un dono speciale. Nell’arco di questi cinque anni, da quando Lei è a capo del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa, non ricordo mai una volta che non abbiamo potuto risolvere i problemi affrontati… Lei ha preso molto dal suo predecessore, Sua Santità il Patriarca Kirill».

L’arcivescovo Nifon ha detto che il metropolita Hilarion ha contributo al rafforzamento dei legami tra le Chiese ortodosse, allo sviluppo delle relazioni tra i cristiani e ai contatti con i diplomatici di altri Paesi. «So che Lei prega molto e ringrazia Dio per gli obiettivi raggiunti nella vita e nel ministero al servizio della Santa Chiesa e del Paese», ha detto.

L’arcivescovo Nifon ha ricordato il viaggio del metropolita Hilarion in Libano nell’autunno del 2013. «La gente la ricorda sempre. Quando mi chiamano, mi chiedono come sta il metropolita Hilarion. Lei è molto popolare in Libano, perché la sua eloquenza, le sue parole penetrano nell’animo umano. Con le sue iniziative all’estero, Lei attira le persone alla Santa Chiesa, e contribuisce allo stabilimento di relazioni amichevoli tra le Chiese, le nazioni e gli Stati».

Poi ha preso la parola il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk: «Eccellenza, caro arcivescovo Nifon, Lei è rappresentante della Santa Chiesa ortodossa di Antiochia e il più anziano dei rappresentanti delle Chiese ortodosse locali che svolgono il proprio ministero a Mosca!

Eccellenza, caro vescovo Antonij, rappresentante della Chiesa ortodossa serba!

Cari rappresentanti della Santa Chiesa di Gerusalemme, della Chiesa bulgara, della Chiesa Ortodossa in America! Cari concelebranti, cari fratelli e sorelle!

Nella quarta settimana di Quaresima, in cui si ricorda San Giovanni Climaco, che ha scritto per noi un libro che è un sostegno per la vita monastica e una guida sulla via della salvezza, ci siamo riuniti in questa chiesa per celebrare la Divina Liturgia di San Basilio Magno, come ogni domenica della Grande Quaresima, per glorificare Dio per la Sua indescrivibile misericordia per tutti noi.

Eminenza, Voi avete ricordato che cinque anni fa, con la benedizione di Sua Santità il Patriarca Kirill, ho iniziato il servizio di presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e allo stesso tempo sono stato anche nominato rettore di questa santa chiesa.

Ricordando questi ultimi cinque anni, posso dire che sono volati via come un solo giorno. Ci sono stati così tanti eventi durante questo tempo che è difficile ricordarli tutti. È un carico di lavoro enorme quello che ho cercato di svolgere in obbedienza, ed è difficile oggi farne un bilancio. Ogni anno di questi cinque ho dovuto viaggiare molto. L’anno scorso ho fatto 53 viaggi all’estero, l’anno prima – 54. Ogni viaggio richiede forza fisica e spirituale, perché il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne viaggia all’estero non per rilassarsi, divertirsi, visitare un paese interessante o strutture turistiche, ma per risolvere problemi che sono all’ordine del giorno nelle nostre relazioni interortodosse ed ecumeniche.

Voi, Eccellenza, avete ricordato i presidenti del Dipartimento, a partire dal primo, il metropolita Nikolaj, che è stato nominato nel 1946, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Da allora, il Dipartimento per le relazioni esterne è stato ed è il «Ministero degli Esteri».

Il Dipartimento è anche responsabile dei rapporti con la Chiesa cattolica romana, e oggi sono molto lieto di dare il benvenuto qui al Nunzio Apostolico nella Federazione Russa, rappresentante della Santa Sede, l’arcivescovo Ivan Jurkovič.

Il nostro Dipartimento è anche responsabile delle relazioni con i rappresentanti di altre religioni e dei Paesi stranieri, dei contatti con i nostri connazionali all’estero, e esegue molti altri incarichi in obbedienza alla gerarchia della Chiesa ortodossa russa.

Recentemente mi è stato chiesto: «Qual è stato l’evento più importante in questi cinque anni dal punto di vista delle relazioni esterne della Chiesa, che ha avuto maggiore successo?». Ho pensato che non c’è stato nulla di straordinario, e forse doveva essere così. Ma il fatto che non è stato sbagliato nulla, che abbiamo mantenuto tutte le nostre buone rrelazioni, e molte di queste hanno rafforzato l’unità della nostra Santa Chiesa Ortodossa, il fatto che continuiamo il dialogo portato avanti da diversi decenni – tutto questo può essere considerato un successo. Questo, naturalmente, è un successo della nostra Santa Chiesa, ma è anche un successo del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa, che è direttamente responsabile di questo settore così vario.

Recentemente, insieme con Sua Santità il Patriarca Kirill, ero ad Istanbul per la Sinassi dei Primati delle Chiese ortodosse locali, che ha riunito i Primati e i rappresentanti delle Chiese per discutere i problemi che si incontrano durante la preparazione del Concilio Panortodosso. È stato deciso che se non ci saranno ulteriori ostacoli o circostanze impreviste, il Concilio Panortodosso, con l’aiuto di Dio, si terrà nel 2016.

Un tale Concilio non si è svolto negli ultimi dodici secoli. Speriamo che non si crei una divisione nella Chiesa ortodossa, che non diventi un ostacolo sulla strada per il Regno dei Cieli, ma contribuisca a unire le nostre fila, a rafforzare l’unità della Chiesa ortodossa di fronte alle molteplici sfide che incontriamo oggi. L’unità, che abbiamo ricevuto dal Signore stesso e che abbiamo preservato, nonostante i molti secoli di persecuzioni, molestie, difficoltà e disastri, è un dono inestimabile e sacro. E da tutti noi, rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, dipende come questa unità si possa preservare, proteggere e far crescere.

Nelle relazioni interortodosse dobbiamo sempre stare attenti a questo perché la Chiesa ortodossa è Una, Santa, Cattolica e Apostolica, fondata dal Signore Gesù Cristo. A questa Chiesa il Signore ha detto che le porte degli inferi non prevarranno contro di essa (Mt 16, 18). Dobbiamo fare ogni sforzo possibile per garantire che le debolezze umane, le passioni, l’ambizione non siano presenti nella nostra vita ecclesiale, che non distruggano l’unità della Chiesa, che è stata difesa con il sangue dei nostri martiri e confessori e che abbiamo ricevuto come dono.

Oggi in Medio Oriente viene sparso il sangue dei cristiani ortodossi e non solo. Per il terzo anno consecutivo in Siria c’è una guerra sanguinosa. La Santa Chiesa di Antiochia svolge il suo ministero in mezzo alla catastrofe e al dolore, conforta le persone per aiutarle a sopportare i gravi disagi che sono caduti sulla loro sorte oggi.

Voi sapete, caro vescovo Nifon, con quanta empatia e quanto amore noi ci rapportiamo alla vostra Chiesa, quanto si adoperino sia il Presidente del nostro Paese che Sua Santità il Patriarca Kiril al fine di alleviare le sofferenze dei nostri fratelli nella stessa fede, affinché nella terra santa della Siria torni di nuovo la pace e si mantenga la pace nella terra del Libano.

La nostra attenzione è rivolta anche alla Chiesa ortodossa serba, che sta vivendo momenti difficili a causa del fatto che recentemente alla Serbia è stata strappata una parte importante – la regione del Kosovo, culla dell’ortodossia serba. Voi conoscete, caro arcivescovo Antonij, la nostra posizione e tutto ciò che è stato detto e fatto a sostegno della fraterna Chiesa Ortodossa Serba.

In questi anni abbiamo anche continuato il dialogo con la Chiesa cattolica romana – sia teologico a livello panortodosso che come dialogo bilaterale che negli ultimi decenni conduce la Chiesa ortodossa russa. Sono lieto che ho avuto l’opportunità di interagire personalmente con tre papi – Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e l’attuale Papa Francesco. Nonostante la separazione tra noi, nonostante le difficoltà, nonostante il fatto che, purtroppo, in Ucraina occidentale la situazione non sta migliorando, che il conflitto nato a cavallo degli anni ’80 e ’90 è ancora in corso, dobbiamo continuare il dialogo e credo nel suo successo. Credo che i cristiani di varie confessioni, che non hanno oggi la comunione eucaristica, accetteranno l’altro non come rivali, ma come alleati, e insieme possano dare risposte alle sfide poste innanzi a tutto il mondo cristiano.

I terroristi che in nome dell’islam alzano le mani contro i cristiani, non considerano se questi cristiani sono ortodossi, cattolici o protestanti. Pensano solo a come distruggere il cristianesimo in quanto tale, soprattutto in Medio Oriente, e poi in altre regioni del mondo. E il nostro lavoro è quello di difendere il cristianesimo nella regione del Medio Oriente e dove vivono i cristiani. Vale la pena di lavorare, vale la pena di vivere la vita, vale la pena di condurre questo dialogo, anceh se a volte è difficile trovare un terreno comune. E sono contento che il Signore ha permesso a me come presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e a tutto il personale del Decr di aiutare il nostro Santo Patriarca in questa importante questione.

Grazie a tutti voi, cari Vescovi, padri, fratelli e sorelle, per le vostre preghiere, per il sostegno che sento ogni giorno in questo ministero difficile. Vi chiedo di continuare a sostenere me e tutto il mio staff, e insieme sosterremo il nostro Santo Patriarca nelle opere che svolge ogni giorno per il bene della nostra Santa Chiesa e di tutta l’Ortodossia e di tutto il mondo cristiano».

Durante il pasto fraterno, che si è tenuto dopo il servizio nella casa parrocchiale, vladyka Hilarion si è congratulato con il capo della diocesi di Novo-Nakhichevan e della Russia della Chiesa Apostolica Armena, arcivescovo Yezras (Nersisian).