Il 27 marzo 2007 il Sacro Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha adottato un documento dal titolo  “Il concetto di attività missionaria della Chiesa ortodossa russa”.  Esso stabilisce i principi generali, gli obiettivi e gli scopi dell’attività missionaria, definisce la responsabilità missionaria del clero e dei laici, descrive le forme e i metodi dell’opera missionaria odierna. Una delle forme della missione di cui esso tratta è quella esterna, al cui esame dettagliato è dedicato il presente documento.

Il termine “missione” viene dal verbo latino mittere, che significa “inviare, mandare”, e designa dunque un “compito, incarico”. I primi missionari cristiani furono gli apostoli (letteralmente “inviati”) che misero in pratica il comandamento dato loro dallo stesso Signore e Salvatore Gesù Cristo: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che che vi ho comandato” (Mt 28,19-20 ).

Nel Credo la Chiesa viene definita Apostolica, il che si riferisce non solo alla trasmissione della fede e alla successione apostolica delle ordinazioni, ma anche alla vocazione della Chiesa di predicare sempre la verità cristiana. Così dunque, la missione è insita nella natura stessa della Chiesa: la Chiesa cristiana è una Chiesa missionaria.

Nel corso della storia sono cambiate le forme e i metodi del lavoro missionario, il che ha generato i concetti di missione esterna e missione interna.

1 . Il concetto di missione esterna

La differenza tra missione esterna e missione interna dipende dalla diversità dei destinatari dell’opera missionaria della Chiesa e dalla diversità delle condizioni in cui essa si svolge.

La missione interna è rivolta ai membri della Chiesa, compresi coloro che sono battezzati ma non sufficientemente istruiti nella fede ortodossa, non hanno esperienza di partecipazione alla vita sacramentale della Chiesa; essa persegue il fine della crescita spirituale dei membri della Chiesa. Parte integrante di questa missione è la catechesi e l’istruzione religiosa.

La missione esterna si rivolge a quanti sono fuori della Chiesa. I destinatari della missione esterna della Chiesa sono i seguaci di differenti credenze e coloro che professano diverse visioni del mondo, sia religiose  che non religiose (laiche). Il risultato di questa missione è l’acquisto di nuovi membri per la Chiesa e, di conseguenza, la costituzione di nuove comunità ecclesiali o l’accoglienza dei nuovi membri nelle comunità già esistenti.

Per lungo tempo, la missione esterna della Chiesa consisteva nella predicazione diretta del Vangelo ai popoli non cristiani. Mettendo in pratica le parole del Salvatore, la Chiesa fin dall’inizio della sua esistenza ha predicato il Vangelo a tutti, “vicini e lontani” (cf. Ef 2,17), e questo annuncio ha portato storicamente alla nascita di tutte le Chiese locali esistenti.

Grazie all’attività missionaria della Chiesa russa, l’Ortodossia si è affermata tra le molte tribù e popoli che vivevano sul suo territorio canonico. Fino al 1917, la nostra Chiesa ha compiva la sua missione esterna presso i popoli non cristiani dell’Impero russo, nel territorio della Siberia e dell’Estremo Oriente, come anche al di fuori dell’Impero russo, in particolare in Giappone, Cina, Corea e Nord America.

La predicazione dei missionari russi era accompagnata dalla creazione di comunità per i nuovi convertiti, da una feconda attività di traduzioni, dalla costruzione di chiese e monasteri e dalla istituzione di seminari, scuole, biblioteche, ospedali e laboratori artigianali. Un esempio luminoso è la missione giapponese, frutto degli sforzi missionari di San Nicola del Giappone: iniziata da una chiesetta presso la missione diplomatica russa, essa ha dato vita alla Chiesa Ortodossa Autonoma del Giappone, che continua ancora oggi l’opera salvifica dell’evangelizzazione del suo paese.

Il risultato di molti anni di lavoro disinteressato dei missionari russi in Cina e in America è stata la creazione della Chiesa indipendente cinese, che oggi risorge dopo i pesanti anni della “rivoluzione culturale”, e della Chiesa Ortodossa in America, che ha ricevuto l’autocefalia dalla Chiesa ortodossa russa nel 1970.

Prima degli eventi rivoluzionari del 1917, la missione esterna era realizzata dalla Chiesa Russa su larga scala e in modo organizzato, ma durante le persecuzioni atee del ventesimo secolo questa attività è diventata impossibile nelle forme che aveva avuto in precedenza. Essa è continuata in modo organizzato solo parzialmente nella chiesa all’estero, mentre in Unione Sovietica si è dovuta limitare alla testimonianza individuale del clero e del laicato, spesso accompagnata dalla confessione e anche dal martirio. La missione su larga scala della Chiesa è ridiventata possibile solo dopo che essa ha riacquistato la libertà.

2. La “missione della presenza” e le sue forme

La missione intesa come predicazione diretta rimane tuttora la principale vocazione della Chiesa,  ovunque ciò sia possibile e opportuno. Tuttavia oggi, accanto alla missione diretta, un significato particolare ha acquisito quella che potrebbe essere definita la “missione della presenza”, ovvero la testimonianza del Vangelo non direttamente, ma indirettamente – attraverso l’espressione delle posizioni dell’Ortodossia nei vari settori della vita sociale e culturale dei paesi in cui vivono membri della Chiesa. È necessario distinguere le seguenti forme di missione della presenza:

Informativa, consistente nella diffusione di nozioni circa la storia del cristianesimo, la Chiesa ortodossa, le culture dei popoli ortodossi; nel far conoscere all’opinione pubblica le posizioni della Chiesa su una vasta gamma di questioni attraverso i media (giornali , TV, radio, Internet), anche attraverso la partecipazione di rappresentanti della Chiesa al dibattito pubblico.

Culturale, che si realizza con la partecipazione di rappresentanti ufficiali della Chiesa, o di singoli ecclesiastici e laici, alle attività culturali per l’attuazione della testimonianza ortodossa.

Sociale, che consiste nella testimonianza di Cristo attraverso la beneficenza, le opere di misericordia, il servizio sociale, l’aiuto ai poveri e agli svantaggiati, secondo l’esortazione del Vangelo: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Matteo 5:16 ).

Personale, fatta dalla testimoninza data dai fedeli ortodossi, in parole e opere, della loro fede, della loro esperienza spirituale e dei valori cristiani.

Tutte le forme  menzionate della missione come presenza sono adatte, sia per i paesi e le società in cui esiste il pluralismo ideologico e religioso, e vige il principio giuridico della libertà di coscienza e di religione, come anche per quelli in cui, per ragioni politiche e altre, non si riconosce il diritto alla libertà di coscienza, di professione e di predicazione religiosa. Particolare importanza in questi ultimi ha la missione personale, che è spesso l’unica possibile.

La Chiesa esorta alla libertà religiosa e insegna ai suoi membri rispetto e amore per ogni persona, di qualsiasi credenza religiosa. Rimanendo fedele al Vangelo, la Chiesa cerca quelle forme di missione della presenza che sono più appropriate in particolari contesti politici, sociali, culturali e religiosi.

3 . La testimonianza dell’Ortodossia tra i cristiani di altre confessioni

La Chiesa ortodossa russa non rinuncia alla testimonianza dell’Ortodossia tra i cristiani di altre confessioni. Essa ha sempre sottolineato che i contatti con i rappresentanti di altre confessioni, compresi i dialoghi bilaterali, la partecipazione a conferenze e l’impegno ecumenico nelle organizzazioni intercristiane, e altre forme di cooperazione intercristiana sono a servizio dello scopo principale, di cui si parla nel documento “Principi fondamentali delle relazioni con le altre confessioni cristiane”, adottato dal Consiglio dei Vescovi dell’anno giubilare del 2000: “la Chiesa Ortodossa è custode della Tradizione e dei doni di Grazia della Chiesa antica, e perciò vede come suo compito principale nei rapporti con i non-ortodossi la testimonianza costante e persistente che porta alla scoperta e all’accettazione della verità che si esprime in questa tradizione ” (3,1). Inoltre, nelle decisioni della riunione pan-ortodossa di Salonicco (1998) si sottolinea con forza che “noi [ortodossi] non abbiamo il diritto di recedere dalla missione affidataci dal Signore nostro Gesù Cristo di testimoniare la verità di fronte al mondo non ortodosso”. Nei casi in cui i nostri interlocutori prendono la via della revisione delle norme eterne e immutabili, che sono fissate nella Sacra Scrittura, il dialogo diventa priva di significato e si esaurisce.

4 . Il dialogo con le altre religioni

La comprensione attuale della missione è basata sulla cultura del dialogo. Il riconoscimento del principio della libertà di scelta religiosa comporta che nei rapporti con i rappresentanti di altre religioni, la forma di base della testimonianza debba essere il dialogo. La Chiesa ortodossa russa è impegnata nel dialogo interreligioso in forme diverse e a vari livelli, per esprimere e difendere le proprie posizioni su questioni di interesse pubblico, come ad esempio le norme e i valori morali, la convivenza pacifica, la giustizia, il rispetto della dignità umana, la tutela dell’ambiente, la bioetica, i diritti umani, ecc.

La Chiesa ortodossa, secondo i propri principi dottrinali e canonici, valuta il sistema di credenze e le pratiche religiose di altre religioni. Rispetto alle persone che sono seguaci di queste religioni e di ideologie secolari, la sua posizione è una posizione di rispetto e amore. Secondo quanto scriveva il grande missionario russo S. Innocenzo metropolita di Mosca: “se il predicatore non avrà in sé l’amore verso le persone alle quali rivolge il proprio annuncio, allora anche la migliore e più eloquente esposizione della dottrina non avrà alcun beneficio, poiché solo l’amore edifica” [1].

Proprio questo approccio è di aiuto alla nostra Chiesa per cercare di superare i conflitti e rafforzare la solidarietà tra le persone, attraverso il dialogo con i rappresentanti delle altre religioni e filosofie.

“Nel mondo di oggi, in cui i processi di globalizzazione, la stratificazione sociale, le attive migrazioni di massa sono accompagnate dall’istigazione alla violenza, dalla comparsa del terrorismo e dell’estremismo e dalle tensioni etniche e religiose, la testimonianza e l’annuncio della possibilità di riconciliazione tra persone di diverse nazionalità, età e gruppi sociali, dovrebbe essere uno dei contenuti principali della missione ortodossa. La missione di riconciliazione dovrebbe aiutare le persone a prender coscienza della possibilità e necessità del trionfo della pace, ai diversi livelli personale, familiare e sociale, in conformità con l’esortazione apostolica : “Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore” ( Ebrei 12:14 ) ” [2] .

5 . La missione nell’attività delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa all’estero

Le parrocchie della Chiesa ortodossa russa al di fuori del suo territorio canonico, originariamente sono state create per la cura spirituale dei connazionali che si trovavano lontani dalla patria, ma molte di esse col tempo sono diventate una casa spirituale anche per cittadini del Paese ospitante che hanno aderito all’Ortodossia.

La Chiesa ortodossa russa si attiene strettamente alle norme del diritto canonico, e non realizza la propria missione sul territorio canonico di altre Chiese ortodosse locali, secondo la regola : “i vescovi di ogni nazione devono … agire … ognuno solo per ciò che riguarda la sua diocesi e i luoghi che ne fanno parte” (Ap. 34). Solo su invito della Chiesa locale in questione, la Chiesa russa può partecipare all’attività missionaria di essa.

Nei paesi in cui il cristianesimo è parte della cultura nazionale e ha plasmato l’identità del popolo, le parrocchie della Chiesa ortodossa russa, nel testimoniare l’Ortodossia tra la popolazione del posto, non fanno uso di quei metodi che oggi normalmente si associano al concetto di proselitismo. [3] La stessa cosa la Chiesa russa chiede alle organizzazioni religiose non ortodosse che operano sul territorio canonico del Patriarcato di Mosca. Allo stesso tempo, la Chiesa è aperta a tutti coloro che desiderano accogliere la pienezza della verità della fede ortodossa, perciò in quegli stati in cui vige il principio della libertà di coscienza, il passaggio all’Ortodossia di singole persone che in precedenza si riferivano ad altre convinzioni, religiose o non religiose, è il risultato della loro libera scelta personale.

Nei paesi in cui il cristianesimo è una religione minoritaria, l’annuncio dell’Ortodossia si realizza anche attraverso la partecipazione dei cristiani ortodossi alle opere di misericordia e di carità, poiché il linguaggio delle opere buone è comprensibile a tutte le persone di qualunque nazionalità, religione e cultura. La predicazione del vangelo di Cristo è tanto più convincente, quanto più le persone di altre fedi vedono, nell’agire di chi annuncia, la realizzazione dei comandamenti del Vangelo.

All’integrazione delle persone del luogo nella Chiesa ortodossa contribuiscono: la predicazione del Vangelo e la celebrazione del culto nelle lingue nazionali; la formazione di chierici e missionari originari del luogo; il ricorso al principio della ricezione, da parte della Chiesa, della cultura locale attraverso una predicazione viva, l’incarnazione degli ideali ortodossi nella cultura e nei costumi popolari; la consacrazione di quei tratti nazionali che permettono al popolo in questione, pur mantenendo la propria cultura, identità e autostima, di dare un contributo unico alla glorificazione di Dio nella preghiera, restando nello stesso tempo in unità armoniosa con la Chiesa intera; la creazione di condizioni per la partecipazione attiva alla vita della parrocchia dei convertiti tra gli abitanti locali, per la loro integrazione nella vita della Chiesa [4] .

6 . Piste di sviluppo della missione esterna della Chiesa ortodossa russa

Mentre supera le conseguenze dell’epoca delle persecuzioni, la Chiesa ortodossa russa riceve sempre maggiori opportunità di estendere la propria attività missionaria esterna. La missione esterna può svilupparsi secondo diverse direzioni.

Nella sfera teorica :

l’analisi delle esperienze della predicazione ai non cristiani fatta prima della rivoluzione, e la sua reinterpretazione nell’applicazione alle realtà contemporanee, lo studio dell’esperienza missionaria delle altre Chiese ortodosse locali e dell’attività dei missionari non ortodossi;

la preparazione di manuali pratici per la missione tra i non cristiani;

l’ampio coinvolgimento alla missione esterna di sacerdoti e laici della Chiesa ortodossa russa e la loro relativa formazione.

Nel campo della predicazione pratica tra i non cristiani:

le traduzioni della letteratura ortodossa, e di materiali audio e video, nelle lingue dei popoli di fedi non cristiane che vivono nel territorio di responsabilità canonica della Chiesa ortodossa russa;

l’attuazione delle raccomandazioni contenute nel “Concetto di attività missionaria della Chiesa ortodossa russa”, ovvero la celebrazione dei servizi liturgici nelle lingue nazionali, la formazione di chierici e missionari originari del luogo [5].

Nel campo dell’attività missionaria delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa che si trovano in paesi tradizionalmente ortodossi:

la creazione nelle parrocchie di condizioni di apertura nei confronti di cristiani di altre denominazioni e non cristiani, che sono interessati all’Ortodossia;

la messa a disposizione delle chiese e monasteri, che sono regolarmente visitati da turisti non cristiani, di materiale informativo sull’Ortodossia nella lingua di questi turisti, e di indicazioni su dove si può sapere di più sull’eredità spirituale della Chiesa ortodossa.

Nel campo dell’attività missionaria delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa che si trovano nei paesi più lontani:

l’uso delle lingue locali nella liturgia;

la traduzione e pubblicazione di letteratura ortodossa nelle lingue locali;

la realizzazione di lezioni regolari nelle lingue locali, dedicate all’Ortodossia e alla comprensione della Scrittura e della tradizione patristica;

lo sviluppo delle attività sociali ed educative delle parrocchie (club per bambini, gruppi di sostegno sociale, corsi di formazione per adulti, ecc.), orientate alla popolazione locale;

l’uso attivo dei media per presentare alla popolazione locale l’Ortodossia e le attività della parrocchia (lezioni per il pubblico esterno, mostre fotografiche ortodosse, presentazioni di nuove pubblicazioni, visite guidate nelle chiese, ecc.);

il reclutamento, la formazione e la successiva integrazione nella vita della parrocchia di candidati al sacerdozio e ai ministeri di catechisti e missionari tra la popolazione locale.

In un mondo che cambia, cambiano anche le forme della missione esterna della Chiesa, ma la testimonianza cristiana e la predicazione di Cristo a coloro che non ne hanno sentito parlare, rimane per la Chiesa un compito immutato.

 

[ 1 ] S. Innocenzo di Mosca, “Senza l’aiuto di Dio , nessuno può essere un vero discepolo di Gesù Cristo: dagli insegnamenti di Sant’Innocenzo, metropolita di Mosca, a un sacerdote incaricato della predicazione tra gli eterodossi e della guida spirituale dei neofiti”, pubblicato nella rivista “Giornale di storia ecclesiastica”, № 8 , 2001.

[ 2 ] “Il concetto di attività missionaria della Chiesa ortodossa russa” (2, 2).

[ 3 ] La parola “proselitismo”, nel contesto cristiano contemporaneo, non è sinonimo di “missione”. Proselitismo, a differenza di missione, ha un’accezione negativa, in quanto col termine si intendono gli sforzi di conversione alla propria Chiesa di altri cristiani, facendo ricorso a metodi riprovevoli. Tra essi, le pressioni economiche e politiche, l’approfittare delle difficili condizioni economiche della popolazione, cui si offre assistenza medica e umanitaria, la pressione psicologica e l’atteggiamento di disprezzo nei confronti delle altre confessioni religiose. Si definisce come proselitismo anche la missione organizzata tra persone tradizionalmente e culturalmente appartenenti alla comunità cristiana locale.

[ 4 ] “Il concetto di attività missionaria della Chiesa ortodossa russa” (2 , 1).

[ 5 ] Ibidem.