Si è concluso a Mosca il 1 dicembre 2011 il convegno internazionale sul tema: “La libertà di religione: la questione della discriminazione e della persecuzione dei cristiani”. Al termine dei lavori è stato prodotto un documento, il cui testo è riportato di seguito:

Dal 30 novembre al 1 dicembre 2011 a Mosca si è svolto il convegno internazionale “La libertà di religione: la questione della discriminazione e della persecuzione dei cristiani”, cui hanno partecipato i rappresentanti delle comunità religiose cristiane, islamiche ed ebraiche di Russia, Armenia, Austria, Belgio, Germania, Grecia, Iraq, Italia, Giordania, Libano, Siria, Stati Uniti, Pakistan, Polonia, Ucraina e Francia, diplomatici, scienziati, personaggi pubblici e statisti.

I delegati hanno espresso preoccupazione per la situazione dei cristiani in varie parti del mondo, specialmente nei paesi dove essi rappresentano una minoranza. Particolare attenzione è stata rivolta alla situazione dei cristiani in Iraq e in alcuni altri paesi del Medio Oriente, Egitto e altri paesi del Nord Africa, così come in Pakistan, Afghanistan, Nigeria, Sudan del Nord, Indonesia, Eritrea, Indonesia, India. I leader e i rappresentanti delle comunità religiose hanno condannato la violenza e la discriminazione contro i cristiani e hanno chiesto di intervenire rapidamente in difesa dei credenti perseguitati.

I partecipanti alla riunione hanno sostenuto la dichiarazione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa del 30 maggio 2011 relativa all’aumento degli episodi di cristianofobia nel mondo, la dichiarazione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill in connessione con le violenze dell’11 ottobre 2011 contro i cristiani nella capitale egiziana, così come altre iniziative a sostegno dei cristiani perseguitati.

I partecipanti hanno apprezzato gli sforzi delle organizzazioni internazionali volti a garantire i diritti dei cristiani, tra cui la risoluzione del Parlamento europeo “Sulla situazione dei cristiani alla luce della tutela della libertà di religione”, la riunione ad alto livello dell’Osce sulla “Prevenzione e risposta agli incidenti e ai crimini d’odio contro i cristiani,” tenutasi a Roma il 12 settembre 2011, e altre misure.

I partecipanti al convegno hanno incontrato il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill, esprimendo solidarietà con le comunità cristiane, i cui rappresentanti sono vittime di violenza e discriminazione. Il Patriarca ha dichiarato l’intenzione della Chiesa ortodossa russa di agire sempre in loro protezione e sostegno.

I partecipanti hanno fatto appello a tutti coloro che ricoprono ruoli di responsabilità nel mondo, affinché facciano tutto il possibile per fermare la violenza contro le comunità cristiane e i credenti, e porre fine agli omicidi e alla profanazione di templi e oggetti sacri.

I partecipanti hanno considerato inaccettabile attribuire la violazione dei diritti dei cristiani ad una qualsiasi delle religioni tradizionali e hanno condannato l’estremismo che manipola i sentimenti religiosi dei credenti per una escalation di odio contro la comunità cristiana.

Per garantire i diritti dei cristiani e la pace tra tutte le religioni, i partecipanti hanno espresso la necessità di mantenere il dialogo interreligioso dei cristiani con le altre religioni, i cui risultati forniscono una base di buon vicinato tra i credenti delle religioni tradizionali.

Tutti i partecipanti hanno chiesto all’unanimità l’istituzione di un meccanismo completo ed efficace per la protezione delle comunità cristiane e dei cristiani, perseguitati o vittime di restrizioni nella loro vita religiosa e nella loro attività.

I partecipanti hanno chiesto un equa valutazione giuridica degli atti di violenza contro i cristiani e hanno espresso la loro volontà di fornire alle vittime assistenza legale se possibile.

Durante il convegno è stata sottolineata la necessità di richiamare seriamente l’attenzione della comunità internazionale sui temi dell’educazione religiosa, per sviluppare norme e modelli che siano di ostacolo alla diffusione dell’ideologia dell’odio.

I delegati hanno espresso la loro disponibilità a collaborare nella protezione delle minoranze cristiane nelle regioni in cui esse sono perseguitate. Tale cooperazione deve riflettersi nello scambio di informazioni sulla situazione e sugli atti di discriminazione dei cristiani, nell’organizzazione finanziaria, legale, nel sostegno politico per i perseguitati. È stata espressa la volontà di promuovere un organismo internazionale di monitoraggio per la discriminazione dei cristiani e il loro aiuto.

I partecipanti alla riunione hanno concordato sulla necessità di esaminare ulteriormente la questione della discriminazione e della persecuzione dei cristiani nel mondo, coinvolgendo i leader di tutte le comunità religiose tradizionali, i rappresentanti di organizzazioni internazionali, di governi nazionali e la società civile.