La chiesa dedicata alla decollazione di s. Giovanni battista del paesino di Samodreza in Kosovo sorge sul luogo in cui, secondo la tradizione, i soldati del santi principe Lazar avrebbero ricevuto la comunione prima della celebre battaglia del Kosovo ed in essa sono sepolte le salme di quanti persero la vita in quella storica battaglia. Perciò la chiesa è sempre stata oggetto di devozione da parte degli ortodossi che vivevano in Kosovo.

All’esodo forzato dei serbi locali durante la crisi jugoslava è seguito l’abbandono della chiesa. Nel 1998 alcuni abitanti locali fortemente avversi all’Ortodossia hanno demolito il tetto della chiesa, che l’anno successivo è stata saccheggiata e incendiata. Dopo la partenza degli ultimi serbi da Samodreza, nel 1999 il recinto in muratura che difendeva la chiesa è stato abbattuto e i locali della chiesa sono stati riempiti di rifiuti e escrementi. Nel marzo 2004 l’edificio della chiesa è stato fortemente danneggiato durante gli attacchi anti-serbi.

Nel 2010, dopo insistenti richieste da parte della diocesi locale della Chiesa serba, le forze della presenza internazionale in Kosovo sono stati intrapresi lavori di pulizia della chiesa ed è stata montata una porta blindata che impediva l’accesso di vandali.

La comunità albanese locale è stata informata del progetto di restauro della chiesa e dell’offerta di un sussidio materiale alla scuola albanese situata in prossimità della chiesa. L’amministrazione comunale di Samodreza, forse per timore delle reazioni dei fondamentalisti, nel marzo 2011 ha respinto questi progetti,

Nel giungo 2011 la porta blindata è stata sfondata e la chiesa nuovamente profanata. Immediatamente il vescovo serbo della diocesi locale ha chiesto ufficialmente alle autorità del Kosovo e ai rappresentanti locali delle organizzazioni internazionali di adottare misure per evitare nuove profanazioni della chiesa, che rischia di ridiventare un immondezzaio.

La situazione della chiesa di Samodreza, la distruzione del tetto dell’antica chiesa della Madonna a Prizren nonostante il servizio di guardia, la ripresa illegale dei lavori di costruzione di una strada accanto al monastero di Zocishte e all’attiguo cimitero serbo e diversi altri episodi concernenti i luoghi di culto serbi nel territorio del Kosovo e della Metochia mette in questione la capacità delle autorità del Kosovo di garantire l’incolumità dei monumenti della cultura serba nel paese.