Il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ha preso parte ai lavori dal secondo “Foro di dialogo tra le Chiese Ortodosse in Europa e il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa della Chiesa Cattolica Romana”, che su iniziativa del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo è in corso nell’isola di Rodos dal 18 al 22 ottobre 2010.

L’incontro non ha carattere ufficiale e vuole essere un libero scambio di opinioni sul modo in cui nel corso della storia si sono stabiliti e si stabiliscono tuttora i rapporti tra Chiesa e Stato nell’Europa dell’età moderna.

Ai lavori del Foro partecipano rappresentanti di tutte le Chiese ortodosse dell’Europa (eccetto la Chiesa bulgara) e della Chiesa cattolica.

Nel proprio intervento, il metropolita Hilarion ha illustrato i momenti chiave nella storia dei rapporti tra la Chiesa Ortodossa Russa e lo stato russo, a partire dal momento in cui, nell’ottobre 1990, il Soviet Supremo della Repubblica Sovietica Federativa Socialista Russa ha adottato la legge “Sulla libertà di professione religiosa”. Il fatto che la legge del 1997 riconosca il ruolo particolare dell’Ortodossia nella storia russa, si è rivelato di particolare attualità in rapporto alle recenti discussioni sul progetto di costituzione dell’Unione Europea, e all’opportunità che essa faccia menzione del ruolo del cristianesimo in Europa.

“La Chiesa non vuole fondersi con lo stato – ha affermato il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne – né vuole interferire negli affari della gestione del potere o della politica. Nello stesso tempo vogliamo che lo stato tenga conto degli interessi dei fedeli ortodossi: tali oggi in Russia si professano non meno dell’80 % degli abitanti”.

Secondo l’opinione del metropolita, è giunto il tempo di una collaborazione più stretta tra Chiesa e stato su una solida base legale: “Il Primate della Chiesa Russa, il Patriarca Kirill, oggi vuol impostare i rapporti tra stato e Chiesa a un nuovo livello. Vorremmo passare da collaborazioni occasionali, riguardanti sfere specifiche di impegno sociale, a una cooperazione sistematica con lo stato per il bene di tutta la società russa”.