Si sono tenute dal 15 al 17 gennaio, presso la sede del Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec) a Ginevra, con la partecipazione dei rappresentanti delle Chiese membri del Cec  e della Chiesa cattolica romana, le consultazioni per discutere una possible soluzione pacifica della crisi siriana. L’incontro si è tenuto su  iniziativa del segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, il dottor Olav Tveit.
Alle consultazioni hanno partecipato anche i primati e i rappresentanti delle Chiese cristiane della Siria e di altri Paesi del Medio Oriente, tra cui il Catholicos di Cilicia della Chiesa Apostolica Armena Aram I, il Patriarca melchita greco-cattolico Gregorio III Laham, il Patriarca della Chiesa siro-cattolica Ignazio Youssef III Younan.
La Chiesa ortodossa russa è stata rappresentata dal vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, archimandrita Filaret (Bulekov), e dal rappresentante presso il Consiglio Mondiale delle Chiese e le Organizzazioni Internazionali a Ginevra, arciprete Mikhail Gundjaev.
A  uno degli incontri ha partecipato l’inviato speciale delle Nazioni Unite e della Lega Araba in Siria, Lakhdar Brahimi.
I partecipanti alle consultazioni hanno rivolto un appello ai membri delle delegazioni della conferenza sulla soluzione siriana «Ginevra-2», che inizierà il 22 gennaio nella città svizzera di Montreux. In esso si chiede l’immediata cessazione delle ostilità, la pace, l’integrità territoriale e l’indipendenza della Siria. «La natura multietnica, multireligiosa e multiconfessionale e la tradizione della società siriana devono essere salvaguardate. Il mosaico dinamico della società siriana richiede uguali diritti per tutti i cittadini. I diritti umani, la dignità e la libertà religiosa devono essere riconosciuti per tutti e garantiti secondo gli standard internazionali», si afferma nella Dichiarazione.
I rappresentanti della Chiesa hanno sottolineato che tutti i gruppi della società siriana (il governo, l’opposizione, la società civile in generale) dovrebbero essere inclusi nel processo di sviluppo del Paese e partecipare all’instaurazione di una  pace e sicurezza durature.