Il Dipartimento per le opere di carità e il servizio sociale del Patriarcato di Mosca all’inizio di agosto 2013 ha trasferito presso il conto bancario del Patriarcato di Antiochia  la somma di 1.320.407 dollari. Questi fondi sono stati raccolti con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill nelle parrocchie della Chiesa Ortodossa Russa. Il denaro sarà utilizzato per aiutare le vittime della guerra in Siria.

«Non vi è nulla di sorprendente nel fatto che la grande Chiesa russa e il grande popolo russo, che hanno sempre sostenuto la Chiesa sorella di Antiochia e mostrato solidarietà verso la sofferenza del popolo siriano, hanno realizzato una tale azione di beneficenza», ha detto Sua Beatitudine il Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente Giovanni X nella lettera che ha inviato il 21 luglio 2013 al Patriarca Kirill. Il Primate della Chiesa di Antiochia ha espresso a Sua Santità il Patriarca russo «la sua più alta stima e la più profonda gratitudine» e ha assicurato che il Patriarcato di Antiochia invierà «un resoconto dettagliato della distribuzione dei fondi, in modo che la Santa Chiesa ortodossa russa sia in grado di offrire ai suoi generosi figli una relazione di come siano stati distribuiti i fondi raccolti».

Alla fine di giugno, con la benedizione di Sua Santità il Patriarca Kirill, è iniziata la raccolta degli aiuti per le persone colpite dalle azioni belliche in Medio Oriente. Le donazioni sono giunte da diocesi, parrocchie e monasteri, come pure da singole persone di diverse città, tra cui Kaliningrad, Vladivostok, Ekaterinburg, Syktyvkar, Saransk, Murmansk, Pskov, Orenburg, Volgograd, Tula, e l’ammontare varia da poche centinaia a centinaia di migliaia di rubli. Gli aiuti sono arrivati anche da Krymsk, i cui residenti hanno subito, nel corso dell’anno passato, una devastante alluvione. Altro denaro è stato versato sul conto del Dipartimento per le opere di carità e il servizio sociale da Israele, Armenia, Italia, Germania e altri Paesi.

Una relazione dettagliata della raccolta dei fondi per le vittime del conflitto armato in Medio Oriente è stata pubblicata sul sito web del Dipartimento per le opere di carità e il servizio sociale.

Precedentemente, altri aiuti umanitari per il popolo siriano sono stati raccolti dalla Società Imperiale Ortodossa di Palestina (IOPS) con l’assistenza del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e il Dipartimento per le opere di carità e il servizio sociale del Patriarcato di Mosca, in conformità con l’appello lanciato da Sua Santità il Patriarca Kirill il 28 novembre 2012, durante la riunione del Consiglio della IOPS.

La campagna di raccolta degli aiuti, coordinata in particolare dai monasteri moscoviti di Marta e Maria e Novospassky, si è conclusa il 12 aprile 2013; sono state raccolte circa 70 tonnellate di merci, tra cui più di 20 tonnellate di farina, zucchero, sale, cereali, del valore di circa un milione di rubli, così come una trentina di tonnellate di medicinali e materiale per pronto soccorso. Sul conto aperto per le donazioni sono stati raccolti più di tre milioni di rubli. Gli aiuti umanitari sono stati inviati a Damasco e consegnati a Sua Beatitudine il Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente Giovanni X, e anche al Mufti di Siria, Ahmad Badr al-Din Hassoun.

Il collegio episcopale della Chiesa ortodossa russa, che si è tenuto dal 2 al 5 febbraio 2013, ha espresso profonda preoccupazione per il forte aggravamento della situazione dei cristiani in Medio Oriente e nel Nord Africa. Nella risoluzione adottata dai evscovi russi si dichiara che «la scomparsa del cristianesimo nei Paesi in cui esso esiste da due millenni e dove sono avvenuti i principali eventi della storia sacra, sarebbe una tragedia spirituale e storica».

I Primati e i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, riuniti a Mosca per le celebrazioni in onore del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’, hanno prodotto una dichiarazione congiunta, il cui tema principale è la situazione dei cristiani in Medio Oriente. Il documento sottolinea che oggi la situazione in Siria è particolarmente tragica: «Nel mezzo della guerra fratricida in corso, avviene uno sterminio di massa dei cristiani e dei membri di altri gruppi religiosi, che vengono scacciati dalle loro città e villaggi, dai luoghi dove per secoli hanno vissuto fraternamente fianco a fianco con i membri di altre tradizioni religiose», si legge nella dichiarazione. «Noi soffriamo insieme a tutto il popolo sofferente della Siria. Chiediamo l’immediata liberazione dei gerarchi cristiani di spicco della Siria, catturati dai ribelli già nel mese di aprile: il metropolita Paulos  di Aleppo e Iskenderun e il metropolita siro-ortodosso di Aleppo Mar Gregorios Yohanna Ibrahim».

I Primati e i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali hanno rivolto un appello a tutte le parti in conflitto e a coloro che sono in grado di esercitare un’influenza politica sulla situazione, per fermare la violenza e lo sterminio della popolazione civile, imporre una moratoria sulle azioni militari per liberare i leader religiosi  rapiti e altri civili.

Il 25 luglio, nel corso della riunione che si è tenuta al Cremlino, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha consegnato il testo della dichiarazione al Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, a nome dei Primati e dei rappresentanti delle Chiese ortodosse locali.

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L’azione militare in Siria è iniziata nel marzo 2011, nel giugno 2012 il conflitto in corso nel Paese è stato ufficialmente riconosciuto dalle Nazioni Unite come guerra civile. Secondo i dati ufficiali delle Nazioni Unite, le vittime finora sono circa 100.000 persone. Oltre 4,5 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case in Siria, molte delle quali sono fuggite in Libano, Giordania e in altri Paesi del Medio Oriente.

Attualmente in Siria è in corso una distruzione sistematica del cristianesimo. Il 29 marzo 2013 un gerarca del Patriarcato di Antiochia, il vescovo di Seydnaya Luka, ha parlato ai media della situazione catastrofica dei cristiani siriani. Ha detto che erano stati cacciati dalle loro case circa 138.000 cristiani. E’ in corso una distruzione sistematica delle chiese cristiane, vengono commessi omicidi. «Il danno per i nostri templi è enorme. Vengono bruciati, saccheggiati, le mura vengono abbattute. Se per i criminali la vita umana non ha alcun valore, possono forse risparmiare i nostri luoghi sacri? I nostri parrocchiani vengono picchiati, attaccati. Tutto ciò che avviene acquisisce uno «status legale», perché nessuno protesta»,  ha detto il prelato. Nella città di Homs gli estremisti hann compiuto un massacro di cristiani. Centinaia di persone sono morte. Azioni simili sono state compiute in altre parti della Siria.

Nella Chiesa di Antiochia le persone colpite dalla guerra sono aiutate dal Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e lo sviluppo. Ai bisognosi in diverse regioni vengono date coperte, materassi, alimenti, articoli per l’igiene.