Il metropolita Hilarion: Tutti hanno bisogno dell’aiuto e della misericordia del Salvatore
Il 2 dicembre 2020, nel giorno della commemorazione liturgica di San Filarete, metropolita di Mosca, il Presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca metropolita Hilarion di Volokolamsk ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa moscovita dell’icona della Madre di “Gioia di tutti i sofferenti” in via Bolshaya Ordynka.
Hanno concelebrato con il metropolita i chierici della chiesa.
Durante la Liturgia, alla litania di supplica intensa, sono state lette invocazioni speciali in occasione della minaccia di diffusione del contagio da coronavirus.
Alla fine della celebrazione, l’arcipastore si è rivolto ai fedeli con una predica:
“ Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo!
Nella lettura evangelica di oggi abbiamo sentito la parabola del Signore Gesù Cristo sulla pecora smarrita. Come ci dice l’evangelista Luca, tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinavano a Gesù per ascoltarlo (Luca 15:1). Ma le parabole di Gesù Cristo furono ascoltate non solo da coloro che volevano sentire da lui le parole di vita, ma anche dai farisei e dagli scribi, a cui non piaceva in generale tutta la sua opera, che erano indignati del suo insegnamento, dei suoi miracoli, e Cristo aveva sempre in mente anche loro quando pronunciava le sue parabole.
La parabola della pecora smarrita racconta di un pastore che lascia il suo gregge di novantanove pecore per trovarne una che si è smarrita, e quando la trova, si rallegra per lei più che per le pecore che erano sempre state con lui. Chiama gli amici e dice loro: “Rallegratevi con me: ho ritrovato la mia pecora , quella che si era perduta” (Luca 15.6).
Il Signore conclude questa parabola con le parole: ” Così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. ” (Luca 15.7).
Alcuni di noi, ascoltando questa parabola, potrebbero chiedersi: non è che le novantanove pecore che sono sempre state con il Signore, che non sono andate via, che hanno sempre obbedito alla Sua volontà non hanno alcuna importanza? Perché solo una pecora dovrebbe essere importante per Lui, quella che ha smarrito la strada, e le novantanove, come sembra, non sono necessarie?
Ma in realtà, se ascoltiamo e leggiamo attentamente questa parabola, come ce l’ha trasmessa l’evangelista Luca, capiremo che per le novantanove pecore si intendono quelle che, secondo il Signore, non hanno bisogno di pentimento. Sono persone che pensano di non aver bisogno di pentirsi: i farisei e gli scribi.
Tra tutti i viventi non c’è uomo che non abbia peccato. E c’è uomo che non abbia bisogno di pentimento. Tutti possono diventare una pecora smarrita e tutti hanno bisogno dell’aiuto e della misericordia del Salvatore. Ma se una persona, come i farisei del tempo di Gesù Cristo, si considera giusta, di successo, non bisognosa di pentimento, allora non c’è gioia per una tale persona in cielo, perché senza rendersene conto, diventa una pecora smarrita – non quella che sarà ritrovata in seguito, ma una che si allontana sempre di più dal suo pastore.
Sentiamo un’altra parabola del Signore Gesù Cristo – della moneta smarrita: una donna perde una piccola moneta, la cerca per tutta la casa, spazza polvere da tutti gli angoli e, finalmente, trova la moneta. Allora la donna chiama le sue vicine e le sue amiche per condividere con loro la gioia per la moneta trovata.
Questa in effetti è la stessa parabola della pecora smarrita, solo in una versione diversa. E un modo per farci ricordare che il Signore in cielo si rallegra per il ritrovamento di ogni pecora smarrita.
La pecora smarrita è ogni persona che si allontana da Dio e poi torna a Lui. E non è affatto necessario allontanarsi per molti giorni, settimane, mesi o anni – è sufficiente deviare da Dio nel pensiero per trasformarsi in una pecora smarrita. Basta commettere l’uno o l’altro peccato per allontanarsi da Dio. È per questo che ci è stato dato il sacramento del pentimento, al quale, come pecorelle smarrite, ricorriamo per riunirci con Dio.
Sappiamo che non esiste nemmeno un uomo che non abbia bisogno di pentimento. E ogni volta che lo vogliamo, il Signore ci abbraccerà paternamente e gioirà per noi come il pastore, il proprietario del gregge, tra cento pecore si è rallegrato di più per la pecora smarrite, ma ritrovata, e come la donna si è ralegrata per la dracma che era smarrita, ma è stata ritrovata.
Oggi ricordiamo anche San Filarete, il metropolita di Mosca, che visse una lunga vita segnata da molti successi eccezionali. Fu un uomo di grande cultura, conosceva lingue antiche e nuove, vi leggeva letteratura scientifica. Quando era ancora un giovane, scrisse un libro, “Note per una comprensione più profonda del libro della Genesi”. Questo suo lavoro è ora poco noto, ma colpisce sia per la sua profondità che per la sua dottrina. L’interpretazione del libro biblico della Genesi, basata sia sulle opere patristiche che sulla letteratura scientifica dell’epoca, è un testo eccezionale che all’epoca permise al giovane archimandrita Filarete di raggiungere la fama di studioso della Bibbia.
Poi fu chiamato al servizio episcopale e per molti anni rimase a capo della sede metropolitana di Mosca. Il suo ministero fu segnato dalla costruzione di nuove chiese, così come dal rinnovamento delle chiese già esistenti. San Filarete prese parte praticamente a tutte le riforme che furono attuate dagli zar. Fu consigliere dell’imperatore e il suo più stretto assistente. Scrisse il manifesto sull’emancipazione dei contadini. Fu l’ispiratore della riforma dell’istruzione teologica e fece un contributo straordinario a molte riforme allora in corso.
Per diversi decenni di seguito, il metropolita Filarete ha guidato la sede metropolitana di Mosca. Ha celebrato più volte anche nella nostra chiesa parrochiale. Consacrò la cappella principale della nostra chiesa, costruita durante il suo episcopato. E’ stata preservata la predica di San Filarete, pronunciata in questa chiesa nel giorno della festa liturgica dell’icona della Madre di Dio “Gioia di tutti i sofferenti”.
Invito oggi ciascuno di voi, tornato a casa, a leggere o rileggere almeno una delle prediche di san Filarete di Mosca. Se non avete libri con i suoi sermoni, ora li si trova facilmente su Internet.
San Filarete è un grande teologo, che per la grandiosità del suo pensiero teologico e il suo talento non cede agli antichi santi – San Basilio il Grande, San Gregorio il Teologo e San Giovanni Crisostomo. Non per caso è l’autore del Catechismo, il libro prediletto di ogni cristiano nell’impero russo.
Sebbene non abbia avuto la possibilità di occuparsi della teologia sistematica, essendo impegnato con impegni ecclesiastici e amministrativi, ogni suo sermone è pieno di intuizioni teologiche. Alcuni dei sermoni di San Filarete sono veri capolavori dell’arte della predicazione. Iniziano con un argomento apparentemente casuale, ad esempio, l’onomastico di uno dei membri della casa regnante. E su questo argomento pronuncia un sermone degno di entrare nel fondo d’oro della letteratura cristiana. Rivela le profondità della teologia con tale sottigliezza che, di fatto, può essere paragonato ai teologi più eminenti nella storia della nostra Chiesa.
San Filarete visse una lunga vita. Nonostante la sua posizione elevata, si distingueva per uno stile di vita ascetico ed era un vero monaco. La Chiesa oggi lo glorifica come uno dei grandi santi che brillarono all’epoca in cui in Russia fu abolito il Patriarcato. Ma, essendo il metropolita di Mosca, egli ha effettivamente svolto il servizio del Patriarca. L’intera Chiesa ortodossa russa lo conosceva. Sia il clero che numerosi laici gli davano retta. La sua autorevolezza era assolutamente indiscutibile. E oggi ci rivolgiamo a lui, sapendo che lui intercede per tutti noi e per la nostra santa Chiesa ortodossa russa.
Chiediamo a San Filarete di Mosca di implorare il Signore, affinché ci conceda la sua misericordia, e che l’epidemia, che continua a diffondersi nella nostra Patria e nel mondo intero, finisca, e affinché la misericordia e l’aiuto di Dio siano sempre con tutti noi. Amen”.