Messaggio pasquale di Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’
Messaggio pasquale di Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’
ai membri dell’episcopato, del clero, ai monaci e alle monache, e a tutti i fedeli figli e figlie della Chiesa Ortodossa Russa.
Amati fratelli nell’episcopato, reverendi padri, venerabili monaci e monache, cari fratelli e sorelle!
CRISTO E’ RISORTO!
Per la grazia di Dio misericordioso abbiamo raggiunto la luminosa notte di Pasqua e gioiamo nuovamente per la gloriosa Resurrezione di Cristo. Porgo a tutti voi, cari miei, i miei più cordiali auguri per questa grande festa, “solennità di tutte le solennità”.
Quasi duemila anni ci dividono dall’evento che ricordiamo oggi. Però ogni anno la Chiesa celebra con trepidazione immutabile la Resurrezione del Signore, testimoniando instancabilmente l’unicità di ciò che è avvenuto nella grotta funeraria accanto alle mura dell’antica Gerusalemme.
Tutto il cammino terreno del Figlio di Dio, dalla sua miracolosa Incarnazione alla Passione e morte terribile sulla croce è compimento di ciò che il Creatore una volta promise ai nostri antenati. Dio promise di mandare nel mondo Colui che si sarebbe caricato delle nostre sofferenze, si sarebbe addossato i nostri dolori (Is.53,4) e avrebbe salvato il suo popolo dai suoi peccati (Mt.1,21). Il Signore ha confermato questa sua promessa tramite i profeti. Rimaneva fedele alla promessa anche quando il popolo eletto abbandonava l’alleanza e trasgrediva la volontà del Creatore.
Nella Resurrezione di Cristo si è manifestato pienamente l’amore di Dio, siccome in essa viene finalmente superata la morte – l’ultima barriera che divideva l’uomo dalla vera Fonte di vita. E anche se la morte fisica esiste, distruggendo i corpi umani, non è più in grado di uccidere le nostre anime, cioè privarci della vita eterna in comunione con il Creatore. La morte è stata rovesciata, il suo pungiglione è stato estirpato (1 Cor.15,55). Il Signore ha portato con sé prigionieri (Ef.4,8) e ha deposto l’inferno. Nulla è impossibile a Dio (Lc.1, 37):è veramente risorto, come aveva detto (Mt.28,6)!
Quest’anno i popoli del mondo stanno vivendo una prova particolare. La devastante epidemia si è diffusa in tutto il mondo e ha raggiunto anche le nostre parti. Le autorità stanno adottando misure restrittive con lo scopo di prevenire la diffusione esplosiva dell’epidemia. In alcuni paesi della responsabilità pastorale del Patriarcato di Mosca sono sospese le celebrazioni pubbliche, tra cui anche la Divina Liturgia. Però noi, cristiani ortodossi, non dobbiamo arrenderci alla disperazione in queste circostanze difficili, tanto meno lasciarci prendere dal panico. Siamo chiamati a conservare la pace interiore e a ricordare le parole del Salvatore, pronunciate alla vigilia della sua Passione salvifica: avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo! (Gv.16,33).
La Pasqua per l’umanità è stata un passaggio dalla schiavitù del peccato alla libertà del Regno dei cieli, alla libertà della gloria dei figli di Dio (Rom.8, 21). Solo grazie alla Resurrezione di Cristo otteniamo la vera libertà, della quale parla San Paolo,che ci ammonisce: Cristo ci ha liberati…state dunque saldi (Gal.5,1). Quante volte abbiamo letto o sentito queste parole? E ora pensiamo: non è che viviamo come se Cristo non fosse risorto? Non è che sprechiamo la ricchezza dell’eternità che ci è stata rivelata tra le infinite preoccupazioni, diventando schiavi della vanità del mondo, cedendo di fronte a paure passeggere e dimenticando il vero tesoro spirituale e la vera chiamata del cristiano di servire il Signore in santità e giustizia al suo cospetto (Lc.1, 75)?
Però la religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre (Giac.1, 27) consiste appunto nel accondiscendere nell’amore e nella pazienza alle debolezze altrui, nell’assistere e appoggiare gli altri nelle prove, secondo l’esempio, rivelato a noi nel Vangelo dal Buon Pastore. Nessuna restrizione esterna può dissolvere la nostra unità e privarci di quella vera libertà spirituale che abbiamo tutti acquisito, conoscendo il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, che ha vinto la morte e ci ha dato la possibilità di essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! (1 Gv.3,1).
Un cuore solo e un’anima sola (Atti 4,32) sono caratteristici di tutti i fedeli figli della Chiesa, siccome da soli siamo membra, e nell’unità – l’unico Corpo di Cristo, e niente può separarci dall’amore di Dio (Rom.8, 39). E quindi sappiano quelli che oggi a causa di motivi oggettivi non possono essere in chiesa e pregare insieme che non sono dimenticati; che si prega per loro. La fede ci dà la forza di vivere e di superare, con l’aiuto di Dio, le malattie e le prove, tra cui anche quelli che ci hanno afflitto con la diffusione del virus pericoloso.
Chiamo caldamente tutti voi, cari miei, a rafforzare la preghiera comune, perché il Signore ci dia la grazia di rimanere compartecipi della vita liturgica della Chiesa, malgrado tutte le difficoltà; perché il sacramento dell’Eucarestia continui a essere celebrato e perché i fedeli possano accedere al alla vera Fonte della vita – il Corpo e il Sangue di Cristo; perché i malati ricevano la guarigione e i sani siano salvati dall’infezione.
Crediamo che il Signore Risorto non ci lascerà e ci darà la perseveranza e il coraggio, necessari per rimanere saldi nella fede e raggiungere la vita eterna alla fine del cammino della vita terrestre.
Mi congratulo con tutti voi, cari fratelli e sorelle, per la festa luminosa della Santa Pasqua, e vi chiamo a essere sempre degni dell’immagine di discepoli del Signore, dando buon esempio a coloro che ci circondano e annunciando la perfezione di Colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce (1 Pt.2,9), affinché per tutto il tempo della nostra vita testimoniamo con le opere la forza immortale e la verità delle parole pasquali:
CRISTO E’ VERAMENTE RISORTO!
+Kirill,
il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’
Pasqua del Signore 2020
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