Il Patriarca al Ministero degli Esteri
In occasione della festa di Pasqua, il 20 aprile 2015 è stato dato un ricevimento presso il Grande Palazzo del Ministero degli Affari Esteri della Russia.
All’evento ha partecipato il Primate della Chiesa ortodossa russa. Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill in questa occasione ha incontrato il ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa S.V. Lavrov.
Tra gli ospiti c’erano rappresentanti del governo, del mondo scientifico, delle organizzazioni non governative russe, diplomatici stranieri, così come rappresentanti delle Chiese cristiane non ortodosse e delle comunità religiose tradizionali della Russia.
Al ricevimento hanno inoltre partecipato il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr), metropolita Hilarion di Volokolamsk, il presidente del Dipartimento sinodale per l’informazione V.R. Legojda, il presidente facente funzione del Dipartimento sinodale per i rapporti con le Forze Armate e le Forze dell’Ordine, arciprete Sergej Privalov, il vicedirettore del Dipartimento amministrativo del Patriarcato di Mosca, archimandrita Sava (Tutunov), i vicepresidenti del Decr, arciprete Nikolai Balashov e archimandrita Filaret (Bulekov), il capo del Servizio di protocollo del Patriarca, arciprete Andrej Milkin, il capo del Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, diacono Alexander Volkov, il vicepresidente del Dipartimento sinodale per i rapporti tra la Chiesa e la società, sacerdote Roman Bogdasarov, i membri dello staff del Decr.
Erano presenti anche i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali presso il Trono patriarcale di Mosca: per il Patriarcato di Gerusalemme, l’archimandrita Stefan (Dispirakis), per il Patriarcato bulgaro l’archimandrita Feoktist (Dimitrov).
I canti di Pasqua sono stati eseguiti dal coro sinodale di Mosca, diretto dall’Artista Onorato della Russia A.A. Puzakov.
Gli ospiti sono stati accolti da S.V. Lavrov nella Sala Bianca del Ministero degli Esteri russo.
«La Chiesa ortodossa russa ha da tempo contribuito alla definizione di linee guida morali della nostra società, ha aiutato il popolo russo ad affrontare su larga scala sfide importanti, – ha detto. – E oggi la Chiesa, fedele alla sua alta missione, rende un prezioso contributo al mantenimento del consenso nazionale, alla questione della rinascita spirituale della Russia, all’educazione dei giovani nello spirito dei valori tradizionali».
Secondo S.V. Lavrov, un tale impegno disinteressato della Chiesa ortodossa russa è particolarmente rilevante in questo tempo difficile, in cui il mondo è giunto ad un punto pericoloso, caratterizzato da una maggiore concorrenza nelle sue varie manifestazioni, dall’aumento del livello di conflittualità, della sovrapposizione nelle relazioni internazionali di elementi di caos e di instabilità. La nocività di un tale percorso si manifesta pienamente nei tragici avvenimenti in Ucraina. «Il riconoscimento più profondo va alla Chiesa ortodossa russa per la prudenza, per i suoi instancabili sforzi per stabilire la pace e l’armonia in Ucraina, per la cessazione del conflitto fratricida in quel Paese», ha detto il ministro degli Esteri.
S.V. Lavrov ha espresso la convinzione che la stabilità internazionale e lo sviluppo globale sostenibile è possibile solo sulla base di un dialogo paritario e reciprocamente rispettoso tra religioni e civiltà, nel rispetto del diritto dei popoli a determinare il proprio futuro. «Apprezziamo gli sforzi instancabili, energici della Chiesa ortodossa russa in questa direzione», ha detto.
Secondo il capo del Ministero degli Esteri russo, in questi ultimi anni la situazione in Medio Oriente e in Nord Africa si è complicata e diventa sempre più allarmante, la crisi si sta espandendo con la conseguente ondata di estremismo e terrorismo. «A soffrire in particolar modo è la popolazione cristiana, – ha affermato. – I cristiani, compresi i sacerdoti, vengono uccisi, derubati, presi in ostaggio, cacciati dalle loro terre natie. Cercando protezione, molti di loro si rivolgono alla Russia. Ovviamente, l’esodo dei cristiani dal Medio Oriente ha conseguenze negative per la struttura delle società arabe e in generale per il futuro della regione e la conservazione del patrimonio storico e spirituale».
Sergej Lavrov ha ricordato che il numero dei cristiani sottoposti a varie forme di persecuzione, tra cui omicidi, molestie e discriminazioni, raggiunge i 200 milioni di persone. «Pertanto, nel mondo di oggi opporsi alla cristianofobia diventa un compito molto urgente, – ha detto il ministro degli Esteri della Federazione Russa. – Nel quadro delle Nazioni Unite, dell’Unesco, dell’Osce e del Consiglio d’Europa, abbiamo costantemente proposto la necessità di prevenire l’intolleranza religiosa. L’Osce ha già tenuto una conferenza per combattere l’islamofobia e l’antisemitismo. Quest’anno ci aspettiamo di intraprendere misure appropriate per combattere la cristianofobia».
Passando al tema dell’anniversario della fine nella seconda guerra mondiale, il ministro ha sottolineato che la vittoria non è stata solo militare, ma anche morale. S.V. Lavrov ha ricordato le parole contenute nel messaggio pasquale di Sua Santità il Patriarca Kirill, dove è stato osservato: «Quando l’impresa spirituale diventa contenuto di vita non solo dei singoli, ma di un intero popolo, quando tendono in alto i cuori di milioni di persone, pronte a difendere il proprio Paese, o a sostenere i più alti ideali e valori, allora accadono cose sorprendenti, straordinarie e a volte inspiegabili dal punto di vista della logica formale».
Secondo quanto affermato da S. Lavrov, il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa continuerà ad ampliare la cooperazione multiforme con la Chiesa ortodossa russa, così come l’interazione con le altre religioni tradizionali della Russia nell’interesse di migliorare le relazioni internazionali, rafforzando il fondamento morale.
Poi ai presenti si è rivolto Sua Santità il Patriarca Kirill, dicendo: «Questi incontri sono diventati una tradizione, e personalmente attribuisco loro grande importanza, perché si inseriscono nel tessuto di un importante dialogo tra la Chiesa ortodossa russa e il Ministero degli Affari Esteri», ha detto Sua Santità.
Nel suo discorso, il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha affrontato la situazione dell’Ucraina. «Oggi non posso non parlare di ciò che unisce tutti i figli della nostra Chiesa in un’unica, speciale preghiera a Dio: della situazione nella terra di Ucraina, così vicina al mio cuore – ha detto Sua Santità. – I giorni di Pasqua ci rafforzano nella speranza che i problemi sul suolo ucraino finiscano e si instauri una pace duratura. Tuttavia, la crisi ucraina e il tentativo di alcune forze politiche di dare un aspetto confessionale a questa situazione sono una sfida per l’unità storica della Chiesa ortodossa russa».
La Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, che è la più grande comunità religiosa del Paese, unisce fedeli di tutta l’Ucraina, a prescindere dall’appartenenza politica, dall’identità nazionale e culturale. «Questa è la sua grande forza spirituale e morale – ha detto il Patriarca. – Solo rimanendo al di sopra del conflitto politico, riesce a mantenere la sua unità spirituale e la pace. I tentativi di trascinare la Chiesa da una parte del conflitto possono portare la società ucraina ad uno scisma ancora più profondo».
Parlando delle relazioni interortodosse, Sua Santità ha detto che la Chiesa russa mantiene tradizionalmente relazioni fraterne con tutte le Chiese ortodosse locali.
«Vorrei anche dire che è stato attivamente sviluppato il lavoro per normalizzare la situazione della Chiesa ortodossa autonoma cinese», ha detto di seguito il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, sottolineando che un nuovo impulso è arrivato dopo il suo incontro con il presidente Xi Jinping durante la visita del Primate della Chiesa ortodossa russa in Cina. Un evento significativo è stata l’ordinazione di uno degli studenti cinesi dell’Accademia Teologica di San Pietroburgo. Di questo erano a conoscenza le autorità della Repubblica popolare cinese, e il sacerdote cinese ha così la possibilità di esercitare il suo ministero in Cina. Secondo quanto affermato da Sua Santità, è stato completato il restauro del più antico tempio del Paese a Wuhan in onore di Sant’Alexandr Nevsky. «Sono piccoli passi, ma andiamo avanti con i nostri colleghi cinesi ad affrontare le questioni che sono all’ordine del giorno», ha detto.
In alcuni Paesi della regione dell’Asia e del Pacifico, come la Thailandia, la Malesia e altri, la presenza della Chiesa ortodossa russa si sta ampliando: sono state create nuove comunità, vengono costruiti nuovi templi. «In questi Paesi ci sono sempre più nostri compatrioti, che richiedono l’organizzazione della pastorale» ha detto Sua Santità.
Prendersi cura dei compatrioti è una parte significativa e molto importante del lavoro del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha dichiarato il Primate della Chiesa ortodossa russa, notando: «Basti dire che, ad esempio, la Germania è la patria di circa quattro milioni di nostri concittadini, molti dei quali sono ortodossi. Così, naturalmente, è necessario rafforzare il lavoro delle nostre parrocchie [all’estero]» A questo proposito, Sua Santità il Patriarca Kirill ha ringraziato il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa e il Dipartimento del Ministero degli Affari Esteri per il lavoro sull’interazione e la cooperazione con i connazionali che vivono in diversi Paesi del mondo.
In modo particolare, Sua Santità il Patriarca ha richiamato l’attenzione sulla situazione catastrofica dei cristiani in Medio Oriente. «Apprezziamo molto gli sforzi della Federazione Russa, il lavoro del Ministero degli Affari Esteri in questo senso, e crediamo che sia necessario ampliare il «fronte» di protezione dei cristiani in Medio Oriente e in tutto il mondo», ha detto il Primate della Chiesa ortodossa russa. A questo proposito, ha accolto favorevolmente la prospettiva di collaborazione con la Chiesa cattolica romana, di cui il Patriarcato di Mosca condivide la posizione sulla necessità di preservare la presenza cristiana in Medio Oriente e Nord Africa.
«Nell’ultimo anno abbiamo assistito a molti eventi dolorosi. Tra questi, l’occupazione di Mosul da parte dei militanti dell’ISIS, la distruzione di tutte le chiese cristiane della città. C’erano 45 chiese – ha detto il Primate della Chiesa ortodossa russa. – Quando sono stato a Mosul nella fase di declino dello Stato di Saddam Hussein, ho visitato molti di questi templi. Erano monumenti di grande importanza storica, bellissimi monasteri con le loro comunità. È terribile pensare che in questo momento non c’è nessuna chiesa: sono state tutte distrutte. Quando qualcuno dice che ciò è stato fatto in nome dell’Islam, è possibile dare questa interpretazione: se è così, vuol dire che c’è qualcuno importante che sta facendo di tutto per demonizzare l’islam agli occhi del mondo…». Sua Santità si è detto convinto della necessità di sviluppare un dialogo con l’islam e il mondo arabo, al fine di lavorare insieme per impedire il rafforzamento dell’ala estremista della comunità islamica e la comprensione distorta dell’islam nelle menti della comunità mondiale.
La presenza dei cristiani in Medio Oriente è un fattore che non solo ha un grande valore storico, in quanto è qui che i cristiani sono nati come comunità religiosa, ma è anche un fattore di stabilità nella regione, ha affermato Sua Santità il Patriarca Kirill. Se i cristiani non possono tornare nel luogo da cui sono stati espulsi dagli estremisti, il Medio Oriente si trasformerà in una comunità monoreligiosa. «Può essere rotto l’importante equilibrio che caratterizza il Medio Oriente come culla della civiltà umana e il contributo che dà al mondo in termini culturali, religiosi e di civiltà. La rottura di questo equilibrio può condurre, in particolare, al rafforzamento dell’estremismo e alla nascita di nuovi focolai di tensione», ha detto Sua Santità.
Un’altra questione sollevata nel discorso del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill riguarda il dialogo interconfessionale. «Devo dire che il rapporto difficile tra la Russia e l’Occidente getta la sua ombra sui contatti intercristiani, – ha detto Sua Santità. – Ma come ricordate, abbiamo lavorato con la Chiesa degli Stati Uniti e l’Europa occidentale durante la «guerra fredda». Le relazioni allora erano molto più tese e drammatiche, si temeva che potesse iniziare una guerra nucleare. Ma allo stesso tempo i cristiani hanno stabilito e sviluppato molti diversi legami con i loro fratelli e sorelle di altri Paesi. Ritengo che il contesto odierno, in genere non positivo, possa spingerci a migliorare il dialogo con i rappresentanti della Chiesa cattolica e le sue Conferenze Episcopali, nonché con i rappresentanti del mondo protestante».
Secondo il parere di Sua Santità il Patriarca, le attività esterne della Chiesa sono volte a stabilire la pace, lo sviluppo della cooperazione tra i Paesi e i popoli, nonché ad aiutare le persone in questo mondo inquieto.
Durante il ricevimento, Sua Santità il Patriarca Kirill ha conferito al ministro Lavrov l’ordine di San Sergio di Radonež (I grado ), per il suo proficuo lavoro nel promuovere la pace e l’amicizia tra i popoli, oltre che in relazione con il 65° anniversario della nascita.