Il presidente del Decr incontra ministro siriano
Il 14 settembre 2014, nella casa parrocchiale della chiesa dedicata all’icona della Madre di Dio “Gioia di tutti gli afflitti”, si è svolta una riunione del presidente del Decr metropolita Hilarion con il ministro dei Lasciti Religiosi della Repubblica araba siriana Muhammad Abd Al-Sattar Al-Sayyid.
Da parte siriana, alla riunione hanno partecipato l’Ambasciatore della Repubblica araba siriana nella Federazione Russa Riad Haddad, il secondo segretario dell’Ambasciata Wisam Agiba, i membri della delegazione Tawfiq al-Buti, Abdullah Al-Sayyid e Nabil Salman. Da parte della Chiesa Russa erano presenti il segretario del Decr per i rapporti interortodossi arciprete Igor Jakimtchuk, il responsabile del Settore dei contatti interreligiosi del Decr rev. Dimitrij Safonov e il dipendente del Decr diacono Fedor Shulga.
Il Metropolita Hilarion ha accolto l’ospite congratulandosi con lui per la sua recente riconferma al suo incarico di responsabilità. Dopo aver sottolineato che le relazioni tra la Chiesa Ortodossa Russa e quella antiochena sono cordiali e fraterne, il presidente del Decr ha detto, tra l’altro:
«Seguiamo costantemente, quotidianamente, quanto succede in Siria. Siamo solidali con il popolo siriano e lo aiutiamo. Io stesso molte volte sono stato in Siria, ed ho visto con i miei occhi come nel vostro Paese vivevano insieme, in pace e armonia, rappresentanti di diverse tradizioni religiose, tra cui musulmani e cristiani di varie chiese. Purtroppo, questa armonia è stata infranta dopo che il vostro paese è stato sottoposto ad aggressione straniera. Siamo al corrente delle sofferenze che affrontano oggi i cristiani e i membri di altre religioni nei territori occupati dai terroristi.
Siamo consapevoli del fatto che ciò che parte dell’opinione pubblica mondiale qualifica come una guerra civile in Siria, in realtà, non è una guerra civile. Si tratta di un’aggressione straniera. Sappiamo quali siano le forze che cercano di destabilizzare la situazione, e abbiamo sempre detto che tali interventi, non solo in Siria, ma anche in altri stati del Medio Oriente, non portano niente di buono. Vediamo come gli eventi della cosiddetta “primavera araba” sono passati da un paese all’altro, ma questa “primavera” non sembra aver portato felicità alla gente. E le azioni che compiono invasori stranieri, a loro dire in nome della democrazia, non portano al popolo altro che miseria.
Siamo particolarmente preoccupati per la sorte dei cristiani del Medio Oriente che sono costretti a lasciare in massa le loro case. Questo vale per l’Iraq, dove i cristiani sono vittime di un autentico e consapevole genocidio. Questo vale per la Libia, l’Egitto e la Siria in quelle aree, che sono attualmente sotto il controllo degli insorti. Ora anche le potenze occidentali sono scioccate da quanto è stato commesso in Medio Oriente col loro diretto sostegno. Quando i militanti del cosiddetto “Stato islamico” prendono con la forza le città, uccidono la popolazione, ammazzano i bambini, anche in Occidente cominciano a rendersi conto di quello che sta succedendo e si chiedono che cosa si può fare ora. Come sapete, la posizione della Chiesa ortodossa russa, così come la posizione dello Stato russo, non è cambiata ed è stata fin dall’inizio coerente, chiara e esplicita. Noi sosteniamo non una qualche forza politica in Siria, ma il popolo siriano, e non accettiamo che altri paesi vogliano decidere il destino della Siria e del suo popolo. E anche in avvenire continueremo a sostenere questa stessa posizione.
Ci fa soffrire il fatto che durante l’aggressione vengano attaccati chiese e monasteri cristiani, distrutti santuari e luoghi di culto cristiani. Siamo preoccupati per la sorte dei due metropoliti, scomparsi quasi un anno e mezzo fa e di cui, da allora, nulla è noto. Siamo rimasti profondamente colpiti dalla tragedia del villaggio cristiano di Maalula e dal rapimento delle monache del Monastero di Santa Thekla. Ancora una volta voglio assicurarvi che la Chiesa ortodossa russa continuerà a sostenere il popolo siriano.
Di recente abbiamo ricevuto una lettera inquietante dal Patriarca Giovanni di Antiochia, alla quale abbiamo subito reagito. Abbiamo raccolto più di un milione di dollari e li abbiamo mandati in Siria. Collaboriamo con il nostro Ministero per le Situazioni di emergenza e la Società imperiale palestinese per preparare convogli umanitari che sono regolarmente consegnati in Siria».
A sua volta, il ministro Muhammad Abd Al-Sattar Al-Sayyid ha chiesto di portare i saluti del presidente siriano Bashar al-Assad a Sua Santità il Patriarca Kirill e ha parlato della situazione in Siria in questo momento e della politica del ministero di cui è a capo. Ha anche presentato Tawfiq al-Buti, figlio del rispettato leader islamico siriano Said Ramadan al-Buti, ucciso il 21 marzo 2013 nella moschea “al-Iman” di Damasco da un attentatore suicida.
Alla fine dell’incontro il metropolita ha offerto all’ospite un regalo commemorativo.