Messaggio del Patriarca per la Conferenza «Ginevra-2»
Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha inviato un messaggio ai partecipanti alla Conferenza internazionale di pace «Ginevra-2», che si terrà a Montreux, in Svizzera, il 22 gennaio 2014. Il testo è riportato qui di seguito.
Oggi il mondo attende da voi con speranza azioni decisive, volte a risolvere pacificamente il conflitto sanguinoso in Siria. È difficile sopravvalutare la responsabilità che vi compete. La dimensione della tragedia in corso in Siria ormai da tre anni è enorme: centinaia di migliaia di persone innocenti sono rimaste vittime del conflitto armato e milioni di persone sono state sfollate o sono divenute rifugiati.
A nome della Chiesa ortodossa russa, vi esorto a fare ogni sforzo possibile per porre fine alle ostilità immediatamente e incondizionatamente, in modo che possa cominciare un dialogo con tutte le forze politiche siriane e con la partecipazione della società civile. Siamo convinti che la Siria debba rimanere uno Stato in cui sono rispettati i diritti e la dignità delle persone di tutti i gruppi nazionali, etnici e religiosi. La sicurezza e la libertà religiosa dei cristiani, che hanno vissuto in Medio Oriente per oltre 2000 anni e che sono parte integrante della società siriana, devono essere garantite, insieme alla sicurezza e alla libertà religiosa di tutti gli altri cittadini.
Il primo e più importante passo verso la pace e la stabilità, deve essere la liberazione degli ostaggi e l’impedimento della profanazione di santuari e oggetti del patrimonio storico, culturale e religioso. Finora non si ha alcuna notizia della sorte dei due gerarchi cristiani – i metropoliti Paulos e Yohanna Ibrahim – che sono stati rapiti nei pressi di Aleppo nel mese di aprile 2013. La madre superiora e le sorelle del monastero di Santa Tecla in Maalula sono tuttora tenute prigioniere. La loro immediata liberazione sarà la prova visibile che l’opposizione è pronta a lavorare per la ricerca della pace e dell’accordo in terra siriana.
La Chiesa ortodossa russa eleva le sue preghiere per la pace in Siria e compie ogni sforzo possibile per fornire assistenza efficace alle persone che soffrono in Siria, indipendentemente dalle loro origini etniche o appartenenza religiosa. Tuttavia, la situazione grave di centinaia di migliaia di persone all’interno della Siria, così come quella dei rifugiati che sono fuggiti nei Paesi vicini, esige nuove azioni su vasta scala da parte dell’intera comunità mondiale, al fine di prestare aiuto umanitario immediato alle vittime del conflitto armato.
Esorto le persone di buona volontà a fare tutto quanto è in loro potere per fermare l’escalation di violenza in Siria e porre fine alle azioni dei gruppi terroristici ed estremisti, impedendo loro di ricevere sostegno finanziario o armamenti dall’esterno, e per dare al popolo della Siria la possibilità di scegliere da sé la strada da seguire.
Chiedo alle persone le cui mani si sono macchiate del sangue di civili, di ravvedersi e di smettere di commettere iniquità. Ricordate che rovinare la pace è facile, ma per sanare le ferite della guerra occorrono decenni, ed è impossibile riportare i caduti in vita. Qualsiasi passo verso la riconciliazione e il ristabilimento dell’ordine e del benessere delle persone sarà benedetto da Dio.
La mia preghiera oggi è che il seme della pace, che i partecipanti alla conferenza sono chiamati a piantare, possa portare buoni frutti per ogni abitante della Siria.
+ KIRILL
Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’