Il 18 dicembre presso la residenza patriarcale del monastero di s. Daniele di Mosca si è svolto l’incontro del Patriarca di Mosca e tutta la Rus’ Kirill col card. Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Il card. Koch era accompagnato dal nunzio apostolico presso la Federazione Russa, arcivescovo Ivan Jurkovic, dal Consigliere della Nunziatura Apostolica, monsignor Andrzej Yuzvovich, e dal dipendente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, p. Hyacinthe Destivelle, OP.

Da parte della Chiesa ortodossa russa erano presenti il Presidente Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca (Decr), metropolita Hilarion, il vicepresidente archimandrita Filaret (Bulekov) e il membro del segretariato per il dialogo inter-cristiano sacerdote Aleksej Dikarev.

Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha accolto l’ospite dicendo: “Apprezzo molto la possibilità di una comunicazione diretta e di dialogo, ritengo che questo dialogo sia molto importante, soprattutto in questa fase della vita delle nostre Chiese”.

Sua Santità ha detto che sono passati due anni dal suo ultimo incontro con il cardinale Kurt Koch, e nella vita della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa cattolica romana ci sono stati molti eventi significativi. “Durante questo periodo, – ha rilevato, in particolare, il Patriarca Kirill – c’è stato il cambiamento del romano pontefice, e l’elezione di Papa Francesco ci ispira grandi aspettative, perché molto di ciò che il Papa dice, e che egli propone al mondo e alla società, è del tutto in linea con la nostra visione. Apprezziamo il fatto che Papa Francesco ha ripetutamente espresso la sua simpatia verso la nostra Chiesa, anche durante gli incontri che ha avuto con il metropolita Hilarion di Volokolamsk. Questi incontri mostrano che le posizioni del Papa e del Patriarca di Mosca su temi che riguardano il mondo contemporaneo hanno molto in comune”.

Sua Santità ha sottolineato l’unanimità delle posizioni delle due Chiese sulla situazione in Medio Oriente, in particolare sul conflitto siriano. Il Patriarca ha detto al Card. Koch di aver visitato il Libano e la Siria all’inizio del conflitto, ed aver avuto l’opportunità di incontrare i capi delle Chiese cristiane del Medio Oriente e i leader politici di questi paesi. “Molto importante è stato il mio incontro con i patriarchi cattolici, presso la residenza del patriarca maronita in Libano, – ha detto. – Allora mi sono reso conto che abbiamo la stessa posizione sulla situazione in Siria, Libano e in tutto il Medio Oriente”.

“La cosa più importante che ho provato durante questi viaggi (e questo è stato confermato in seguito) è l’aver capito la serietà della minaccia di estinzione della popolazione cristiana, dell’espulsione dei cristiani dai luoghi dove sono esistiti per quasi duemila anni – ha proseguito il Patriarca Kirill. – Ciò significa non solo una grave violazione dei diritti umani e della libertà religiosa, ma comporta anche la sofferenza di un intero popolo e, inoltre, un cambiamento sostanziale della natura della civiltà nel Medio Oriente. In questa regione sono nate le prime comunità ebraiche, cristiane e islamiche, quindi turbare l’equilibrio di queste comunità comporta una minaccia di sconvolgimento del codice culturale del territorio”.

Il Patriarca ha sottolineato l’importanza della posizione su tale argomento di Papa Francesco, che egli ha espresso nella sua lettera al presidente russo Vladimir Putin,  in occasione della riunione del “G20” a San Pietroburgo nel settembre 2013. “Credo che la nostra posizione comune sulla Siria sia una buona piattaforma per il dialogo tra le nostre Chiese su quanto sta accadendo nel mondo”, ha detto il Primate della Chiesa ortodossa russa. Un altro tema comune, caro a ortodossi e cattolici, è quello della salvaguardia nel mondo moderno dei valori tradizionali della famiglia. “Noi in Russia, Ucraina e altri paesi del territorio canonico del Patriarcato di Mosca, esprimiamo sempre apertamente la posizione della Chiesa su questo importante tema, siamo impegnati in attività volte a preservare la famiglia, ridurre il numero dei divorzi, vietare l’aborto, ma soprattutto a proteggere l’istituto della famiglia che oggi è sottoposto ad influenze distruttive dalla cultura laica dominante. Si tratta non solo di una sfida di principio al cristianesimo, ma anche di precise azioni concrete, connesse con i cambiamenti nella legislazione di alcuni paesi occidentali”, ha detto Sua Santità, esprimendo soddisfazione per il fatto che il Papa considera il tema della famiglia come una priorità.

Il lavoro relativo a questo tema viene svolto anche a livello bilaterale, ha notato il Patriarca. Nel novembre 2013, il Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato e il Pontificio Consiglio per la Famiglia hanno organizzato a Roma un simposio dedicato alla tutela dei valori della famiglia. Nel convegno, tenutosi il 29-30 novembre a Varsavia sul “futuro del cristianesimo in Europa: il ruolo delle Chiese e dei popoli della Polonia e della Russia”, cui hanno partecipato autorevoli delegazioni di entrambe le Chiese, ampio spazio è stato dato al problema della famiglia.

Il mondo di oggi si trova ad affrontare la sfida di una sempre più profonda disuguaglianza sociale e della povertà . “Nel XX secolo il nostro popolo è passato attraverso grandi sconvolgimenti,  rivoluzioni, guerre, la dissoluzione del sistema statale ed economico alla fine del secolo scorso, che ha causato grandi difficoltà a un gran numero di nostri compatrioti. Il forte calo del tenore di vita per russi, ucraini, bielorussi e altre persone che vivevano nella ex Unione Sovietica, ha posto in modo drammatico al nostro paese e al popolo il problema della povertà, – ha detto il Patriarca. – La questione, per grazia di Dio, è risolta, e vediamo che il tenore di vita è in crescita, soprattutto in Russia; ma in alcuni luoghi persistono sacche di povertà, perciò nella nostra predicazione teniamo sempre conto di questi problemi. Il tema della giustizia sociale, il problema degli squilibri economici, lo sviluppo delle opere di beneficenza e del servizio sociale della Chiesa sono al centro della nostra attenzione”. Sua Santità ha sottolineato che queste stesse tematiche si riflettono anche nella posizione della Chiesa cattolica e del suo capo.

“Penso che sia importante per noi avere uno scambio di opinioni su tutte queste questioni nel dialogo bilaterale, in maniera sia  formale che informale, tanto più che le nostre Chiese sono impegnate non solo nella discussione astratta di questi argomenti, ma anche nella soluzione concreta di problemi specifici”, ha detto il Patriarca. Ha ricordato le grandi attività sociali e caritative della Chiesa ortodossa russa, il suo aiuto non solo alle vittime di catastrofi naturali (come le inondazioni a Krymsk o nelle regioni dell’Estremo Oriente della Russia, o lo tsunami in Giappone) ma anche alle persone colpite dalla crisi economica in alcuni paesi, come in Grecia.

Sua Santità ha richiamato l’attenzione dell’ospite sulla situazione in cui si trova la popolazione della Siria. “La situazione è vicina a una catastrofe umanitaria, – ha dichiarato. – Raccogliamo attivamente aiuti materiali, i nostri fedeli donano spesso somme in denaro. E in modo indipendente, e in collaborazione con altre organizzazioni pubbliche russe, stiamo inviando convogli di aiuti umanitari e vediamo che la gente in Siria ha veramente bisogno di aiuto” .

Sua Santità ha anche accennato al fatto che nella vita della Chiesa ortodossa russa degli ultimi anni c’è qualcosa di simile a ciò che sta accadendo nella Chiesa cattolica, soprattutto a seguito dell’elezione di Papa Francesco. Il Papa sottolinea l’importanza e il ruolo del Sinodo dei Vescovi. Ha creato un consiglio di cardinali che lo aiuta ad affrontare i problemi della Chiesa.

Nella Chiesa ortodossa russa è stato costituito, in aiuto al Patriarca, il Consiglio Ecclesiastico Supremo, composto dai capi di tutti i dipartimenti della chiesa. Inoltre, qualche anno fa, è nato un nuovo organo di governo della Chiesa russa, l’Amministrazione Interconciliare. “E’ composta da vescovi, sacerdoti e laici. E’ l’organo che prepara i documenti più importanti, che vengono poi adottati del Concilio, o dal Sinodo della nostra Chiesa; ma prima questi documenti devono essere discussi a livello di tutti i credenti, – ha detto il Patriarca. – Mandiamo i testi in tutte le diocesi, con la richiesta di darci opinioni, pubblichiamo tutto su internet. Riceviamo migliaia di correzioni e commenti, che cerchiamo di inserire, entro limiti ragionevoli, nei documenti. Infine, grazie alla discussione all’assemblea plenaria dell’Amministrazione Interconciliare, poi al Sinodo, al Concilio dei vescovi, otteniamo documenti che hanno un grande sostegno popolare”. Come Sua Santità ha sottolineato, l’Amministrazione Interconciliare è uno strumento che serve alla sinodalità, in quanto aiuta la Chiesa ortodossa russa, nelle condizioni di vita del tempo moderno, a prendere decisioni che sono supportate dalla maggioranza dei fedeli. “Perciò seguiamo da vicino come si sviluppa il tema della sinodalità e del primato nel dialogo tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse”, ha affermato il Patriarca Kirill.

“Abbiamo una storia di relazioni, un’esperienza di cooperazione, che ci permette di guardare con ottimismo al futuro, nella speranza che entrambe le Chiese possano avere un impatto sulla coscienza dell’uomo moderno, per rafforzare i valori spirituali nella società”, ha detto Sua Santità.

Il Cardinale Kurt Koch, a sua volta, ha trasmesso al Patriarca Kirill e gli auguri del Papa Francesco. “Ogni Chiesa ha i suoi tesori – ha detto l’ospite. – Nel suo messaggio, il Papa Francesco scrive apertamente che abbiamo imparato molto dagli ortodossi, soprattutto in ciò che riguarda la collegialità episcopale e sinodalità”.

Il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha detto che il rifiuto dei valori cristiani da parte della società moderna è una sfida comune per tutti i cristiani, ed una delle sue più evidenti manifestazioni è la crisi dell’istituto della famiglia.

Secondo il cardinal Koch, di grande importanza è la posizione di solidarietà delle Chiese sulla situazione in Siria e il Medio Oriente. L’ospite ha testimoniato della gratitudine dei patriarchi cattolici orientali al Patriarca Kirill per la sua visita, effettuata in tempi duri per la Siria e il Libano. “Grande preoccupazione suscita la scomparsa del cristianesimo in questa regione. Se rimangono solo pietre senza persone, perdiamo la cosa più significativa”, ha detto il cardinale.

Nella conversazione che ha fatto seguito, i partecipanti hanno discusso lo stato attuale del dialogo teologico cattolico-ortodosso nel quadro della Commissione mista internazionale, e le difficoltà che si trova ad affrontare.

Il cardinale Kurt Koch ha anche condiviso con Sua Santità le impressioni di un viaggio da lui effettuato in Ucraina nel giugno 2013, e della recente visita a San Pietroburgo.

Alla fine della riunione, che si è svolta in un clima di dialogo costruttivo e di comprensione reciproca, le parti si sono scambiate dei doni.