Il 18 agosto 2013 nell’ottava domenica dopo la Pentecoste, il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa dell’icona della Madre di Dio «Gioia di tutti i sofferenti», al centro di Mosca.

Hanno concelebrato col metropolita i chierici della parrocchia e del personale del Dipartimento. Al termine della Liturgia, il metropolita Hilarion ha rivolto ai fedeli il sermone:

«Nel Vangelo di oggi abbiamo ascoltato la storia di come il Signore Gesù Cristo, dopo aver perdicato a molte persone nel deserto, vide che il popolo era affamato (cfr. Mt 14, 14-21). Il Salvatore decise di dare loro da mangiare, ma gli apostoli dissero che non avevano che cinque pani e due pesci. Il Signore disse al popolo di sedersi in file, benedisse il pane e il pesce, e gli apostoli cominciarono a distribuire il cibo al popolo. Miracolosamente, questo cibo nelle loro mani si moltiplicò: diventò così tanto che bastò per tutte le persone, e ne rimasero ancora dodici canestri.

Questo miracolo, che il Signore ha ripetuto almeno un’altra volta, ci mostra innanzitutto che a coloro che seguono Cristo e metto al primo posto nella loro vita la parola di Dio vengono dati anche tutti quei beni materiali che sono necessari per vivere su questa terra. Le persone si differenziano in base alla definizione degli obiettivi per i quali vivono. Alcuni vivono per guadagnare molti soldi. Tutta la loro vita persegue il fine di aumentare la propria ricchezza. Essi sono così dipendenti dai beni materiali, che, se tutto ad un tratto, per qualche motivo, questi non sono sufficienti, come i cinque pani e i due pesci, se la loro posizione finanziaria peggiora, essi sentono di perdere il senso della vita.

Non vi è alcun criterio oggettivo per la ricchezza e la povertà. Ci sono persone che hanno grandi ricchezze, e che, se perdono una parte di essa, hanno l’impressione che la loro vita non abbia più gioia, abbia perso il senso. Ci sono invece altri, la cui ricchezza materiale è molto modesta, ma che hanno gioia nella loro vita, perché essa è riempita della presenza di Dio. Se lo scopo principale della vita è acquisire i doni dello Spirito Santo, secondo l’espressione di san Serafino di Sarov, e non la ricchezza materiale, allora anche i beni materiali – ciò che è necessario per la vita – vengono dati da Dio, come disse il Signore ai suoi discepoli: «Cercate prima il Regno di Dio e la Sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta»(Mt 6, 33).

L’esperienza di molte persone di diverse generazioni, che hanno fatto della sequela di Cristo lo scopo della loro vita, dimostra che la componente  materiale della vita è secondaria e che essa viene comuinque conseguita, senza che la persona debba fare alcuno sforzo particolare. I beni materiali vengono concessi alla persona in modo che essa possa svolgere in modo sicuro e agevole il proprio ministero. Si tratta di un miracolo che molti di noi hanno visto realizzarsi: le nostre modeste disponibilità economiche vengono miracolosamente moltiplicate, e  il Signore ci dà tutto quello che ci occorre per la vita, e ce lo dà in abbondanza, in modo che possiamo condividere il superfluo con le altre persone.

Il Signore Gesù Cristo ci insegna con le Sue parole, opere, miracoli, che noi, prima di tutto, dobbiamo seguire Lui, dobbiamo obbedire ai Suoi comandamenti, e che la nostra vita deve essere percepita come un servizio a Lui. Egli ci insegna con i miracoli e gli esempi che tutto il resto ci sarà dato, senza che dobbiamo fare molto: il miracolo della moltiplicazione dei pani continuerà nella nostra vita, nella vita di molti, molti altri cristiani.

Ma c’è prima di tutto un altro pane, con cui il Signore ci nutre con le Sue proprie mani. Questo pane è il Suo santo Corpo, che durante l’Ultima Cena Lui spezzò e diede ai suoi discepoli, dicendo: «Questo è il mio corpo», e poi prese il calice, lo benedisse, e disse: «Questo è il Mio sangue della Nuova Alleanza» (cfr. Mt 26, 26-28). Il miracolo della moltiplicazione dei pani si ripete in ogni chiesa, ogni volta che prendiamo parte alla Liturgia e partecipiamo all’Eucarestia. Misteriosamente, il pane materiale, preparato dalle mani umane, diventa il Corpo di Cristo, e il vino materiale, che viene prodotto con il lavoro umano, diventa il Sangue di Cristo attraverso le parole del sacerdote, per la preghiera di tutti e l’azione dello Spirito Santo. Ricevendo questo pane e questo vino, noi riceviamo il Corpo puro e prezioso e il Sangue del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Egli ci nutre, non più con il pane materiale o con il pesce, ma ci dona Se Stesso. E questo cibo divino e questa bevanda placano ogni sete e fame, ci aiutano a sopportare qualsiasi prova, ci rendeno spiritualmente forti e in grado di condividere la grazia che riceviamo dal Signore con i nostri prossimi. Allora le nostre mani ricevono quel potere miracoloso che il Signore ha dato agli apostoli, quando presero i cinque pani e sfamarono una moltitudine. Attraverso le nostre mani si compiono miracoli, attraverso le nostre parole e opere molte persone vengono al Signore e la mensa del Signore si riempie sempre più di nuove persone.

Il Signore ha creato tutti noi in modo che possiamo essere partecipi del Suo pasto divino, e possiamo ricevere dentro di noi Dio. Il Signore ci ha creati in modo che egli stesso possa vivere in noi e attraverso di noi operare, come ha agito attraverso i Suoi apostoli. Ognuno di noi è chiamato al ministero apostolico della distribuzione dei pani.

Cerchiamo di essere collaboratori di Dio nella Sua opera che continua ancora oggi. Sforziamoci di essere di quei membri della Chiesa, che possono a diritto e degnamente essere chiamati cristiani, perché non partecipano solo passivamente alla vita della Chiesa, frequentandola solo  per ricevere questi o altri benefici spirituali, ma partecipano attivamente alla missione che il Signore ha affidato agli apostoli, partecipano alla fondazione della Chiesa come Corpo di Cristo, impegnandosi affinché sempre più persone possano percorrere la via della salvezza.

In questa Domenica, che precede la festa della Trasfigurazione del Signore, rendiamo grazie al Signore per il fatto che Egli ci rende partecipi del Suo banchetto, ci dona questo pane ineffabile che placa la nostra fame spirituale, questa bevanda che placa la nostra sete spirituale.

Chiediamo al Signore di darci la forza di essere Suoi apostoli e discepoli, perché anche  attraverso le nostre mani continuino a compiersi miracoli in questo mondo».