L’ambasciatore italiano alla liturgia di Pentecoste
Domenica 23 giugno 2013, solennità della Pentecoste e festa della Santissima Trinità, il metropolita Hilarion di Volokolamsk ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa moscovita dell’icona della Madre di Dio «Gioia di tutti i sofferenti». Col metropolita hanno concelebrato i chierici della parrocchia.
Alla Liturgia era presente l’ambasciatore della Repubblica italiana in Russia Antonio Zanardi Landi.
Al termine del servizio sono stati celebrati i grandi vespri con la lettura delle solenni preghiere allo Spirito Santo in ginocchio.
Dopo il servizio di preghiera, il metropolita ha condiviso con i fedeli le proprie riflessioni sulla festa.
«Nella preghiera che abbiamo appena ascoltato, la festa di Pentecoste è definita l’ultima festa. Essa conclude un lungo periodo dell’anno liturgico, che inizia con il Natale e passa per la Quaresima, la Settimana Santa e la Pasqua di Risurrezione. E poi, finalmente, insieme con tutta la Chiesa si arriva alla Pentecoste. Si chiama ultima festa perché il giorno di Pentecoste termina la missione di Gesù Cristo su questa terra. Egli non è più fisicamente presente con i Suoi discepoli, e con la Sua carne umana siede alla destra di Dio Padre.
Anche durante l’Ultima Cena Cristo aveva promesso agli apostoli che avrebbe dato loro un altro Consolatore, e nel giorno della Pentecoste invia loro lo Spirito Santo. Quel giorno è avvenuto un miracolo che va oltre ogni comprensione umana: tutte le persone presenti hanno sentito predicare gli apostoli, hanno capito ogni parola pronunciata dalla bocca degli apostoli, da qualsiasi paese provenissero. E gli stessi apostoli in questo giorno di Pentecoste hanno finalmente capito quello che il Signore aveva detto loro, ma che non avevano capito perché le loro orecchie erano chiuse: che essi sono chiamati alla missione apostolica. Il Signore li aveva chiamati non a ritornare alle loro reti da pesca, dopo la Sua resurrezione e ascensione, ma a divenire pescatori di uomini, affinché in quella rete divina l’umanità potesse trovare la salvezza. Pertanto «la loro voce è andata per tutta la terra e le loro parole fino agli estremi confini del mondo» (Salmo 18, 5): iniziata a Gerusalemme il giorno di Pentecoste, la predicazione degli apostoli si è diffusa in tutto il mondo. E quando gli apostoli stessi non poterono continuare la predicazione, la continuarono i loro discepoli, allo stesso modo in cui il Signore Gesù Cristo, quando la Sua vita terrena era terminata, inviò a predicare i suoi discepoli.
Gli Atti degli Apostoli ci parlano del primo periodo della vita della Chiesa. Gesù Cristo non è più fisicamente presente con i discepoli, ma loro sentivano la Sua presenza in ogni assemblea eucaristica, perché sapevano che nessun apostolo poteva spezzare il pane, ma è il Signore stesso che offre il Suo corpo e il Suo sangue attraverso le mani degli apostoli. Questa consapevolezza della presenza di Dio, il sentire che Cristo è invisibilmente presente tra i discepoli, è stata tramandata di generazione in generazione ed è arrivata fino a noi. E così la Pentecoste, che ha avuto luogo a Gerusalemme, continua oggi nella Chiesa di Cristo – non solo a Gerusalemme, ma anche in qualsiasi altra città o villaggio, dove è presente il tempio di Dio e si celebrano i divini misteri. Ovunque e sempre, con le preghiere del sacerdote e del popolo di Dio, quando è necessario, lo Spirito Santo viene e anima tutta la vita umana. Così, lo Spirito Santo attraverso la preghiera del sacerdote trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo. Lo Spirito Santo è presente negli altri sacramenti della Chiesa, ci aiuta nella nostra vita, rinnova la nostra natura umana, ci dà la forza di superare le difficoltà nella nostra vita. Lo Spirito Santo opera nel sacramento dell’ordinazione, quando un laico diventa diacono, quando il diacono diventa sacerdote, quando il sacerdote diventa vescovo. Lo Spirito Santo, che ha trasformato dei semplici pescatori in saggi apostoli, ancora oggi elegge al servizio della Chiesa persone a cui dà una forza per esercitare il ministero, che supera le forze umane.
Lo Spirito Santo riempie ogni cosa. Egli dà la vita, a ogni primavera Egli riporta alla vita la vegetazione apparentemente morta – e gli alberi tornano verdi e rispuntano i fiori. Come simbolo dello Spirito Santo nella festa di Pentecoste i sacerdoti portano paramenti verdi. In questo giorno, noi decoriamo la chiesa con fiori e rami di alberi al fine di ricordare la presenza dello Spirito Santo in tutta la natura e in tutto l’universo. Probabilmente molti di voi hanno visitato luoghi bellissimi e nella pace della natura hanno sentito la presenza di Dio. Nessun fiore è uguale a un altro, Dio ha creato con fantasia ogni fiore e foglia. In ognuno di essi c’è la presenza invisibile di Dio e il suo immenso amore.
Se Dio ha tanto amato il mondo visibile, tanto più ama le persone, per la loro salvezza Egli stesso si è fatto uomo, è venuto sulla terra, si è incarnato, è vissuto e continua a vivere tra noi! L’opera di salvezza che Cristo ha compiuto qui sulla terra, attraverso tutti i misteri della sua vita, dal concepimento misterioso e ineffabile nel grembo della Beata Vergine ad opera dello Spirito Santo (che poi invia i Suoi discepoli), alla nascita, l’infanzia, l’adolescenza, i primi passi sulla terra e la morte in croce, la risurrezione e l’ascensione – tutto è stato fatto per il bene della persona.
Non per il bene di una persona astratta o dell’umanità intesa in senso astratto, ma per ciascuno; ognuno di noi in modo misterioso, attraverso la partecipazione alla vita della Chiesa, ai sacramenti della Chiesa, partecipa a questo ineffabile mistero di salvezza. E noi sentiamo qui nel tempio di Dio la Sua presenza, così come gli stessi apostoli sentirono nel cenacolo di Sion che Cristo era presente tra loro. Noi qui abbiamo la stessa percezione degli apostoli a Pentecoste, quando il Signore aprì le orecchie e gli occhi del cuore in modo che essi fossero consapevoli della propria vocazione e missione. Noi ci vediamo come i rappresentanti delle diverse nazioni che sono stati elencati nella lettura di oggi degli Atti degli Apostoli.
La festa di Pentecoste è un momento bello e maestoso dell’anno liturgico, quando davanti agli occhi della nostra mente passano tutte le opere della provvidenza di Dio, l’incarnazione e la nascita di Cristo prima della Sua ascensione al cielo e la discesa dello Spirito Santo. Ma la nostra vita va avanti, va avanti la vita liturgica della Chiesa, e arriveranno altri giorni festivi dell’anno, che ci porteranno nuovamente a contatto con i misteri di Dio, che ci parleranno dello Spirito Santo. E ogni giorno, per ognuno di noi è un’occasione per venire in chiesa e partecipare ai santi misteri di Cristo.
Fatta eccezione per i giorni della Quaresima, quando la Chiesa ci dice di astenerci dalla Santa Comunione per il pentimento dei propri peccati, non esiste nel calendario della Chiesa un giorno in cui è impossibile partecipare alla Santa Comunione. Pertanto, ogni giorno, quando vogliamo, quando ne abbiamo la possibilità, il tempo e il desiderio, possiamo unirci al Signore attraverso il sacramento dello Spirito Santo. E ogni volta che si celebra la Divina Liturgia, lo Spirito Santo scende su di noi.
Nel canone eucaristico il sacerdote prega Dio dicendo: «Manda il Tuo Spirito Santo su di noi e su queste offerte». E lo Spirito Santo scende allo stesso tempo sui santi doni, rendendoli il Corpo e il Sangue di Cristo, e su di noi, rendendoci persone nuove, un nuovo gregge di Dio, la comunità apostolica, su cui soffia lo Spirito Santo.
In questo giorno, in ginocchio glorifichiamo il datore di ogni bene – glorifichiamo Dio Padre, perché Egli ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, glorifichiamo il Figlio di Dio per quanto ha operato, patendo la passione per la nostra salvezza, e glorifichiamo lo Spirito Santo, che è venuto attraverso l’opera redentrice del Salvatore e continua ad operare in mezzo a noi . Chiediamo al Signore che Egli ci dia sempre la forza di essere suoi apostoli, ci doni la grazia di sentire quello che ha da dire. Preghiamo Dio affinché continui a guidarci sulla via della salvezza, affinché, anche attraverso la nostra predicazione, nuove persone possano unirsi al corpo di Cristo, e tutti raggiungano il posto preparato per noi nel regno di Dio. Amen».
Al termine della celebrazione, l’ambasciatore Zanardi-Landi, che conclude il proprio mandato a Mosca, ha avuto un incontro col metropolita e i suoi collaboratori e ha poi condiviso il pasto della comunità.