Il 23 maggio 2012 a Mosca presso la residenza Patriarcale del monastero di San Daniele di Mosca si e’ svolto l’incontro del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill con Sua Beatitudine il Patriarca di Gerusalemme e tutta la Palestina Teofilo, che si trova in visita ufficiale alla Chiesa ortodossa russa.

All’incontro hanno partecipato, da parte della Chiesa di Gerusalemme: il metropolita di Nazareth Kiriak, il segretario generale del Santo Sinodo arcivescovo Aristarkh di Konstantinia, il vicario patriarcale a Betlemme arcivescovo Feofilakt di Giordania, il rappresentante di Sua Beatitudine il Patriarca di Gerusalemme e di tutta la Palestina presso il trono patriarcale di Mosca archimandrita Stefan (Dispirakis), l’igumeno del monastero di Ramallah archimandrita Galaktion (Avar), l’arcidiacono Afanasij (Themistokleos). Da parte della Chiesa russa: il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk; il responsabile della Segreteria amministrativa del Patriarcato, vescovo Sergij di Solnechnogorsk; il presidente del Dipartimento economico e finanziario del Patriarcato di Mosca, vescovo Tikhon di Podolsk; il capo della missione ecclesiastica russa a Gerusalemme, archimandrita Isidor (Minaev); il vicepresidente del Dipartimento per le relazioni esterne, arciprete Nikolaj Balashov; il segretario per le relazioni interortodosse dello stesso Dipartimento, arciprete Igor Yakimchuk.

Sua Santità ha accolto l’ospite illustre e i membri della delegazione che lo accompagna. Il Patriarca Kirill ha sottolineato il particolare rapporto della Chiesa Russa col Patriarcato di Gerusalemme, dicendo: “Onoriamo la Chiesa di Gerusalemme come madre di tutte le Chiese cristiane”.

Ricordando che la prima missione della Chiesa di Gerusalemme è di “custodire santuari e luoghi sacri di comunione per migliaia e migliaia di pellegrini”, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha condiviso i suoi ricordi della sua prima visita in Terra Santa, sottolineando i cambiamenti che si sono verificati da allora. Il Patriarca Kirill ha detto tra l’altro:

“Purtroppo, per molti decenni il nostro popolo è stato separato dalla Terra Santa, e cio’ ha avuto conseguenze anche  nella vita spirituale dei fedeli della Chiesa russa. In molti testi liturgici si fa menzione della Città Santa di Gerusalemme, e grazie a varie pubblicazioni pre-rivoluzionarie se ne sapeva qualcosa, ma non c’era nessun vivo contatto con Gerusalemme. Ora, quando la Terra Santa e’ visitata da centinaia di migliaia di pellegrini dalla Chiesa ortodossa russa, finalmente abbiamo la possibilità di riscoprire la gioia della comunione con i luoghi santi. Pellegrini provenienti da Russia, Ucraina, Bielorussia, Moldavia e altri paesi che si trovano sotto la cura canonica della Chiesa ortodossa russa visitano la città santa di Gerusalemme. Cio’ costituisce un grande segno di cambiamento positivo della nostra situazione e riflette il continuo amore dei cristiani ortodossi per la Città Santa. Siamo consapevoli che l’aumento dei nostri pellegrini rappresenta nello stesso tempo una sfida per il Patriarcato di Gerusalemme, sfida a cui voi rispondete con amore e cura pastorale”.

Riferendosi alla situazione in Medio Oriente, Sua Santità ha espresso la sua preoccupazione gli sviluppi nella regione. “Preghiamo per la pace in Terra Santa e in generale nella regione del Medio Oriente. Siamo consapevoli che il Patriarcato di Gerusalemme celebra quotidianamente nei luoghi santi, rivolgendo le proprie preghiere al Signore del mondo perche’ siano superati i conflitti e le guerre in questa parte del mondo”, ha detto Sua Santità, sottolineando il ruolo in favore del  mantenimento della pace svolto dalla Chiesa di Gerusalemme, e ha assicurato a Sua Beatitudine il Patriarca Teofilo il suo pieno sostegno nel suo difficile ministero.

Il Patriarca Kirill ha parlato della difficile situazione dei cristiani in vari paesi, tra cui Egitto, Libia, Irak. Il Primate della Chiesa russa si e’ riferito in modo particolare alla Siria, ai due gerarchi di Chiese cristiane ancora prigionieri. Il Patriarcato di Mosca piu’ volte ha fatto dichiarazioni ufficiali di sostegno ai cristiani perseguitati e di condanna di ogni forma di persecuzione, discriminazione e limitazione dei diritti umani motivate dall’appartenenza religiosa.

Il Patriarca Kirill ha rilevato che la nozione di cristianofobia e’ ormai conosciuta in tutto il mondo e tale fenomeno è relativo non solo ai paesi in conflitto o poveri: spesso anche nei paesi apparentemente benestanti, le persone che apertamente professano la loro fede sono vittime di pressioni morali e psicologiche. Sua Santità ha ricordato fatti ben noti, come il divieto per i dipendenti di diverse istituzioni e organizzazioni del Regno Unito di portare la croce al collo o il tentativo di bandire il crocifisso dalle aule delle scuole in Italia. “Penso che il fenomeno della cristianofobia sia uno dei problemi contemporanei più acuti, tanto piu’ quando l’oppressione delle convinzioni religiose avviene in paesi che si dichiarano rispettosi dei diritti e delle libertà delle persone”, ha detto.

Dopo aver manifestato la propria gioia per l’incontro con Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill, il Primate della Chiesa di Gerusalemme ha espresso solidarietà con le parole di Sua Santità, sottolineando che “i governanti di vari paesi in realtà hanno confinato i cristiani ai margini della vita sociale. La nostra fede ortodossa rappresenta per il mondo una sfida, in quanto non costituisce  un fenomeno astratto … La risurrezione di Cristo per noi è un fatto reale. Non è esagerato dire che stiamo vivendo tempi di apostasia”.

Sua Beatitudine ha apprezzato il sostegno della Chiesa ortodossa russa ai cristiani del Medio Oriente, le iniziative intraprese per placare la situazione e “perche’ i cristiani locali non abbandonino le loro case e continuino ad essere fedeli al proprio paese”.

“La mancanza di cristiani in Medio Oriente rischia di avere sviluppi inaspettati”, ha detto, esprimendo la propria convinzione che la presenza dei cristiani in questi paesi  costituisce l’unico modo per frenare il fanatismo, compreso quello religioso. Il Patriarca di Gerusalemme ha anche espresso rammarico per il fatto che i media mondiali sottovalutino il ruolo svolto dalla Chiesa ortodossa in Medio Oriente.

Parlando della situazione in Siria, Sua Beatitudine l’ha deinita pressoche’ incontrollabile: “Nessuno sa mai  che cosa potra’ accadere il giorno dopo”. A questo proposito, ha detto, la questione della sicurezza dei gerarchi cristiani rapiti in Siria è davvero inquietante.

Durante l’incontro sono stati discussi temi di importanza per l’intero mondo ortodosso.