Messaggio del metropolita Hilarion alla mostra russa ad Auschwitz
Il 27 gennaio 2013, in occasione della ricorrenza del 68° anniversario della liberazione del campo di sterminio “Auschwitz-Birkenau” da parte delle truppe sovietiche, è stata aperta ad Oswiecim (Auschwitz, Polonia), la nuova mostra russa “Tragedia, coraggio, liberazione”. Dal 1961 la mostra è allestita nel 14° blocco del campo di concentramento e ora, dopo anni di lavori di restauro, è stata riaperta ai visitatori. Il Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion, ha inviato il seguente messaggio alla cerimonia di apertura:
Cari organizzatori e visitatori della mostra,
saluto quanti si sono riuniti oggi al Museo di Stato “Auschwitz-Birkenau”, per richiamare ancora una volta alla memoria le tragiche pagine della storia e onorare le vittime della Seconda Guerra Mondiale. Il XX secolo ha significato il culmine di violenze insensate. In questo luogo si può vedere di persona quale frutto abbiano portato le ideologie che affermano la superiorità di una nazione rispetto ad un’altra. Alcune persone, in preda alla folle idea della propria perfezione, ritenendo tutti gli altri dei “subumani”, hanno creato questi campi per lo “sterminio tecnico” di quanti non corrispondevano ai loro criteri di appratentenza al genere umano. La conseguenza di tale politica sono stati i milioni di vittime innocenti, la cui unica colpa era di essere nati ebrei, russi, ucraini, bielorussi, polacchi, serbi, rom o di altre nazionalità.
Poco a poco, la memoria storica delle nuove generazioni si indebolisce, ciò che è accaduto sembra lontano, e le lezioni apprese dai loro antenati sembrano inattuali e non autorevoli. E’ compito di fondamentale importanza, per tutti noi, ricordare alle nuove generazioni quanto è avvenuto nel passato, affinché esse si sappiano opporre a quelle forze che vorrebbero far rivivere il male del nazismo, che sembrava essere stato definitivamente sconfitto.
Mi auguro che questa mostra possa essere un avvertimento di quanto potrebbe accadere di nuovo, se qualcuno si rimettesse a proclamare la superiorità etnica, sociale o religiosa di una comunità su un’altra, e a incitare allo sterminio degli individui di nazionalità, stato sociale o convinzioni religiose diverse.
Hilarion,
Metropolita di Volokolamsk,
Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne
del Patriarcato di Mosca