Memoria di San Varlaam di Khutyn
Il 19 novembre 2012, nel giorno della festa di San Varlaam di Khutyn, il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa dell’icona della Madre di Dio “Gioia di tutti gli afflitti”. Col metropolita hanno concelebrato il caporedattore del Patriarcato di Mosca, arciprete Vladimir Silovyev, il vice presidente del Dipartimento per l’educazione religiosa e la catechesi della Chiesa Ortodossa Russa, igumeno Mitrofan (Shkurin), il preside della facoltà di lettere dell’università Ortodossa di studi umanistici San Tikhon di Mosca, arciprete Aleksandr Saltykov, il rettore della chiesa della Natività di Cristo a Madrid, arciprete Andrey Kordochkin, il monaco del monastero di San Giovanni Battista nel Regno Unito (Patriarcato di Costantinopoli), ieromonaco Nikolaj (Sakharov), i chierici della parrocchia.
Ha preso parte al culto il vescovo Kliment di Krasnoslobodsk e Temnikov.
Al termine della Liturgia, il metropolita Hilarion ha pregato nella cappella di San Varlaam di Khutyn, dinanzi all’icona di questo santo. Poi si è rivolto ai fedeli con queste parole:
“Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo!
Cari padri, fratelli e sorelle, oggi si celebra la memoria di San Varlaam di Khutyn, il santo patrono della nostra chiesa, in onore del quale fu consacrata una chiesa di legno, che si trovava in questo luogo; più tardi, alla memoria di questo asceta di Novgorod e Taumaturgo di tutta la Rus’ è stata dedicata una cappella nella nostra chiesa. La sua memoria coincide, per la Provvidenza di Dio, con la memoria liturgica di un altro santo di Dio, il sacerdote martire Kostantin (Lyubomudrov), che ha servito nella nostra chiesa e ne è stato parroco negli anni difficili della persecuzione atea. Padre Konstantin, che aveva grande venerazione di San Varlaam, subì il martirio per mano di atei proprio nel giorno della sua memoria, e così questo giorno è anche il giorno della memoria di questo nuovo martire della Russia, che ha esercitato il proprio ministero in questa nostra chiesa.
Il ricordo di questi due santi, che sono vissuti in tempi diversi e sono diventati famosi per imprese diverse – uno per l’ascesi del digiuno e i miracoli, l’altro per la pazienza e il sacrificio della sua vita per Cristo – ci ricorda, prima di tutto, la responsabilità di ciascuno di noi per la nostra vita.
Il Signore ci ha generati a questa vita una sola volta, affinché noi la trascorriamo sulla terra e poi la continuiamo nell’eternità. Dal modo in cui viviamo qui dipenderà come vivremo nel Regno dei Cieli. Non si deve pensare che, dopo il passaggio alla vita eterna, inizi qualcosa di radicalmente nuovo per noi. Cambierà la nostra esistenza materiale, perché dopo esserci separati dal corpo fisico e in attesa del nuovo organismo, che Dio ci darà nella risurrezione, saremo in forma incorporea.
Come sarà questo aspetto, noi non lo sappiamo, ma sappiamo che l’anima rimane la stessa, che era qui sulla terra. Di conseguenza, la qualità della nostra vita sostanzialmente non cambierà: se viviamo con Cristo qui, vivremo con Lui anche dopo la morte. Se non viviamo con Cristo su questa terra, sarà poi difficile entrare in contatto con Lui, e superare la soglia della seconda vita. Qui e ora la persona sceglie se rimanere con il Signore nella vita eterna, o stare fuori dalla vita in Cristo e, di conseguenza, essere nel tormento eterno, che nessuno può preparare se non l’uomo stesso con la sua vita peccaminosa.
Gli esempi di santi, che hanno vissuto in tempi diversi, possono ispirarci a riesaminare la nostra vita, a riflettere sul suo significato e contenuto, a pensare a ciò che è necessario alla nostra vita spirituale per essere sicuri che nella vita a venire saremo con Cristo.
C’è qualcosa che ci unisce a Cristo spiritualmente e fisicamente: è il sacramento della Santa Eucaristia. L’Eucaristia, il dono di sé che Dio fa a noi, non si ottiene per i nostri meriti, ma per la grazia di Dio, attraverso il Suo amore per il genere umano. Noi non facciamo nulla per meritare questo dono, e nulla dobbiamo fare per questo, se non avere un cuore aperto, affinché ricevendo il Santissimo Sacramento iniziamo un cammino di pentimento dei nostri peccati e di speranza che il Signore ci aiuti a correggere la nostra vita.
Dio non aspetta che noi seguiamo i suoi comandamenti, ma Egli stesso ci aiuta a fare questo: laddove non basta la forza umana, viene in aiuto la grazia di Dio, perché “non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” (Mc 2,17). Non si dovrebbe mai pensare o dire che i comandamenti di Dio sono superiori alla forza umana, in quanto è la potenza di Dio che ci sostiene nel seguire questi comandamenti, che ci aiuta in ogni fase della nostra vita a sentire la sua presenza, a sentire che il Signore ci guida in questa vita terrena fino a portarci nella vita eterna. Questa è stata l’esperienza vissuta da molti santi: sia da coloro che il Signore ha chiamato alla vita ascetica nel monachesimo, sia da quelli che ha chiamato al martirio, sia da quanti hanno reso lode a Dio con altre imprese. Questo cammino è aperto a tutti noi e porta al regno dei cieli.
Non tutti raggiungono la vera santità, non tutti ne hanno la forza, la capacità, il tempo, il desiderio. Ma per nessuno questo cammino è precluso. Non c’è mai stata, né ci sarà, un’epoca in cui non sia possibile seguire la via di Cristo: sia in tempo di persecuzione che in tempo di prosperità, la persona che vuole prendere su di sé il giogo di Cristo, che vuole portare la Sua croce, che vuole essere Suo testimone nel mondo, può farlo, e il Signore la aiuterà.
Chiediamo ai nostri celesti patroni – San Varlaam di Khutyn, il santo martire Konstantin, e tutti i nuovi martiri e confessori della Russia, – di aiutarci a percorrere la vita cristiana. Cerchiamo il più spesso possibile, con fervore e impegno, di accostarci al Mistero della Santa Eucaristia, chiedendo a Cristo, sorgente di vita, di aiutarci a seguire i Suoi comandamenti; e se siamo nel peccato, chiediamogli di aiutarci, ogni volta, a tornare sulla via della salvezza, di darci la forza di seguire i Suoi comandamenti. Chiediamo al Signore di condurci nel regno dei cieli. Amen”.