L’8 settembre 2012 su decisione del tribunale della Repubblica islamica dell’Iran è stato rilasciato il pastore evangelico trentacinquenne Yousef Nadarkhani. Il pastore era stato arrestato nel giugno 2009 nella città di Rasht (Iran nord-occidentale) per attività cristiane. Prima dell’arresto, il pastore aveva rivolto alle autorità statali una petizione in cui contestava una legge della provincia di Gilan secondo la quale tutti gli studenti, compresi quelli di religione cristiana, sono tenuti a studiare il Corano. Il 22 settembre 2010 il tribunale iraniano lo aveva condannato a morte.

Dopo la condanna, Nadarkhani ha fatto appello alla Corte Suprema dell’Iran. Nel mese di giugno 2011, la Corte Suprema ha ordinato il rinvio dell’esecuzione, e il caso è stato rimandato per un riesame nella provincia di Gilan. Il destino del pastore doveva essere stabilito dal leader supremo del Paese, l’Ayatollah Khamenei.

Il caso giudiziario ha ricevuto ampia notorietà internazionale. In tutto il mondo sono state raccolte oltre 1 milione di firme in sostegno al pastore. Nel mese di settembre 2011, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill ha chiesto ufficialmente all’Ayatollah Khamenei di perdonare il pastore; una lettera con la stessa richiesta è stata inviata contemporaneamente  al presidente della Repubblica Islamica dell’Iran Mahmoud Ahmadinejad dal Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita Hilarion.

Il 26 giugno 2012, nel corso di un incontro con l’ayatollah Mohammad Ali Taskhiri, Segretario Generale dell’Assemblea Mondiale delle scuole islamiche, che si trovava a Mosca per partecipare alla riunione della commissione mista russo-iraniana per il dialogo “Ortodossia-Islam”, il metropolita Hilarion ha ancora una volta sollevato la questione della sorte del pastore Yousef Nadarhani. “Sappiamo che in questo momento la decisione circa il destino di Nadarkhani dipende dal leader supremo l’Ayatollah Khamenei, che deve pronunciare il verdetto”, aveva detto il metropolita Hilarion. Rispondendo, l’ayatollah M. Taskhiri aveva assicurato al metropolita Hilarion che al suo ritorno in Iran avrebbe presentato la richiesta della Chiesa ortodossa russa all’Ayatollah Khamenei.