Il 23 giugno 2012 il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, nel corso della sua visita pastorale  in Cina, ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa di San Nicola a Shanghai.

Col metropolita hanno concelebrato il parroco, arciprete Aleksij Kiselevich, e i chierici della Chiesa Ortodossa Autonoma cinese: sacerdote Mikhail Van e arcidiacono Evangel Lu. Al servizio ha preso parte anche il suddiacono Papij Fu Silyan, allievo dell’arcivescovo Viktor (Svjatina), capo della Missione ecclesiastica russa negli anni 1933-1956. Alla funzione erano presenti un centinaio di persone, membri della comunità ortodossa multinazionale a Shanghai. La maggior parte di essi ha preso parte alla Santa Comunione.

Tra i presenti, i consoli generali a Shanghai: della Federazione Russa, Andrej Smorodin, dell’Ucraina, Sergij Burdelyak, della Bielorussia, Vladimir Vorobiev e della Bulgaria, Irina Beleva. Erano presenti anche l’ambasciatore russo nelle Filippine Nikolaj Kudashev, il presidente del Consiglio di Coordinamento dei connazionali in Cina e presidente del club russo a Shanghai, Mikhail Drozdov, il regista Pavel Lungin, il rappresentante dell’Ufficio per gli affari religiosi nel distretto Luvan di Shanghai, Xu Hueytszyan.

Al termine della Divina Liturgia, il metropolita Hilarion ha rivolto un discorso alla comunità:

“Cari padri, fratelli e sorelle! Mi congratulo di cuore con voi, in questo giorno in cui abbiamo avuto l’opportunità di celebrare la Divina Liturgia nella storica chiesa di San Nicola a Shanghai. Per molti decenni in questa chiesa non si potevano tenere i servizi liturgici. Ma negli ultimi anni, anche se sporadicamente, in occasione delle principali festività, abbiamo potuto celebrare. Ciò è stato possibile prima di tutto per il fatto che voi avete mantenuto salda la vostra fede ortodossa, con pazienza e perseveranza avete superato tutti gli ostacoli.

L’Ortodossia è presente in Cina da diversi secoli. La fede ortodossa in questo Paese è professata sia da cinesi che da russi, ucraini, bielorussi, moldavi e rappresentanti di altre nazionalità che vivono qui. È importante che a tutti i credenti ortodossi sia data la possibilità di venire in chiesa e partecipare al culto.  Attraverso l’Eucaristia noi ci uniamo a Dio, non solo spiritualmente, ma anche con tutto il nostro essere.

Il tempio è il nucleo spirituale della vita cristiana. No si può essere cristiani e non frequentare per niente la chiesa. È impossibile essere ortodossi e non partecipare ai sacramenti della Chiesa, non ricevere la Santa Eucarestia. Quelle persone che si ritengono cristiane, ma non vanno in chiesa, di regola, sono lontane da Dio. Hanno difficoltà a trovare le parole per rivolgere una preghiera al Signore. Nella chiesa, queste persone si sentono a disagio e hanno l’impressione di non capire molto e che il servizio venga celebrato non per loro. Invece quei cristiani che la domenica e nei giorni festivi sono in chiesa sentono nella propria vita una speciale presenza di Dio.

Che cosa devono fare quei credenti ortodossi che vorrebbero frequentare la chiesa ogni Domenica, ma non hanno questa possibilità? Prima di tutto, biosogna andare in chiesa ogni volta che se ne presenta la possibilità, una volta alla settimana, o al mese, o all’anno: così facevano i fedeli ortodossi che vivevano in Unione Sovietica. Molti di loro non potevano frequentare i servizi divini perché le chiese erano chiuse. Per alcuni, la chiesa più vicina era a centinaia o migliaia di chilometri di distanza. Ma i credenti hanno vissuto nella speranza che queste chiese fossero riaperte, che prima o poi la vita liturgica sarebbe ripresa. Non perdevano la speranza, nonostante il fatto che i decenni passavano e, apparentemente, nulla intorno a loro cambiava.

I fedeli ortodossi in Cina per decenni hanno vissuto nella speranza della rinascita della vita della chiesa. Non possiamo ancora dire che la Chiesa ortodossa in Cina si sia completamente ripresa. Tuttavia, si possono già notare alcuni segni di ripresa: in alcune chiese, che per molti anni sono state utilizzate per altri scopi e non erano aperte ai credenti, ora, anche se non completamente, si ricomincia a celebrare.

Speriamo, preghiamo e lavoriamo per assicurare che nelle chiese ortodosse esistenti in Cina sia tenuto regolarmente il culto, che ci siano sacerdoti sufficienti, che i templi, che sono attualmente utilizzati per altri scopi, possano riprendere i loro servizi, e nei luoghi dove vi è necessità, i cristiani ortodossi della Cina possano costruire nuove chiese o ricostruire quelle che sono state distrutte. Vi prometto che da parte nostra faremo tutto il possibile per questo.

Vorrei ringraziare di cuore ciascuno di voi perché custodite la fede ortodossa. Rimanete saldi nella fede, non fatela indebolire. Nulla è più importante e prezioso in questa vita della fede. Tutto il resto è passeggero: i successi e gli insuccessi, la salute e le malattie, i nostri problemi e difficoltà. La fede ortodossa dura per sempre, ci aiuta a vivere con Dio e a seguire il cammino verso il cielo”.

Il metropolita ha detto in particolare al clero e ai parrocchiani cinesi: “Una speciale parola di ringraziamento, gratitudine e ammirazione vorrei rivolgere a padre Mikhail, a padre Evangel, al suddiacono Papij, e ai credenti ortodossi che, nonostante tutte le difficoltà e gli ostacoli, hanno conservato con fermezza per tutta la vita la fede ortodossa. Vi auguro buona salute e di vedere con i vostri occhi la rinascita della Chiesa ortodossa in Cina”.

In memoria della celebrazione, il metropolita Hilarion ha fatto dono alla chiesa di Shanghai di un’icona miracolosa del Mandilion e ha regalato alla biblioteca parrocchiale una serie di libri scritti da lui.

Al termine del servizio, è stato tenuto un piccolo ricevimento, al termine del quale il metropolita Hilarion ha impartito a tutti i presenti la benedizione episcopale ed è partito alla volta di Harbin per concludere la visita ufficiale in Cina.