Dichiarazione dei servizi di comunicazione del Dipartimento per le Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca.

Il 15 maggio 2012 un gruppo di giovani albanesi ha attaccato il monaco Dionigi del monastero serbo dei santi Cosma e Damiano nella regione di  Orehovats (Kosovo e Metohija). Il monaco ortodosso è stato picchiato e preso a sassate.

Il monastero, sul cui territorio è stato compiuto l’attacco, si trova formalmente sotto la protezione del cosiddetto servizio di polizia del Kosovo. La temerarietà degli estremisti risulta evidente se si considera che l’attacco è stato effettuato tre sole ore dopo la visita al monastero del comandante del contingente tedesco della KFOR.

Questo attacco contro un monaco della Chiesa Ortodossa Serba viene ad aggiungersi al lungo elenco degli incidenti che negli ultimi mesi hanno rattristato la vita dei fedeli ortodossi di questa provincia. Lo stesso giorno dell’attacco, alcune persone rimaste non identificate hanno distribuito volantini di un’organizzazione terroristica albanese, contenenti minacce di rappresaglie contro i serbi che hanno il coraggio di rimanere in  Kosovo e Metohija.

L’episodio di violenza nei confronti del monaco Dionigi suscita viva preoccupazione nella Chiesa ortodossa russa. L’accaduto deve trovare un’adeguata valutazione giuridica e servire da monito circa la necessità di misure per garantire la sicurezza di chiese e monasteri della Chiesa Ortodossa Serba.