Il Metropolita Hilarion: “Rivoluzionaria la risoluzione approvata dal Parlamento europeo sulla situazione dei cristiani nel mondo”
Il Parlamento europeo ha compiuto recentemente un passo importante, approvando una risoluzione sulla situazione dei cristiani nel contesto della difesa della libertà religiosa. Per la prima volta l’esistenza di persecuzioni contro i cristiani è stata riconosciuta da uno degli organi centrali del Parlamento europeo.
Riportiamo di seguito il commento del Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca a questo proposito:
Il 19 e 20 gennaio il Parlamento europeo ha analizzato diversi casi di violenze contro i cristiani nel mondo. La sera del 19 gennaio i membri del Parlamento hanno simbolicamente acceso una candela per ricordare le vittime dei recenti attentati contro i cristiani. Il giorno dopo è stata approvata una risoluzione sulla situazione dei cristiani nel contesto della difesa della libertà religiosa, che analizzava l’omicidio o la discriminazione dei cristiani in vari paesi, in particolare Egitto, Nigeria, Pakistan, Iran, Iraq e Filippine. I dati confermano che i cristiani in queste terre sono crudelmente perseguitati. La risoluzione, inviata ai governi e ai parlamenti dei rispettivi paesi, è stata approvata dalla maggioranza dei votanti, membri di tutti i partiti.
I deputati hanno deciso di istituire un organo per seguire gli sviluppi della situazione nel mondo e informare annualmente gli organi dell’Unione europea e la società civile sulle restrizioni di libertà di coscienza operate nei vari paesi da parte del potere politico o di altre forze.
La risoluzione è stata presa in seguito all’attentato ad Alessandria del 1 gennaio: una settimana dopo, i ministri degli affari esteri di Francia, Italia, Ungheria e Polonia hanno indirizzato una lettera comune a Catherine Ashton, alto rappresentante per la politica estera e di difesa dell’Unione europea, chiedendo una risposta.
La risoluzione del Parlamento europeo è rivoluzionaria per vari motivi: prima di tutto perché per la prima volta i parlamentari europei si sono espressi chiaramente su un problema che finora preferivano non nominare. Uno dei principali organi dell’Unione europea ha riconosciuto infatti l’esistenza di persecuzioni contro i cristiani. Fino a questo momento singoli politici si limitavano a far presenti casi di violazione dei diritti dei cristiani in un determinato paese. Ora si parla apertamente di alcune organizzazioni terroristiche e fondamentaliste che vogliono strategicamente eliminare o decimare i cristiani nei paesi islamici, considerati “quinta colonna” dell’Occidente.
Inoltre per la prima volta si è fatta particolare attenzione al lavoro di persone che raccolgono testimonianze obiettive sulle persecuzioni di cristiani nel mondo. In particolare, sono stati presentati ufficialmente i dati del rapporto annuale dell’ONG “Kirche in not”. Secondo il rapporto, negli ultimi anni su 100 vittime per intolleranza religiosa, 75 sono cristiani. Sono dati sconvolgenti.
Nella sua risoluzione il Parlamento ha proposto azioni concrete basate su un preciso principio di fondo: soldi e affari in cambio di rispetto dei diritti umani. Degli accordi economici tra paesi europei e paesi dove regolarmente avvengono violazioni della libertà religiosa di cristiani e di altre minoranze religiose devono essere fatti solo a condizione che la situazione migliori.
[…] Oggi osserviamo diversi casi non soltanto di violenza, ma piuttosto di eliminazione dei cristiani. Il loro sangue scorre ancora sulla terra dei racconti biblici, sui luoghi dove hanno testimoniato molti martiri e testimoni della fede. Come diceva Tertulliano, scrittore latino del II secolo, “il sangue dei martiri è il seme del cristianesimo”. Certo, la violenza non danneggia la fede cristiana, al contrario la rinforza, ma questo non significa che dobbiamo stare tranquilli di fronte alle ingiustizie verso i cristiani. I leaders religiosi devono studiare e analizzare accuratamente ogni singolo caso.
I recenti atti di violenza contro i cristiani non hanno lasciato indifferenti neanche musulmani, ebrei e rappresentanti di altre grandi religioni del mondo. Paradossalmente, le notizie di violenze sui cristiani ci giungono a volte da paesi in cui per secoli persone di diverse religioni hanno vissuto pacificamente insieme e dove erano condannati gli atti di intolleranza religiosa.
La risoluzione propone di creare dei sistemi di monitoraggio. Tuttavia, questi importanti e attuali moniti porteranno dei risultati solo se si creerà un sistema continuativo ed efficace di dialogo tra le comunità religiose e le strutture nazionali e internazionali. […]
La Chiesa Russa da alcuni anni ha puntato a creare questo modo di dialogare; per questo ha istituito rappresentanze del Patriarcato di Mosca presso le maggiori organizzazioni internazionali a New York, Ginevra, Bruxelles e Strasburgo. Una delle priorità fondamentali di queste istituzioni è la difesa della tradizione cristiana e dei diritti dei cristiani, tema fondamentale anche nel dialogo tra la Chiesa Russa e le istituzioni intercristiane.