Il 18 gennaio 2011, vigilia del Battesimo del Signore, il metropolita di Volokolamsk Hilarion, Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca ha celebrato il Vespro nella chiesa dedicata all’icona della Madonna “Gioia di tutti gli afflitti”.

Al termine del Vespro il metropolita, parroco di quella chiesa, si è rivolto ai fedeli spiegando la funzione del giorno: “Cari padri, fratelli e sorelle, nel giorno della vigilia del Battesimo si leggono tredici letture, che ci raccontano diversi miracoli compiuti da Dio per aiutare i suoi fedeli. Abbiamo ascoltato la storia della creazione del mondo, quando Dio creò il cielo e la terra e separò le acque dall’asciutto; come il piccolo Mosè grazie all’acqua fu miracolosamente salvato e portato alla corte del faraone, per divenire la guida del popolo d’Israele; come Israele attraversò il Mar Rosso. Nel vangelo abbiamo sentito che il Signore sommerse il peccato nelle acque del Giordano, dove la gente accorreva da Giovanni per farsi battezzare.

Oggi benediremo solennemente l’acqua in memoria di questi fatti e perchè l’acqua santa sia fonte di guarigione e “sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4.14).

Ognuno di noi ha iniziato il suo cammino cristiano con il Battesimo. In questo sacramento si benedice l’acqua, perché il battezzando deve “scendere” nell’acqua benedetta per uscirne rinnovato, trasformato, perché in quell’acqua si anneghi il suo peccato. Per questo la gente andava da Giovanni Battista, come avete sentito nel vangelo di oggi, per ricevere da lui un battesimo di conversione. Ma Giovanni diceva loro: “Viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”  (Lc 3.16).

Noi tutti siamo stati battezzati nel fonte battesimale cristiano e non abbiamo ricevuto un battesimo di conversione, ma il battesimo compiuto da Gesù Cristo stesso; un battesimo di Spirito Santo e fuoco. La nostra vita deve essere permeata del senso della presenza della grazia ardente dello Spirito santo, che brucia il male del peccato e trasforma l’uomo nel suo intimo.

L’acqua santa che oggi portiamo nelle nostre case per poterla bere durante l’anno e per aspergere le nostre abitazioni sarà per noi fonte di santificazione e della presenza di Dio. Ma dobbiamo ricordare che l’acqua santa, come molti altri segni sacri, è solo una parte della vita della Chiesa. Non basta bere l’acqua santa. La cosa più importante è non dimenticarsi della comunione con il Corpo e il sangue di Cristo. E’ necessario venire nella chiesa di Dio, il più frequentemente possibile, quanto ce lo permettono le nostre forze spirituali e fisiche, per unirsi a Dio durante la divina Liturgia, nel Sacramento della Santa comunione. Occorre essere uniti a Dio con la preghiera, da elevare a Lui giorno e notte, e con le opere buone compiute osservando i comandamenti del Signore per la Sua gloria”.

Il metropolita ha quindi celebrato il rito di benedizione dell’acqua.