Il 31 ottobre 2010, nel monastero della Trinità di s. Sergio di Radonezh, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ha presieduto il rito della professione monastica del sacerdote Ioann (Giovanni) Guaita, collaboratore del Dipartimento.

Al rito, celebrato nella chiesa della Trinità, davanti alla tomba di san Sergio, padre del monachesimo russo, hanno preso parte l’arcivescovo Theognost di Sergiev Posad, superiore vicario della Laura della Trinità di s. Sergio, la comunità monastica della Laura, altri monaci del Dipartimento per le relazioni esterne e della parrocchia moscovita “Gioia di tutti i sofferenti”. Erano inoltre presenti il sacerdote Dmitrij Ageev, responsabile dell’Ufficio stampa del Dipartimento e altri collaboratori dello stesso, colleghi e amici di Giovanni Guaita.

Il nuovo monaco ha ricevuto il nome di Giovanni, in onore del Precursore di Cristo, Giovanni Battista. Alla fine della funzione, il metropolita gli ha rivolto le seguenti parole:

“Amatissimo fratello in Cristo Ioann. Hai appena ricevuto la grazia della consacrazione a Dio nella vita monastica, che la Tradizione definisce come vita angelica. Come hai sentito dalle formule del rito, lo stesso Signore, presente qui, ha accolto i voti che tu hai pronunciato. Anche gli angeli e i santi testimoniano davanti al Signore che tu ti sei presentato a Dio con cuore puro e retta intenzione, e questa comunità monastica con a capo il suo igumeno, l’igumeno di tutta la Russia, san Sergio, e il suo successore, l’arcivescovo Theognost, ti ha accolto come monaco della Chiesa Ortodossa Russa.

Per quasi trent’anni tu hai cercato di vivere in tutto come un monaco e ora, pronunciando i voti, entri a far parte di coloro ai quali il Signore chiederà di più, perché dà a loro una grazia particolare.

Questi tuoi voti sono stati preceduti da un pellegrinaggio al monte Athos, dove hai potuto vedere coi tuoi occhi la vita ascetica, di preghiera e unione col Signore degli abitanti della Santa montagna. Tu però vivrai la tua vita di donazione a Dio in circostanze diverse: non sarai in un eremo nel deserto o sulla Santa montagna, ma dovrai vivere la tua consacrazione in mezzo al mondo, con tutti i suoi affanni, dolori e mali. E dovrai conciliare la vita monastica col ministero pastorale, accompagnando gli uomini a Dio, aiutandoli a trovare la strada per il Regno dei cieli.

Hai emesso la tua professione monastica davanti alla tomba di s. Sergio di Radonezh. Che l’esempio di questo santo sia la stella che ti guida nella tua donazione a Dio. Nella vita religiosa hai ricevuto il nome di Giovanni in onore del Precursore e Battista del Signore. Imitalo nella vita ascetica, nella preghiera e nel suo amore per Cristo. Ricorda che ogni monaco è chiamato a essere Precursore di Cristo per molte persone e a ogni sacerdote è affidata la missione di portare le persone a Cristo con la penitenza e la purificazione nelle acque del battesimo.

Cerca di vivere al meglio la tua vita di preghiera e di obbedienza. Ricorda sempre che la fonte di tutte le virtù è l’amore; fai in modo che l’amore per Dio e per ogni prossimo permei tutta la tua vita di monaco, che ogni tua giornata sia riempita di questo amore. Sii misericordioso verso le debolezze dei tuoi fratelli, perdona chiunque ti offenda, sii longanime con chi pecca contro di te. Mostra un esempio di amore con la tua vita, in ogni azione e in ogni parola. Non esitare a chiedere perdono quando sbagli. E anche se non sbagli, ma a qualcuno sembra che lo faccia, non vergognarti a fare il primo passo per una riconciliazione; perché non c’è maggior testimonianza del saper chiedere perdono per i propri peccati, difetti e debolezze.

Che il tuo protettore celeste, il Profeta, Precursore e Battista del Signore Giovanni, ti aiuti nella tua donazione a Dio; ti sostenga la benedizione del nostro padre s. Sergio e ti accompagni sempre la preghiera dei tuoi fratelli”.