Il 25 febbraio, nel giorno della cerimonia del giuramento solenne del quarto Presidente dell’Ucraina, il Patriarca di Mosca Kirill e il metropolita di Kiev Vladimir hanno celebrato un rito di intercessione nella chiesa della Dormizione del monastero delle Grotte di Kiev. I due ecclesiastici hanno pregato per il popolo ucraino e il nuovo capo dello Stato.

Al mattino, il Patriarca e il metropolita hanno venerato le reliquie dei monaci sepolti nelle Grotte vicine. Durante la celebrazione del rito di intercessione hanno chiesto a Dio per il nuovo capo dello Stato di “concedergli dal cielo forza e saggezza per guidare, giudicare e governare il Paese con bontà, stabilendo in esso pace e prosperità”.

Rivolgendosi al neoeletto presidente alla fine del rito, il Patriarca ha sottolineato che ogni potere dal punto di vista cristiano ha senso solo in quanto servizio: “Davanti a Dio non c’è nessun altro senso nel potere umano, se non quello del servizio. La vera autorità è sempre legata alla responsabilità e all’ascesi, a un’ascesi anche spirituale. Servire il prossimo, servire la gente, significa sempre dare se stessi, e in alcuni casi crocifiggere se stessi per il bene di coloro che si vogliono servire.

Perciò il servizio di chi esercita un’autorità richiede enormi forze spirituali e fisiche, saggezza, pazienza, coraggio e umiltà. Nessuno, basandosi soltanto sulle proprie capacità e forze fisiche e intellettuali, potrebbe adempiere in pienezza a questo comando che Dio rivolge a quanti sono chiamati a posti di autorità. E’ per questo che i credenti, accettando un compito di autorità, non possono che cominciare quest’opera buona con la preghiera, implorando l’aiuto di Dio. Ed oggi noi abbiamo pregato il Signore e Salvatore, la Sua purissima Madre, il granprincipe pari agli apostoli Vladimr, il martire Viktor, Suo patrono celeste, i santi monaci delle Grotte di Kiev, perché tutti La accompagnino nel compimento di questo alto servizio all’Ucraina”.

Il Patriarca ha poi sottolineato l’importanza dell’unità del popolo ucraino, dicendo che la sola base solida di quest’unità sono i valori morali che da sempre hanno formato la cultura ucraina. Un valore importante è l’eredità spirituale della Rus’ di Kiev. “I discendenti del ganprincipe e santo Vladimir sono popoli fratelli, legati da un’unica tradizione storica. E quanto è importante che queste diverse componenti di un’unica Santa Rus’ siano sempre legate dall’amicizia, dalla pace e dalla collaborazione! Tale è senz’altro la volontà di Dio, poiché il Signore ha voluto che dal seme seminato in questi colli di Kiev nascesse l’imponente albero della civiltà ortodossa dell’Europa Orientale”.

Il primate della Chiesa Russa ha concluso il suo saluto con un augurio formulato in lingua ucraina: “Dio Grande e unico, custodisci la Rus’-Ucraina. Che il Signore La custodisca per molti anni. Che il Signore custodisca l’eredità della santa Rus’”.

Il Patriarca ha poi fatto dono al nuovo presidente di un’icona del Salvatore.