Il Patriarca Kirill riceve il Primo ministro della Grecia
Il 16 febbraio Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e tutte le Russie, ha ricevuto nella sua residenza al centro di Mosca il Primo ministro greco Georgios Papandreou. All’incontro hanno preso parte il metropolita di Volokolamsk Hilarion Alfeev, presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato con alcuni suoi collaboratori e rappresentanti del Ministero degli esteri della Federazioni Russa; il Primo ministro era accompagnato da alti rappresentanti del governo greco.
Salutando gli ospiti, il Primate della Chiesa Russa ha rilevato che uno dei fattori principali che uniscono la Russia e la Grecia è il fatto che i loro popoli per la stragrande maggioranza sono ortodossi; questo fatto non ha cessato di avere importanza neanche in epoca sovietica, quando le autorità dello Stato erano lontane dalla Chiesa. “La Chiesa Ortodossa ha formato il sistema di valori dei nostri popoli e ha determinato in maniera essenziale il profilo culturale delle due nazioni”, ha detto.
“Il dialogo tra i popoli deve realizzarsi non soltanto su una base meramente pragmatica, ma a livello dei cuori degli uomini: solo allora questo dialogo sarà solido e potrà portare risultati concreti – ha affermato il Patriarca. – Il sistema di valori che, sia in Grecia che in Russia, si è formato in grandissima parte grazie all’influenza dell’Ortodossia, definisce il profilo della civilizzazione ortodossa dell’Europa orientale. Sono convinto che in quest’epoca della globalizzazione tutti dobbiamo impegnarci affinché i tratti caratteristici e le particolarità di questa civilizzazione non siano compromessi”. Il Patriarca ha sottolineato l’importanza che la collaborazione tra Paesi ortodossi si estenda, portando ad esempio l’attività dell’Assemblea Interparlamentare Ortodossa. “E’ molto importante che la collaborazione si sviluppi anche in altre direzioni, perché possiamo andare avanti insieme, tutelando la nostra identità”, ha detto.
Il capo della Chiesa Russa ha posto l’accento in particolare sul problema della salvaguardia dei valori morali, spirituali e culturali in seno alla civiltà moderna. “E’ evidente che un fattore di prima importanza per l’Europa è il sistema di valori, formato dalla tradizione cristiana. Siamo perciò preoccupati da diversi fatti avvenuti in alcuni Paesi europei, che testimoniano della volontà di togliere ogni riferimento ai valori cristiani dalla vita della società contemporanea”. Il Patriarca ha riportato l’esempio della sentenza del novembre scorso della Corte europea per i diritti dell’uomo che vietava ogni simbolo cristiano nelle scuole italiane. Sua Santità ha espresso la propria soddisfazione per il fatto che in Grecia i tentativi di far togliere le icone del Salvatore delle aule giudiziarie, o vietare la pratica di fare giurare sul Vangelo in tribunale, non hanno avuto successo.
Riferendosi alla storia del XX secolo, il Patriarca Kirill ha ricordato le terribili prove attraversate dal popolo e dalla Chiesa Russa: “La nostra esperienza storica testimonia chiaramente che si può raggiungere un alto livello di vita della società solo non dissociando i valori materiali da quelli spirituali. L’accento sul pragmatismo e l’esclusione totale dei valori morali e spirituali dalla vita delle persone porta necessariamente a un imbarbarimento della civiltà umana”.
Il Patriarca ha parlato dei rapporti fraterni tra la Chiesa Russa e la Chiesa Ortodossa di Grecia, dello scambio frequente di delegazioni ufficiali, dei pellegrinaggi da un Paese all’altro. Ha espresso gratitudine per quanto operato dal governo greco per il mantenimento dello status speciale del monte Athos. Si è poi soffermato sugli scambi culturali tra i due Paesi con la partecipazione delle due Chiese, riferendosi particolarmente a una mostra dei tesori del monte Athos da realizzarsi a Mosca, all’apertura di un centro culturale russo a Salonicco, e alla programmazione dell’Anno della cultura russa in Grecia nel 2014.
Il Patriarca ha augurato al Primo Ministro Papandreou il sostegno di Dio nel suo servizio al popolo greco.