Dichiarazione del Comitato consultivo interconfessionale cristiano del CSI e dei Paesi Baltici (CCIC), Mosca, 4 febbraio 2010
Noi, rappresentanti delle Chiese cristiane della CSI e dei Paesi Baltici, ortodossi, cattolici e protestanti, riuniti a Mosca, riteniamo necessario levare la nostra voce in difesa delle norme della morale cristiana tradizionale. Esprimiamo inquietudine per l’abbandono dei principi dell’etica cristiana tradizionale da parte di alcune comunità cristiane. Questo fatto rende vaga la linea di demarcazione tra bene e male, e fa perdere alla gente i riferimenti sicuri sul cammino verso la salvezza.
Senza ignorare le nostre differenze e senza voler fare alcun compromesso dottrinale, intendiamo difendere insieme i valori in cui siamo concordi, la fede nel nostro Signore Gesù Cristo e nei suoi santi comandamenti.
Desideriamo difendere insieme le verità fondamentali della dottrina cristiana al cospetto del mondo esterno.
Siamo convinti che le comunità cristiane non possono essere guidate da persone che riconoscono apertamente come norma ciò che la Scrittura definisce chiaramente peccato, e non intendono pentirsi e correggersi (Tit 1, 7-10).
Ci schieriamo in difesa della vita umana dal concepimento fino alla sua conclusione naturale. L’uomo non ha il diritto di porre fine alla propria vita, o a quella altrui, in qualsiasi tappa del suo sviluppo, perciò l’omicidio, l’aborto e l’eutanasia sono per la tradizione cristiana peccati mortali.
Riteniamo inammissibili gli esperimenti sulla natura umana come la clonazione di persone umane e l’ottenimento di cellule staminali da embrioni umani uccisi.
Riconosciamo l’unione sponsale di un uomo e una donna come la forma stabilita da Dio di rapporti coniugali (Gen 2, 23-24). Le cosiddette unioni omosessuali non possono essere equiparate al matrimonio. Nel suo tendere al benessere materiale, la società deve sostenere l’istituto della famiglia in quanto unione di un uomo e una donna e creare le condizioni favorevoli alla procreazione e all’educazione dei figli.
Siamo pronti a operare congiuntamente con tutti i cristiani che condividono la nostra posizione e a dialogare con coloro che non sono d’accordo col nostro punto di vista.