Dal 25 al 29 gennaio è in corso la sessione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE). Tra i temi all’ordine del giorno, la questione della discriminazione sulla base dell’orientamento e dell’identità sessuali.

L’arcivescovo Hilarion Alfeev, presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ha rivolto un appello ai partecipanti  alla sessione del PACE, nel quale ha rilevato che l’argomento in questione ha “serie implicazioni morali” e che “la grande maggioranza dei credenti cristiani, musulmani e ebrei dell’Europa hanno una visione comune” del problema.

“E’ evidente che nei progetti della Risoluzione e delle Raccomandazioni riguardo alla questione viene messo in dubbio il ruolo della famiglia come unione di un uomo e una donna che comporta la cura uno dell’altro, la procreazione e l’educazione dei figli, – constata l’arcivescovo. – Le altre forme di relazioni sessuali, che oggi si diffondono largamente, non possono pretendere di avere uno stato giuridico equivalente a quello dell’istituto sociale della famiglia. Considerare diversamente la famiglia significa mettere in questione l’esistenza stessa della società”.

Il presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca ha ricordato che “la Chiesa Ortodossa Russa, come molte altre comunità religiose dell’Europa, considera l’omosessualità un peccato. Ciò emerge chiaramente dal nostro magistero, che resta invariato nei secoli”. Il progetto di documento sottoposto ai deputati del PACE, invece, considera tale posizione come un’ “istigazione all’odio”, e tale accusa viene rivolta ai leader religiosi.

La costruzione di un’Europa democratica è inconciliabile con la persecuzione dei credenti che vogliono vivere secondo la propria coscienza e la legge di Dio, afferma con convinzione il presule ortodosso.

“La Chiesa Ortodossa Russa non sostiene le persecuzioni nei confronti delle minoranze sessuali. Tuttavia, i mass-media e il sistema educativo non possono imporre ai credenti delle posizioni riguardo all’omosessualità che contraddicono le loro convinzioni – scrive Mons. Hilarion nel suo appello. – Esattamente come noi non imponiamo a nessuno la nostra posizione e riteniamo inaccettabile che si faccia divieto ai credenti di esprimere apertamente la propria opinione in merito”.

Il presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca ha esortato i membri della sessione del PACE ad astenersi dall’adottare qualsiasi decisione riguardo alla discriminazione delle minoranze sessuali e di riconsiderare l’argomento solo dopo una discussione aperta cui possano intervenire tutte le parti. Solo così, sottolinea l’arcivescovo Hilarion, il Consiglio d’Europa potrà andare avanti nel cammino della costruzione del nostro continente senza tracciare nuove linee di frattura.